2019-11-26
La Chiesa sta col prete che invita a uccidere Salvini
Già stupisce che un prete possa augurarsi la morte di qualcuno, predicando odio invece che amore. Figurarsi dunque scoprire che il suddetto sacerdote sia lasciato libero di dire messa e di distribuire il corpo di Cristo invece di essere spedito a pregare in silenzio e a riflettere sui propri errori. Di recente, questo bel testimone di Dio, tal don Giorgio De Capitani, è stato condannato dal tribunale di Lecco per diffamazione, sentenza che lo obbliga pure a risarcire con 7.000 euro Matteo Salvini. Il pretino infatti, nelle trasmissioni radiofoniche in cui interveniva, rivendicava il diritto di uccidere l'ex ministro dell'Interno. Basterebbe questo per escluderlo dalla diocesi, (...)(...) relegandolo in qualche convento dove non possa fare altri danni. Invece l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha pensato bene di far visita a don Giorgio, per portargli la propria solidarietà. Ad annunciarlo è stato lo stesso don De Capitani, pubblicando sul suo sito non soltanto il biglietto con cui l'arcivescovo gli preannunciava la visita, ma anche una sua foto con l'alto prelato, a dimostrazione della complice intesa fra i due. Noi, a dire il vero, ci saremmo aspettati una scomunica o per lo meno una presa di distanza dalle parole di un sacerdote che invita a uccidere qualcuno per il solo fatto di non essere d'accordo con lui. E invece no, Delpini non ha condannato pubblicamente le tesi del sacerdote che vorrebbe impugnare il revolver invece del crocifisso, ma ha pensato bene di fargli visita, a detta di don De Capitani, per sostenerlo e assicurargli il suo supporto. Il prevosto (è stato per anni parroco nel Lecchese prima di essere spostato dal cardinal Angelo Scola) negli anni se l'è presa con Umberto Bossi del quale, dopo aver detto che è uno schifo, si è augurato la morte, e con i leghisti, bollati tutti come porci da estromettere dai consigli pastorali. Per parecchio tempo il reverendo ha pure pregato Cristo di liberarci da Silvio Berlusconi, lamentandosi con il Padreterno per non aver accondisceso alla sua richiesta. In sovrappiù, don Giorgio si è definito di estrema sinistra, arrivando fino a dichiararsi anticlericale e ateo. Insomma, una sequela di posizioni che dovrebbero spingere una normale diocesi a metterlo alla porta, facendolo scendere dall'altare su cui si è issato. Invece, a parte l'intervento del cardinale Scola, non risulta che altri abbiano preso provvedimenti a carico di un sacerdote che utilizza le prediche per insultare e sparare a zero contro quelli che considera avversari politici.Anzi. Secondo quanto ha scritto sul suo blog lo stesso don Giorgio, dopo la sentenza del tribunale di Lecco, dalla Curia milanese lo avrebbero chiamato per manifestargli sostegno. «Ci è voluta una condanna pesante perché succedesse il miracolo», scrive il prete che sogna la rivoluzione («aspetto un incendio che distrugga tutto»). Prima don De Capitani avrebbe ricevuto la telefonata di monsignor Franco Agnesi, vicario generale della diocesi milanese, che gli ha espresso sentitamente solidarietà. Poi un'offerta, forse in nome della stessa Curia, per un aiuto economico, vista «l'ingente somma» che il prete dovrà a pagare. Infine il biglietto dell'arcivescovo e la stessa visita di monsignor Delpini.Considerato il personaggio e soprattutto sentite le sue orazioni, qualcuno potrebbe pensare che il prete sia un po' picchiatello e che le sue preghiere al Padreterno per far fuori chi non gli piace, insieme alle dichiarazioni di solidarietà della Curia e l'offerta di una colletta per pagare il risarcimento a Salvini, siano da prendere con le molle. Ma interpellati dal nostro Francesco Borgonovo, i vertici della diocesi non ripudiano il sacerdote, né smentiscono le parole che don De Capitani ha pubblicato sul suo sito. Dal che si è legittimati a ritenere che davvero il vicario generale abbia offerto aiuto economico a un tipo che si augura la morte dei suoi «presunti nemici». Così pure si può pensare che l'arcivescovo si sia scomodato per raggiungere Lecco al fine di porgere la propria solidarietà al don che sogna di vedere ammazzato Salvini.È questa la Chiesa del perdono, della solidarietà, la chiesa che invita ad amare e a porgere l'altra guancia? Di recente Matteo Maria Zuppi, cardinale di Bologna, ha scritto una specie di manifesto anti sovranista. Il libro, intitolato Odierai il prossimo tuo, predica la solidarietà verso i migranti e verso gli islamici, perché - dice - nel Vangelo non c'è spazio per l'odio. A dire il vero, i soli per cui non c'è spazio nella nuova chiesa francescana a quanto pare sono Salvini e i leghisti. Perfino don Giorgio ha diritto di stare nel presepio multietnico italiano, ma l'ex ministro e i suoi supporter devono andare all'inferno. E per completare l'opera, don Biancalani, il prete di Pistoia che ha riempito la parrocchia di extracomunitari, celebra messa cantando Bella Ciao. E poi ci si stupisce se le chiese si svuotano.
Federica Mogherini e Stefano Sannino (Ansa)
«L’amore è cieco» (Netflix)