2022-06-08
Il processo di Bibbiano rischia subito lo stop
Al centro, Claudio Foti (Ansa)
A tre anni dallo scoppio dello scandalo, oggi prima udienza per i 17 imputati accusati di avere creato e alimentato il sistema illecito di affidi minorili nell’Emilia rossa. Ma due giudici su tre sono in attesa di trasferimento. E il procedimento potrebbe essere fermato.Oggi, finalmente, inizia il processo ordinario sull’inchiesta «Angeli e demoni» che nell’estate 2019 aveva sconvolto l’Italia. Alle 10 di stamani la corte d’assise di Reggio Emilia comincerà a giudicare 17 imputati, accusati di aver creato e alimentato per interesse un sistema illecito di affidi minorili nella Val d’Enza, con un ancor più triste corredo di maltrattamenti e violenze. Sui bambini di Bibbiano la giustizia è stata terribilmente rallentata dal Covid: sono trascorsi quasi tre anni dallo scandalo, da quel 27 giugno 2019 che fece emergere l’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Valentina Salvi, e vide finire agli arresti domiciliari il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, appena rieletto per il Pd; Nadia Anghinolfi, all’epoca responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni della val d’Enza di cui Bibbiano fa parte; lo psicologo piemontese Claudio Foti, fondatore del centro Hansel e Gretel; sua moglie Nadia Bolognini, a sua volta psicoterapeuta. Le cronache sullo scandalo di Bibbiano hanno colpito a lungo e in profondità l’opinione pubblica, e le intercettazioni sconvolgenti di cui l’inchiesta dei carabinieri reggiani è stata capace hanno aperto squarci su crudeltà indicibili e vergognose complicità. Lo scandalo, però, non ha prodotto soluzioni: soltanto polemiche, tanto dure quanto sterili, che hanno diviso la politica e creato uno stallo che ha impedito di sanare anche le più evidenti patologie della giustizia minorile. Perfino una commissione d’inchiesta parlamentare sul fenomeno degli affidi facili, varata nel luglio 2020 con un’unanimità di facciata, è poi partita con colpevole ritardo grazie all’opposizione strisciante del centrosinistra. Oggi, almeno, siamo arrivati al processo. Contro gli tindagati la procura di Reggio Emilia ipotizza reati molto gravi: dai maltrattamenti dei minori alle lesioni gravi, dalla violenza privata alla tentata estorsione, dalla falsa testimonianza al peculato, dalla frode processuale al depistaggio, fino al falso in atto pubblico e all’abuso d’ufficio. Il tribunale è chiamato a decidere la sorte giudiziaria di 17 imputati. I principali tra loro sono l’ex assistente sociale Anghinolfi cui la procura contesta 63 capi d’accusa su un totale di 97; il suo ex aiutante Francesco Monopoli, sul quale pesano 32 capi d’accusa; la psicologa Bolognini con 21 capi d’accusa. Posizioni delicate hanno anche alcuni dei genitori affidatari, come Fadia Bassmaji e la sua compagna Daniela Bedogni, la coppia gay accusata di maltrattamenti sulla sfortunata bambina affidatale dai servizi sociali. Il sindaco Carletti è stato prosciolto dall’accusa di falsità ideologica, ma deve ancora rispondere del reato di abuso d’ufficio perché, «pienamente consapevole dell’illiceità del sistema» attivo a Bibbiano, avrebbe affidato senza gara al centro Hansel e Gretel di Foti l’incarico di occuparsi della psicoterapia dei bambini, facendo così spendere indebitamente al Comune una cifra che la procura stima in almeno 182.000 euro tra il 2014 e il 2018. Lo scorso 11 novembre l’accusa ha incassato un importante punto a suo favore, un elemento che potrebbe avere un peso significativo anche sul processo che sta per iniziare: quel giorno Foti, che aveva chiesto e ottenuto un giudizio abbreviato per l’accusa di aver causato lesioni aggravate a una sua giovanissima paziente, è stato condannato in primo grado a 4 anni di reclusione, e in più ha ottenuto 2 anni di sospensione dalla professione e 5 d’interdizione dai pubblici uffici. La condanna che gli è stata inferta è tanto più dura se si considera che il giudizio abbreviato garantisce a ogni imputato lo sconto di un terzo di pena. Prima di lui un’altra imputata, l’ex assistente sociale di Bibbiano Cinzia Magnarelli, aveva patteggiato 1 anno e 8 mesi. Gli avvocati della difesa sono consapevoli di questi due elementi a loro sfavore, e oggi si presenteranno in aula agguerriti, pronti a esplodere una salva di eccezioni preliminari. Nell’aula del tribunale, accanto a loro e al pubblico ministero Salvi, saranno presenti i rappresentanti delle 32 parti civili finora ammesse, cioè i soggetti che lamentano di essere stati danneggiati dagli imputati: tra loro sono alcuni dei genitori dei bambini allontanati, per lo più immigrati, ma anche la Regione Emilia Romagna, l’Unione dei Comuni della Val d’Enza, l’Ordine nazionale degli psicologi e quello degli assistenti sociali. Altre vittime dello scandalo potrebbero chiedere di entrare in giudizio anche all’ultimo momento.Certo, un’inchiesta dello spessore e della gravità di «Angeli e demoni», storicamente la prima indagine ad avere aperto uno spiraglio sul fenomeno degli affidi facili (un altro scandalo con arresti è esploso nel 2020 a Massa Carrara), avrebbe sicuramente meritato tempi più veloci. Con i bimbi di Bibbiano, invece, la giustizia è stata davvero troppo lenta. Come non bastasse, anche il processo che parte oggi potrebbe fermarsi quasi subito. Due magistrati sui tre che compongono la corte, infatti, sono «a rischio»: il presidente Simone Medioli Devoto e la giudice a latere Chiara Alberti sono in attesa di trasferimento e presto lasceranno Reggio Emilia per altre sedi giudiziarie.