
Un irregolare, con precedenti per furti, non si è fermato all'alt. Un poliziotto ha sparato all'auto e lo ha colpito di rimbalzo. L'agente è stato condannato a 9 mesi di carcere, il ladro ha avuto 60.000 euro di risarcimento.Macché censimento. Solo risarcimento. Rassicurate i Saviani piangenti, tranquillizzate le Boldrini frementi: il rom che ruba oggi in Italia non viene censito. Viene solo risarcito. Dal ministero dell'Interno. Ovviamente con i soldi dei contribuenti. E così dopo aver passato giorni a indignarci perché qualcuno vuole controllare i campi nomadi (cattivista! cattivista!), dopo aver sventolato in tv le leggi razziali (fascista! fascista!) ed evocato Auschwitz e le deportazioni (razzista! razzista!), possiamo finalmente chiudere una giornata senza dover far scattare l'allarme democratico: contrordine compagni, in Italia non è cambiato ancora nulla. Gli unici a essere discriminati, come sempre, sono gli agenti di polizia. Il bonifico (60.000 euro) è partito nei giorni scorsi. Moneta sonante, tolta dalle nostre tasche, e finita direttamente in quella di un rom, ladro in modo acclarato. Si chiama Magaiber Sulejmanovic, è un disoccupato, irregolare, vive di espedienti e furti da sempre, ma è stato premiato dallo Stato italiano per un fatto preciso: quattro anni e mezzo fa, precisamente il 15 dicembre 2013a Torino ha rubato un'auto, una Fiat Punto Turbo. Non contento di averla rubata, poi, si è messo a correre per le strade della città, fino a quando, uscendo da un distributore di benzina, è incappato in un posto di blocco. Che cosa fa una persona perbene quando incappa in un posto di blocco? Normalmente accosta. Si ferma. Mostra i documenti. Il rom ladro invece no: lui accelera, forza il blocco, scappa, con l'auto rubata mette a repentaglio la vita degli agenti e degli altri automobilisti. E alla fine, per tutto ciò, viene ricompensato con un premio da 60.000 euro. Soldi nostri, ça va sans dire. Ma sicuro: chi ruba e scappa viene premiato, il poliziotto che lo insegue invece viene punito. Quest'ultimo si chiama Andrea C. e ha una colpa grave: quella sera anziché rubare una Punto, non ha rubato. Punto. Capite la differenza? E capite che affronto? Non vi sembra meritevole di un castigo esemplare? Inoltre Andrea non è irregolare, ma porta la divisa dello Stato; non vive di furti e espedienti, ma si guadagna la pagnotta facendo i posti di blocco. Quel 15 dicembre probabilmente faceva molto freddo. Chissà, magari pensava alla sua famiglia, a quando sarebbe tornato a casa. Ha visto la Fiato Punto che correva all'impazzata. A bordo poteva esserci chiunque: assassini, terroristi. Ha intimato l'alt. Quello non si è fermato. Lui ha sparato. Ha sparato, capite? Così, senza nemmeno avere il buon senso di farsi prima ammazzare. Si badi bene: il poliziotto Andrea C. non ha sparato alla persona. Macché. Ha sparato alle gomme. Ma un proiettile, rimbalzando, ha colpito il ladro in fuga. Alla schiena. Il ladro si è presentato a processo, ha detto che ha avuto problemi al piede sinistra e alla vescica. Ha dovuto utilizzare le stampelle. Ha ottenuto il risarcimento. 60.000 euro. Pagati dallo Stato perché il colpevole è il poliziotto. Di più: il poliziotto, è considerato a tal punto colpevole che per quello sparo è stato condannato a 9 mesi di carcere. Solo 2 mesi in meno del rom ladro. Guardie e ladri. A conti fatti, con questa giustizia, da che parte conviene stare? La risposta non è difficile, con buona pace dell'indignazione saviana. Se tu sei un poliziotto che sta facendo il suo dovere, se sei dalla parte della legge, se sei nel freddo della notte torinese a fare un posto di blocco, rischi di beccarti una punizione più o meno uguale di quella di un rom irregolare che invece va in giro, per la medesima notte di Torino, a rubare auto e a infrangere la legge. Come se non bastasse, il rom si becca pure il risarcimento di 60.000 euro (ne aveva chiesti addirittura 976.000, pensate un po' che coraggio) mentre il poliziotto resta con la sua paga da fame. Eppure siamo sicuri che se qualcuno provasse a chiedere un censimento delle idiozie di questa vicenda, interverrebbe qualche solone a dire che si rischia il razzismo. A me sembra invece che si rischia, soltanto, la follia. Perché se un poliziotto non può sparare (alla gomma) di un'auto che forza un posto di blocco, alla fine viene da chiedersi: ma perché diavolo facciamo ancora i posti di blocco? Aboliamoli. E se un poliziotto viene punito perché cerca di bloccare un ladro che non si ferma all'alt, alla fine viene da chiedersi: ma perché diavolo ci sono ancora i poliziotti? Diamo il Paese direttamente in mano ai rom che commettono reati, così anche Roberto Saviano è contento e nessuno è costretto a evocare le leggi razziali. Hai rubato un'auto? Bravo. Stai scappando? Bravissimo. Sei irregolare? Perfetto. Vivi solo di furti? Meraviglioso. Capito caro Matteo Salvini? Nel campo nomadi, altro che censimento: facciamoci un monumento. E non si badi a spese, si capisce. Tanto paghiamo sempre noi.
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.
Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.
Donald trump e Viktor Orbán (Ansa)
Il premier ungherese è stato ricevuto a pranzo dall’inquilino della Casa Bianca. In agenda anche petrolio russo e guerra in Ucraina. Mosca contro l’Ue sui visti.
Ieri Viktor Orbán è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, che ha definito il premier ungherese «un grande leader». Di più: tessendo le sue lodi, il tycoon ci ha tenuto a sottolineare che «sull’immigrazione l’Europa ha fatto errori enormi, mentre Orbán non li ha fatti». Durante la visita, in particolare, è stato firmato un nuovo accordo di cooperazione nucleare tra Stati Uniti e Ungheria, destinato a rafforzare i legami energetici e tecnologici fra i due Paesi. In proposito, il ministro degli Esteri magiaro, Péter Szijjártó, ha sottolineato che la partnership con Washington non preclude il diritto di Budapest a mantenere rapporti con Mosca sul piano energetico. «Considerata la nostra realtà geografica, mantenere la possibilità di acquistare energia dalla Russia senza sanzioni o restrizioni legali è essenziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria», ha dichiarato il ministro.
Bivacco di immigrati in Francia. Nel riquadro, Jean Eudes Gannat (Getty Images)
Inquietante caso di censura: prelevato dalla polizia per un video TikTok il figlio di un collaboratore storico di Jean-Marie Le Pen, Gannat. Intanto i media invitano la Sweeney a chiedere perdono per lo spot dei jeans.
Sarà pure che, come sostengono in molti, il wokismo è morto e il politicamente corretto ha subito qualche battuta d’arresto. Ma sembra proprio che la nefasta influenza da essi esercitata per anni sulla cultura occidentale abbia prodotto conseguenze pesanti e durature. Lo testimoniano due recentissimi casi di diversa portata ma di analoga origine. Il primo e più inquietante è quello che coinvolge Jean Eudes Gannat, trentunenne attivista e giornalista destrorso francese, figlio di Pascal Gannat, storico collaboratore di Jean-Marie Le Pen. Giovedì sera, Gannat è stato preso in custodia dalla polizia e trattenuto fino a ieri mattina, il tutto a causa di un video pubblicato su TikTok.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Il ministro fa cadere l’illusione dei «soldi a pioggia» da Bruxelles: «Questi prestiti non sono gratis». Il Mef avrebbe potuto fare meglio, ma abbiamo voluto legarci a un mostro burocratico che ci ha limitato.
«Questi prestiti non sono gratis, costano in questo momento […] poco sopra il 3%». Finalmente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fa luce, seppure parzialmente, sul grande mistero del costo dei prestiti che la Commissione ha erogato alla Repubblica italiana per finanziare il Pnrr. Su un totale inizialmente accordato di 122,6 miliardi, ad oggi abbiamo incassato complessivamente 104,6 miliardi erogati in sette rate a partire dall’aprile 2022. L’ottava rata potrebbe essere incassata entro fine anno, portando così a 118 miliardi il totale del prestito. La parte residua è legata agli obiettivi ed ai traguardi della nona e decima rata e dovrà essere richiesta entro il 31 agosto 2026.






