2025-10-18
Le ostetriche abortiscono l’idea di Crisanti
Levata di scudi delle levatrici contro la proposta del dem di far praticare pure a loro le interruzioni di gravidanza. Il senatore dava per scontato il benestare, ma ieri è arrivato lo schiaffo dagli Ordini: «Insuperabili criticità, totalmente estranei al progetto».Non riesci a trovare degli ingegneri che firmino i calcoli del cemento armato per un palazzo in zona sismica? Nessun problema, largo ai geometri. Con la stessa logica di un committente che vuol risparmiare qualche migliaia di euro, il senatore del Pd Andrea Crisanti pensa di affidare le interruzioni di gravidanza (tema decisamente più importante) alle ostetriche, in modo da aggirare un diritto costituzionale come l’obiezione di coscienza. E per un paio di giorni fa credeva che siano d’accordo. Peccato che ieri gli ordini professionali delle ostetriche abbiano bocciato senza appello questa furbata dell’ex virostar veneta. Per l’ex docente dell’Imperial College di Londra, una figuraccia imperiale.Mercoledì mattina, al Senato, si è visto che danni può fare un campo largo in materia etica e sanitaria. Crisanti e la collega grillina Elisa Pirro, laurea in biologia e lavoro come tecnico di ricerca all’Università di Torino, hanno presentato un disegno di legge dal titolo evasivo: «Modifiche al decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206, in materia di attività di competenza dell’ostetrica». Dentro, c’era una bomba: l’autorizzazione alle ostetriche a praticare l’interruzione di gravidanza farmacologica e chirurgica (i cosiddetti raschiamenti). Lo scopo dichiarato è quello di aggirare l’obiezione di coscienza, sotto la garbata dizione di una «maggiore accessibilità per garantire i diritti delle donne». L’ostacolo da superare, per loro, è che in Italia solo i medici possono praticare l’aborto. Nelle ore seguenti alla presentazione del disegno di legge, l’infettivologo padovano spiega in lungo e in largo la sua pensata e afferma più volte che le ostetriche sanno tutto e sono d’accordo. Ieri, il colpo di scena. Con una lettera ufficiale, il presidente della Fnopo, Silvia Vaccari, racconta anche il retroscena della proposta di legge. Rivela che a settembre del 2024 era stata contattata dal senatore del Pd che le illustrava i contenuti del provvedimento, «presupponendo che potesse incontrare il nostro favore». La federazione, che rappresenta circa 22.000 ostetriche, riunisce più volte i suoi organi di vertice, esamina a fondo gli aspetti tecnici e giuridici della proposta Crisanti e conclude che vi siano talmente tante «insuperabili criticità» che non valga neppure la pena di suggerire emendamenti. «Non essendovi state ulteriori interlocuzioni, avevo ritenuto che l’iniziativa legislativa fosse superata, fino a quando non ho ricevuto notizia della conferenza stampa», chiosa il presidente Vaccari, una donna e non certo una «bigotta». Dopo di che, come si legge nel documento, le ostetriche entrano ne merito del disegno di legge. Si parte contestando un’affermazione di Crisanti, secondo cui la stragrande maggioranza delle ostetriche non sarebbe per l’obiezione di coscienza («informazione fuorviante») e negando che vi sia stata la sbandierata «interlocuzione con gli ordini professionali». In particolare, si nega che le ostetriche abbiano offerto «una immediata disponibilità (quasi un entusiasmo) degli iscritti». Poi si ricorda ai senatori di Pd e M5s che l’ordinamento didattico universitario vigente impedisce, anche volendo, che i compiti dei medici chirurghi possano passare agli infermieri. Sono compiti a volte simili, ma non intercambiabili, dice la Federazione, e dovrebbe essere un punto che Crisanti dovrebbe sapere, se non fosse impegnato a cercare scorciatoie giuridiche per beffare i medici cattolici. Il risultato finale è duplice. La Fnopo ha scritto ufficialmente alla Commissione Affari sociali e sanità del Senato per dirsi «totalmente estranea» e «contraria» alla proposta di Crisanti e farà di tutto per tutelare «la dignità e l’autonomia della professione ostetrica». Insomma, per l’esperto di zanzare equatoriali davvero un successone. Probabilmente lo scienziato divenuto celebre grazie alla pandemia cinese ha pensato che essersi fatto vivo con gli ordini delle ostetriche, quasi un anno e mezzo fa, fosse sufficiente per rivendersi un loro presunto appoggio. E non ha fatto manco una telefonata al presidente Vaccari, alla vigilia della conferenza stampa, per sondare nuovamente il terreno e provare a strappare un via libera. O per capire se fosse il caso di sorvolare sulle ostetriche. Invece niente, con un errore politico che non farebbe neppure il sindaco di un paesino, il nostro apostolo della Scienza (e dei vaccini) è andato incontro alla sua imbarazzante figuraccia. Se non ci fosse di mezzo la vita umana, e la nascita di migliaia di bambini, ci sarebbe quasi da sorridere. Impiegare le pur bravissime ostetriche al posto dei medici sembra anche il ritorno, malefico, della vecchia filosofia grillina dell’«uno vale uno». In questo caso, con il dolo di aggirare un’obiezione di coscienza che secondo dati ufficiali è, in media, al 60,5% e quindi non impedisce un bel niente.
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)
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