2019-07-16
Il reparto ospedaliero? È chiuso per ferie
A causa della carenza di personale, il sistema dei turni in molte strutture rischia di saltare in concomitanza con le vacanze di medici e infermieri. E, quando non si può più garantire l'assistenza prevista, si ferma temporaneamente l'unità operativa.Interi reparti ospedalieri resteranno chiusi per ferie nelle prossime settimane. Il motivo? Anche i medici e gli infermieri devono fare le ferie, ma con organici già ridotti all'osso, il sistema dei turni salta e, non potendo garantire l'assistenza prevista, si chiude parzialmente o del tutto l'unità operativa. «La condizione», spiega Carlo Palermo, segretario de sindacato dei dirigenti ospedalieri Anaao, «è abbastanza frequente perché nasce dal blocco del turnover che dal 2009 che ha determinato una riduzione di circa 8.000 medici 2.000 dirigenti non medici e 36.000 infermieri». Quando, d'estate, si deve garantire al personale il riposo per il ripristino delle condizioni psicofisiche, che in queste professioni sanitarie sono particolarmente sollecitate, ci si riorganizza per garantire le urgenze o si chiude. «Le chirurgie», dice il segretario Anaao, «sono le prime a ridurre i posti letto che da 20-30, passano a 10-15. In questo modo si risparmia il 50% del personale infermieristico». È il caso degli ospedali di Nuoro e Tempio (Olbia), riportati dalla Nuova Sardegna. A Nuoro, ad agosto, chiudono la chirurgia vascolare e il reparto di neurochirurgia dell'ospedale San Francesco (urgenze ed emergenze comprese). In provincia, a Sorgono, è sospeso il servizio di pediatria. Non va meglio in alta Gallura dove, a Tempio, il reparto di Chirurgia dell'ospedale Paolo Dettori non effettuerà interventi dal 1 luglio al 31 agosto: le urgenze sono dirottate a Olbia. «A soffrire di più», continua Palermo, «sono le regioni che, (avendo sforato il budget sanitario, ndr) sono state sottoposte al piano di rientro». Molise, Campania, Sicilia, Calabria e Lazio, «dal 2009 hanno avuto una contrazione di organico nell'ordine del 15- 35%». Proprio in Calabria, il Codacons ha presentato una istanza sulla situazione dell'Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro nel quale, come riporta il lamentino.it, la riduzione dei posti letto nel periodo estivo potrebbe essere nell'ordine del 34% con possibile chiusura di interi reparti, compresa l'oncologia, come scrive una lettrice in una lettera al giornale. Garantire le ferie e il riposo al personale medico e infermieristico è sacrosanto, si legge nell'articolo, «ciò che è intollerabile è che finiscano per essere penalizzati i cittadini», ai quali viene leso «il diritto alla salute». A Sessa Aurunca, in provincia di Napoli, è chiuso per ferie, da luglio a settembre, il reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale San Rocco: partorienti e donne in gravidanza sono avvisate. Nello stesso periodo, il reparto di pediatria agli ospedali di Martina Franca e Castellaneta (Taranto), per consentire le ferie del personale, non faranno ricoveri. Riduzione di posti letto si registrano anche al Nord. In Lombardia, all'Asst sette Laghi, riporta Varese news, per consentire le ferie, ci saranno delle chiusure dovute alle carenze del personale infermieristico ( che però dovrebbe essere reintegrato con il concorso per nuove figure da inserire chi si sta già svolgendo). Il Policlinico San Martino di Genova ha chiuso uno dei due blocchi operatori (tre sale in tutto), già dalle prime settimane di giugno, come denuncia la Cgil Liguria. La direzione dell'ospedale, pur non negando la penuria di infermieri, puntualizza che il problema non è tanto regionale, quanto legato alla normativa italiana che ha criteri e procedure «particolarmente laboriosi». In provincia di Pisa, riporta quinewsvaldera.it, dal primo giugno il reparto di chirurgia A dell'ospedale Lotti di Pontedera è chiuso e un cartello invita gli utenti a rivolgersi alla chirurgia B. Nel padovano, per carenze di organico, la pediatria dell'Ospedale di Camposampiero dell'Ulss 6 è stata trasferita, per l'estate, a Cittadella. «In alcune regioni come il Veneto», spiega Palermo, «il deficit di personale è ulteriormente gravato dalla quota 100 che manderà in pensione altri operatori sanitari». Tra gli elementi critici del sistema c'è proprio l'invecchiamento della popolazione. «Da una decina d'anni osserviamo due picchi epidemiologici», dice il segretario Anaao, «al classico invernale, oggi si affianca un nuovo picco anche d'estate, dovuto al caldo, che peggiora le condizioni dei pazienti fragili, come gli anziani, che soffrono di malattie croniche». Guardando poi ai pronto soccorso la situazione non può che peggiorare perché, con l'aumento della domanda, alla carenza di personale, si aggiunge anche il problema dei posti letto da trovare. «In Italia», osserva Palermo, «con tre posti letto per mille abitanti, siamo fanalino di coda d'Europa, in cui la media è di cinque, ma con Germania e Austria intorno a sette-otto». Chiedere un ricovero quando i già pochi posti disponibili si riducono ulteriormente per la chiusura estiva, diventa un incubo. Una soluzione? Assumere personale come previsto dalle piante organiche. «Il decreto Calabria appena approvato», conclude Palermo, «con lo sblocco del turnover e la possibilità di assumere anche gli specializzandi degli ultimi anni, che sono 9.000 in Italia, ci dà qualche speranza».
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