
La strategia di Matteo Salvini sembra essere quella di portare subito a casa le misure che ha a cuore oppure andare alle elezioni. Il 20 luglio è l'ultima data utile per poter votare a settembre: con i sondaggi che lo danno al 37%, la tentazione può essere forte.Il fantasma del governo tecnico s'aggira per l'Italia. A evocarlo, usandolo come spauracchio per tenere a bada Alessandro Di Battista e le sue uscite ritenute sfasciste, è stato Luigi Di Maio, il quale evidentemente sopporta sempre meno Dibba, temendo che voglia prendere il suo posto. Dunque, il vicepremier grillino ha voluto mettere i pentastellati sul chi va là: occhio che se cade questo governo si rischia un passaggio che potrebbe essere extraparlamentare, ossia un esecutivo composto esclusivamente da professori, come ai tempi di Mario Monti. Tradotto fuori dal linguaggio della politica, l'avvertimento del capo grillino è il seguente: capisco che Matteo Salvini vi faccia girare gli zebedei, con le sue prese di posizione ad effetto, ma fate attenzione che per fare uno sgambetto al ministro dell'Interno rischiate di fare autogol e di ritrovarvi un presidente del Consiglio imposto dalla Troika. In effetti il ragionamento non fa una grinza, perché a Bruxelles c'è chi non vede l'ora di avere a che fare con un premier remissivo, pronto a fare i compiti a casa come all'epoca dell'ex rettore della Bocconi. Per gli euroburocrati tutto sarebbe più facile: niente più quota cento, niente più reddito di cittadinanza, ma una bella patrimoniale sulla casa o sui conti correnti, in modo da far contenti gli occhiuti custodi del bilancio e allo stesso tempo piegare la riottosità degli italiani. Due piccioni con una fava: in questo caso un tecnico, senza alcuna offesa ovviamente ai tecnici.Il piano per imporre un governo di professori, come una parte dell'establishment italiano vorrebbe (oltre come detto a quello europeo) si scontra però con un signore che di cognome fa proprio Salvini, il quale oggi - stando al voto di maggio e ai sondaggi - è l'azionista di maggioranza dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Il capitano della Lega infatti non accetterebbe mai di lasciare Palazzo Chigi a professori che ubbidiscono alle cancellerie europee e non agli elettori italiani e se per caso qualcuno avesse in animo di farlo, anche contro il parere di quello che è il partito di maggioranza, credo farebbe a Salvini un regalo, donandogli la maggioranza assoluta. Se oggi infatti gli esperti danno l'ex Carroccio al 37,3 per cento (questo l'ultimo dato diffuso dal Tg de La7), che insieme a Forza Italia e Fratelli d'Italia permetterebbe a Salvini di avere il 50%, con un governo tecnico molto probabilmente la Lega andrebbe vicino all'autosufficienza. Il ministro dell'Interno insomma trarrebbe beneficio da un'operazione di Palazzo che tendesse ad escluderlo e a isolarlo.Tuttavia, nonostante ciò, credo che il vicepremier leghista lavori contro un'ipotesi del genere. Salvini semmai punta a massimizzare il profitto di un esecutivo con i 5 stelle. In pratica, penso che il capitano, come lo chiamano i suoi fan, abbia capito di non avere più una vera opposizione dentro la maggioranza e dunque miri a portare a casa in tempi brevi tutto ciò che è possibile. Infatti non si può non notare il cambio di passo dopo le ultime elezioni europee. Se prima il vicepremier cercava di forzare la mano agli alleati ma senza esagerare, adesso non si preoccupa più delle loro reazioni. Sui migranti, alla faccia di Roberto Fico, ha preteso e portato a casa il decreto sicurezza bis, che oggi gli ha consentito di tenere alla larga dai porti italiani la Sea Watch, impedendo altri sbarchi. Sulla flat tax, ossia su una riduzione delle tasse per imprese e ceti medi sta andando avanti senza tentennamenti. Ma è sulla Tav che Salvini ha ingranato la marcia e premuto sull'acceleratore, annunciando che non ci sarà una mini Tav, ma dei treni veloci e basta. Insomma, il ministro dell'Interno non si preoccupa più di irritare Di Maio e compagni. Né pare agitato dalle minacce di un governo tecnico. Piuttosto sembra deciso a fare in fretta e a portare a casa prima possibile i risultati che piacciono ai suoi elettori. C'è chi dice che abbia in testa di ottenere tutto e subito prima del 20 luglio, ultima data possibile per votare a settembre. Il che vorrebbe dire fare il pieno di cose concrete per poi fare il pieno di voti in vista della finanziaria. In effetti la strategia avrebbe un senso e forse anche un fondamento. Nel qual caso, conviene allacciarsi le cinture, perché se è così, da qui al mese prossimo ci sarà da ballare. E non poco.
Ansa
Mirko Mussetti («Limes»): «Trump ha smosso le acque, ma lo status quo conviene a tutti».
Le parole del presidente statunitense su un possibile intervento militare in Nigeria in difesa dei cristiani perseguitati, convertiti a forza, rapiti e uccisi dai gruppi fondamentalisti islamici che agiscono nel Paese africano hanno riportato l’attenzione del mondo su un problema spesso dimenticato. Le persecuzioni dei cristiani In Nigeria e negli Stati del Sahel vanno avanti ormai da molti anni e, stando ai dati raccolti dall’Associazione Open Doors, tra ottobre 2023 e settembre 2024 sono stati uccisi 3.300 cristiani nelle province settentrionali e centrali nigeriane a causa della loro fede. Tra il 2011 e il 2021 ben 41.152 cristiani hanno perso la vita per motivi legati alla fede, in Africa centrale un cristiano ha una probabilità 6,5 volte maggiore di essere ucciso e 5,1 volte maggiore di essere rapito rispetto a un musulmano.
Donald Trump (Ansa)
Luci e ombre nel primo anniversario della rielezione alla Casa Bianca: promosso in Medio Oriente, rimandato sull’Ucraina. Borsa ai massimi ma «sopravvalutata». L’inflazione cresce e la Fed mantiene i tassi alti. Stallo record sulla legge di bilancio.
Gli elettori della Virginia chiamati a scegliere il nuovo governatore si sono espressi: «Trump you are fired! (sei licenziato, ndr). In uno stato però tendenzialmente blu, che nel 2024 aveva scelto Kamala Harris. E confermando il trend, ha optato per la democratica Spanberger. Sebbene il governatore uscente fosse repubblicano. Colpa dello shutdown a detta di molti. Cosa sia lo vedremo alla fine. E comunque negli ultimi 20 anni i democratici alla guida della Virginia sono stati scelti cinque volte su sette. Ma al netto delle elezioni in Virginia, e dando per scontato che la città di New York e lo Stato del New Jersey votassero democratico (per intendersi sono un po’ come Bologna e la Toscana per il Pd), a un anno esatto dalla sua rielezione alla Casa Bianca qual è il bilancio della seconda presidenza Trump?
Buchi nella sicurezza, errori di pianificazione e forse una o più talpe interne. Questi i fattori che hanno sfruttato i ladri che hanno colpito al Louvre di Parigi. Ma dove sono i gioielli e chi sono i responsabili?






