
Asia Bibi è come il cacciatore di Biancaneve, che osserva i princìpi anche se gli costa la pelle. E «Il Signore degli anelli»? Ci insegna cos'è la Grazia. Le fiabe ci danno coraggio: teniamoci una fiaba preferita.Le fiabe ci danno coraggio: teniamoci una fiaba preferita. Quando ero bambina mi piaceva moltissimo Biancaneve, versione Disney. La regina è bellissima e oltretutto, visto che sua maestà il re cortesemente ha tolto il disturbo passando a miglior vita, è anche il capo indiscusso della bottega, che è una monarchia non costituzionale, il meglio del meglio per chi non ami essere contraddetto. Crimilde potrebbe godersi il suo potere e il suo splendore, se non fosse per il tarlo. È lei o no la più bella del reame? E poiché, come tutte le sofferenti di schemi ipercompetitivi, Crimilde non ha capacità autovalutative, il suo valore non è in grado di stabilirselo da sé, deve basarsi su una valutazione esterna, e (in assenza di bilance, settimanali femminili, la piccola posta di Cosmopolitan, eventuale fidanzatino astenico, a volte culturista, ma sempre asessuato e depilato, migliore amica) si rivolge allo specchio. Come spesso succede al valutatore esterno (per le più belle del reame, sempre, la migliore amica e la peggior nemica coincidono nella stessa persona), lo specchio è una carogna e mente. Non è vero che Biancaneve è più bella. Solo un'agenzia di collocamento per collaboratrici familiari potrebbe avere un qualche interesse per quest'oca giuliva che fa i lavori di casa cantando. Ma la regina ci casca e vuole distruggere Biancaneve che scappa dai sette nani, figli di genitori tossicodipendenti e alcolizzati, visto i nomi che gli hanno scelto. Il personaggio che mi aveva folgorato era il cacciatore. La celeberrima mela è il piano B. Il piano A è il cacciatore. E ora ci fermiamo su di lui, sul cacciatore, perché è lui il personaggio più importante di questa straordinaria fiaba. Il cacciatore ha avuto l'ordine dalla sua regina in un'epoca storica in cui gli ordini del re avevano valore assoluto di uccidere un'innocente, e non esegue l'ordine perché non ci uccidono gli innocenti. Le regole etiche devono essere rigide, come le regole di sicurezza di una centrale nucleare o le regole di asepsi di una sala operatoria. Il cacciatore pagherà con la vita il suo coraggio, ma, alla fine, è molto meglio morire per qualche cosa che vivere per nulla, che lasciare che la vita ti scorra addosso come l'acqua su un sasso, riempita dalla bilancia, dal botulino, dal rapporto proteine/carboidrati, dal broncio delle modelle, dal pigolio insulso del Grande fratello, invereconda trasmissione televisiva che prende il nome da uno straordinario libro di George Orwell, che si starà rivoltando nella tomba. Il cacciatore di Biancaneve è Sophie Scholl della Rosa bianca, che si sarebbe vergognata di inchinarsi al nazismo, l'impavida ventiduenne che pagò con la vita il suo coraggio di opporsi ad Adolf Hitler. Il cacciatore di Biancaneve è è il ragazzo che fermò il carro armato sulla piazza Tienanmen: né lui né in carrista hanno fatto una bella fine, o forse no, hanno fatto una fine bellissima, sono morti per qualcosa, entrambi con il cuore puro e senza vergogna. Il cacciatore di Biancaneve è Asia Bibi, la madre cristiana che ha subito nove anni di detenzione in una cella senza finestre di una prigione pachistana. Asia Bibi ha raccontato. «Un giudice, l'onorevole Naveed Iqbal, un giorno è entrato nella mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all'islam. Io l'ho ringraziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta onestà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana. Sono stata condannata perché cristiana», gli ho detto. «Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».Di fianco a lei un altro gigante, un altro cacciatore di Biancaneve, Shahbaz Bhatti, il ministro pachistano per le Minoranze religiose ucciso il 2 marzo 2011 da un commando di fondamentalisti islamici che lo hanno «punito» perché cercava di modificare la legge sulla blasfemia, quella stessa legge per cui Asia è stata imprigionata, legge che è costata la vita a centinaia di cristiani. Le sue parole: «Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo Paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri».Un bel trucco per diventare infrangibili è leggere Il Signore degli anelli. Con me ha funzionato. Ho scoperto il libro a 23 anni: ero a letto con la varicella, me l'ero presa un po' tardi, con la noia di lunghe ore riempite solo dal prurito. Qualcuno mi regalò Il Signore degli anelli. Lo guardai con sufficienza: un libro di 1.200 pagine che parlava di elfi e nani di primo acchito mi sembrò una scempiaggine. Rimasi inchiodata, andando avanti a leggere fino alle tre di notte. La varicella resta uno dei miei migliori ricordi, con sire Aragorn e Gondor assediata. Negli anni successivi, assistente all'ospedale San Luigi Gonzaga, portavo il libro sempre con me: mi dava coraggio. Ne avevo un bisogno enorme, nel costante terrore che arrivasse un paziente con una qualche patologia troppo complessa per le mie poche arti di medico novellino. Il mio terrore è una patologia che si chiama «pneumotorace iperteso». Leggere qualche riga del libro, o anche solo l'averlo con me, mi dava coraggio. Per inciso a un cento punto, in una notte di neve, il paziente con lo pneumotorace iperteso è arrivato e me la sono cavata: sono riuscita a mettere il tubo di drenaggio in tempo utile. Il Signore degli anelli dà coraggio perché è una storia disperata dove all'improvviso, quando tutto sembra perduto, la Grazia irrompe sulla scienza. Ma la Grazia può irrompere sulla scena perché i guerrieri non hanno mai smesso di battersi, non si sono arresi, anche quando tutto sembrava perduto. Il Signore degli anelli è un libro di fede, scritto da un uomo di fede. È la fede che permette di battersi anche quando tutto sembra perduto, la certezza che alla fine la Grazia irromperà sulla scena. Alla fine la vittoria arriva, non è detto che riusciremo a vederla mentre ancora siamo in vita, ma arriva. Ora la Grazia ha fatto irruzione sulla scena: tre giudici coraggiosi hanno assolto Asia Bibi. Il Pakistan incredibilmente per qualche giorno si è opposto al fondamentalismo. Ora è di nuovo nel marasma e la liberazione si allontana. Ma questi pochi giorni sono stati un segno, il segno di un cambiamento possibile. Noi che ci siamo battuti per la signora Asia Bibi, con l'unica arma che avevamo, la preghiera, recitando il rosario su rosari e chotki (il rosario da polso) gialli, il colore dei prigionieri di guerra, oggi camminiamo a dieci centimetri da terra. Quindi, riassunto: per essere infrangibile, combatti fino alla morte per la verità. Morire per qualcosa è più divertente che vivere per nulla. Non arrenderti mai e continua a batterti anche se la battaglia sembra persa: a un certo punto la Grazia arriverà sulla scena come in un film fantasy. Combatti: la preghiera è un'arma. Ogni tanto rileggiti Il Signore degli anelli. Tieni con te il cacciatore di Biancaneve.
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Parla Gaetano Trivelli, uno dei leader del team Recap, il gruppo che dà la caccia ai trafficanti che cercano di fuggire dalla legge.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Su un testo riservato appare il nome del partito creato da Grillo. Dietro a questi finanziamenti una vera internazionale di sinistra.
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Nel 1937 l’archeologo francese Fernand Benoit fece una scoperta clamorosa. Durante gli scavi archeologici nei pressi dell’acquedotto romano di Arles, la sua città, riportò alla luce un sito straordinario. Lungo un crinale ripido e roccioso, scoprì quello che probabilmente è stato il primo impianto industriale della storia, un complesso che anticipò di oltre un millennio la prima rivoluzione industriale, quella della forza idraulica.
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Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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