2021-07-19
Impossibile ottenere il certificato per guariti e allergici al vaccino
Troppe storture: con il sistema francese, pure gli immuni rischiano i «domiciliari»Nel decreto che il governo si appresta a varare saranno contenute le nuove norme sul green pass. Con la diffusione della variante Delta in Europa e in Gran Bretagna e dopo la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di estendere il certificato verde per l’avvenuta vaccinazione anche ai ristoranti e mezzi di trasporto, anche il governo Draghi si appresta a varare un’estensione dell’obbligo di certificazione verde per accedere ai luoghi pubblici con alto rischio assembramenti, forse anche a bar e ristoranti, e quasi sicuramente cambieranno i requisiti per il rilascio: serviranno due dosi e non basterà la prima somministrazione del vaccino anti Covid. In sostanza, il green pass è un documento che certifica che chi ne è in possesso o è vaccinato e non può essere infetto o contagioso. Però, malgrado il governo italiano sia stato tra i primi ad annunciare il lasciapassare, restano dubbi e problemi per chi non può ottenere la nuova certificazione per problemi di salute o perché è guarito dal Covid e ha fatto una dose unica, come prevedono le norme. Cittadini che restano in una sorta di «limbo» in attesa che il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza intervenga. È il caso, per esempio, di chi non può vaccinarsi perché ha sviluppato gli anticorpi Igg, o di chi ha avuto o potrebbe avere reazioni negative importanti e dovrà sottoporsi a continui test. Infatti, il test sierologico per la ricerca di anticorpi al momento non è contemplato tra i criteri per l’emissione della carta verde e le linee guida del ministero della Salute prevedono che, a partire dai tre mesi dalla guarigione e fino a sei mesi dopo, venga somministrata una unica dose di vaccino. Passati i sei mesi, è previsto un intero ciclo vaccinale anche per chi è ancora protetto naturalmente. Solo questo iter dà diritto all’emissione del green pass che diventa un obbligo vaccinale «camuffato» visto che non c’è un efficace sistema di prevenzione, cioè una strategia per testare, tracciare e isolare tempestivamente il virus con l’obiettivo di salvaguardare la salute dei cittadini e l’economia del Paese. Carta verde per tutti tranne che per chi è allergico al vaccino che, infatti, non la può ottenere ma può avere soltanto un documento valido per 48 ore dopo aver fatto un tampone antigenico o molecolare. Naturalmente a spese proprie, quindi o sei obbligato a vaccinarti o ti paghi il tampone se devi fare «vita sociale», cioè andare al bar o al ristorante, o se devi partire. Restano nel limbo e senza il documento verde quelli che sono guariti dal Covid a fine 2020 e hanno fatto una sola dose di vaccino a giugno, cioè dopo sei mesi come indicato dai protocolli del ministero che sta tentando di risolvere il problema: infatti secondo il messaggio che arriva sul telefonino o via mail per scaricare il green pass chi ha fatto una dose non ha terminato il ciclo quindi servirebbe un nuovo codice per scaricare il documento con il Qr riconosciuto in Europa. Nel frattempo, fino al 12 agosto, secondo le regole del green pass europeo, la certificazione anche cartacea sulla dose unica, sufficiente per la sospensione delle restrizioni sanitarie come tamponi o quarantene, in possesso dei cittadini dei singoli Stati è valida. Per chi ha già prenotato le vacanze e ha fatto una sola dose di vaccino la soluzione più semplice allo studio dell’esecutivo potrebbe essere l’obbligo del doppio tampone (a spese proprie), in partenza e in entrata. Comunque, per tutte le problematiche relative al green pass, a cominciare dal ritardo degli sms ministeriali, il governo ha messo a disposizione un call center.
Jose Mourinho (Getty Images)