
Prelevati ieri i primi campioni di tessuti degli organi interni. Sulla vicenda troppi buchi neri: la Procura invita alla prudenza.Fu vera radioattività? Chissà… Da venerdì 15 marzo, quando il procuratore di Milano Francesco Greco ha rivelato di avere aperto un'inchiesta contro ignoti sulla morte di Imane Fadil, ipotizzando un reato come l'omicidio volontario, tutti i giornaloni hanno scritto e confermato che «tracce significative di radioattività» o «un mix di sostanze radioattive» erano stati misurati nel corpo della donna, e «in quantità tali da accreditare l'ipotesi che sia morta per un avvelenamento dovuto agli isotopi dei metalli pesanti». C'è chi ha perfino dato voce a un anonimo investigatore, il quale ha dichiarato che sulla morta sarebbero stati rilevati «livelli di radioattività pari a quelli di chi ha lavorato per 30 anni in una fonderia».Questa tesi ripetuta, insistita e certificata delle terribili radiazioni è riuscita così per giorni a tingere di mistero e a caricare ancor più di sospetto l'improvvisa morte della modella marocchina di 34 anni, che tra 2011 e 2012 era stata una delle testi d'accusa nel Rubygate: il procedimento penale lanciato come una bomba H contro Silvio Berlusconi e poi smontato dai giudici della Corte d'appello e finito con un'assoluzione piena anche in Cassazione, ma efficacemente usato come un primo colpo di maglio contro il fondatore di Forza Italia. Ed è stato anche per colpa del conclamato avvelenamento da radioattività se la stampa fin qui ha potuto scatenarsi in congetture a volte lunari, ipotizzando perfino il coinvolgimento di servizi segreti stranieri. I giornali hanno ricordato l'atroce fine della spia russa Aleksandr Litvinenko, morto in un ospedale londinese nel 2006 per un micidiale cocktail al polonio radioattivo. Per asseverare l'ipotesi radioattiva, il blog di Michele Santoro ha intervistato perfino Mario Scaramella: «Esistono veleni che fanno effetto per poche ore e poi spariscono» ha spiegato proprio l'uomo che per ultimo pranzò (rischiosamente) con Litvinenko. Aggiungendo che spesso «gruppi criminali russi hanno organizzato delle eliminazioni in questo modo, di solito per conto dello Stato». Come andrà a finire? Difficile prevederlo. Ieri i consulenti tecnici della Procura hanno cominciato la delicata autopsia sul cadavere della Fadil, prelevando minuscoli campioni di tessuti degli organi interni proprio per verificare l'eventuale presenza di radioattività. A scopo precauzionale si è proceduto in sale schermate, e con maschere e camici piombati. In Procura c'è però chi invita alla prudenza, e non sembra sbagliato visto che al momento non è possibile datare con precisione nemmeno quando davvero la ragazza si sia sentita male per la prima volta, né se eventuali sostanze da lei assunte abbiano avuto un ruolo nella morte o se si sia trattato di una terribile malattia ancora da scoprire. Quel che è certo, finora, è che la giovane era stata ricoverata il 29 gennaio all'Istituto Humanitas, ospedale di ottima fama, dove malgrado le terapie e le trasfusioni di sangue è purtroppo deceduta l'1 marzo. Scartata l'ipotesi di un avvelenamento da arsenico o di una malattia autoimmune, le sono stati trovati livelli sospetti di metalli pesanti nel sangue e nelle urine. Sempre il procuratore Greco ha deciso di rivelare ai giornalisti che «le analisi sull'antimonio hanno dato un risultato di 3, mentre i valori normali vanno da 0,02 a 0,22». E ha aggiunto un altro dato: «Il cadmio urinario era a un livello 7, mentre la forchetta (della normalità, ndr) va da 0,1 a 0,9». Due giorni fa il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pubblico ministero Luca Gaglio, che coordinano le indagini sul caso, hanno voluto aggiungere che «le ipotesi che la morte sia dovuta a una malattia rara o a un avvelenamento sono sullo stesso piano e hanno pari dignità».Ieri i due pubblici ministeri hanno convocato in Procura Souad Sbai, 58 anni, tra 2008 e 2011 parlamentare del Popolo della libertà e dal 1997 presidente dell'Associazione donne marocchine, che sui social network e in un'intervista aveva invitato gli inquirenti a seguire una pista che portava al suo Paese d'origine e aveva lumeggiato una situazione alla Mata Hari: «L'hanno uccisa», aveva dichiarato Sbai nell'intervista. «So che, come tante altre bellissime ragazze, frequentava molto la nostra ambasciata. È lì, nel giro dell'alta diplomazia, che devono andare a cercare». La donna aveva aggiunto anche di temere che Fadil fosse stata avvelenata «con qualcosa che non è quello che è stato detto in questi giorni» e che «purtroppo da noi non è una novità, succede spesso».Subito querelata per diffamazione dall'ambasciata marocchina, ora Sbai verrà sentita dai magistrati come testimone, ma non si sa ancora quando. In Procura comunque non risultano particolari riscontri investigativi alle sue ipotesi e, esattamente come sull'ipotesi radioattività, tutto è ancora da verificare. Insomma, al momento, non esistono certezze. Gli investigatori hanno controllato le chat telefoniche e i tabulati delle chiamate fatte e ricevute dalla Fadil; ai parenti e agli amici è stato chiesto di ricostruire le sue ultime giornate, nel tentativo di capire con chi abbia pranzato e cenato in gennaio, nei giorni immediatamente precedenti quello del ricovero. Per il resto, tutto è ancora buio.
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
Mauro Micillo: «Le iniziative avviate dall’amministrazione americana in ambiti strategici come infrastrutture e intelligenza artificiale offrono nuove opportunità di investimento». Un ponte anche per il made in Italy.
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)
All’ex procuratore devono essere restituiti cellulari, tablet, hard disk, computer: non le vecchie agende datate 2017 e 2023. E sulla Squadretta spunta una «famiglia Sempio».
Un robotaxi a guida autonoma Pony.ai
Accordo con Pony.ai per sviluppare furgoni a guida autonoma in Europa. Se n’è parlato nel recente incontro Elkann-Ursula?
Andrea Crisanti (Ansa)
Levata di scudi delle levatrici contro la proposta del dem di far praticare pure a loro le interruzioni di gravidanza. Il senatore dava per scontato il benestare, ma ieri è arrivato lo schiaffo dagli Ordini: «Insuperabili criticità, totalmente estranei al progetto».