2019-08-28
Il piano: Iva più alta per chi paga in contanti
Il leghista Massimo Garavaglia: «C'è un progetto con tasse verdi e aliquote differenziate per favorire l'uso delle carte».La volontà tutta «green» del nuovo probabile governo Partito democratico - Movimento 5 stelle si tradurrà con ogni probabilità in un modo per chiedere altri soldi ai contribuenti italiani. A spiegarlo a ItaliaOggi è il viceministro dell'Economia e della finanze, Massimo Garavaglia che, nel mezzo della crisi di governo, ha deciso di svelare i piani del ministro del Tesoro uscente, Giovanni Tria, per evitare che scatti l'aumento dell'Iva a partire dal 2020. Per trovare i 23 miliardi richiesti da Bruxelles ed evitare che dal prossimo primo gennaio le aliquote Iva passino dall'attuale 22 al 25,2% per quella ordinaria e dal 10 al 13% per quella agevolata, i tecnici di Via XX settembre da tempo sono al lavoro per trovare il modo più indolore per chiedere agli italiani di mettere mano al portafogli. L'idea, concepita dallo staff di Tria ma che verrà messa in piedi con il nuovo esecutivo giallorosso, si basa su tre ipotesi tutte «verdi». Come spiega Garavaglia, la prima tassa ecologica che potrebbe cadere sulla testa degli italiani sarà quella sui biglietti aerei. Come già fatto in Germania, i titoli di viaggio emessi dalle compagnie aeree subiranno un rincaro commisurato alla lunghezza della tratta. Tradotto in numeri, l'ipotesi è di aggiungere 8 euro per i voli nazionali, 25 per quelli fino a 6.000 chilometri e 45 per quelli oltre questa distanza. Si tratta di rincari non di poco conto e che, percentualmente, andranno a colpire di più i viaggiatori nazionali. Considerando che non sono pochi i voli nazionali intorno ai 100-150 euro a tratta, un aumento di 8 euro potrebbe voler dire un rincaro nell'ordine del 6-8%. Su voli a media e lunga percorrenza, invece, gli aumenti si dovrebbero sentire di meno. Con questa imposta l'obiettivo è di raccogliere almeno 600 milioni di euro. Non dovrebbe andare meglio ai possessori di automobili un po' datate. L'ipotesi allo studio è quella di applicare un superbollo a tutti i veicoli da Euro 3 in giù (quindi Euro 2, Euro 1 e Euro 0). Più o meno questo significherebbe, se la norma venisse approvata, applicare imposte più salate su tutte le auto con più di 15 anni di età. Anche in questo caso si penalizzerebbe chi ha minori possibilità di spesa: verrebbe tassato di più chi non ha sufficienti disponibilità per cambiare la macchina. L'ultima ipotesi è quella di tassare le confezioni di plastica secondo l'aliquota ordinaria e non secondo l'Iva degli alimenti (10%). L'obiettivo di questa norma è disincentivare l'utilizzo della plastica. Si tratta però di un aumento tutt'altro che esiguo. L'Iva, così facendo, passerebbe dall'attuale 10% al 22%, di fatto con un aumento del 12% su tutti i cibi. Quello che è certo è che i produttori di alimenti, se la regola venisse approvata, si troverebbe costretti ad alzare i prezzi. Anche in questo caso, dunque, si tratterebbe di una norma che si potrebbe abbattersi indistintamente su tutti i contribuenti, andando a colpire anche le famiglie più in difficoltà. Ma il prossimo governo non si caratterizzerà solo per una costosa «onda verde» di tasse. Come sottolinea il viceministro uscente Garavaglia, anche se riusciremo a scongiurare l'aumento dell'Iva, gli italiani dovranno già mettersi nell'ordine di idee di pagare di più.L'idea messa a punto dal dicastero di Tria è quella di disincentivare l'evasione fiscale facendo pagare due aliquote Iva diverse a chi paga in contanti e a chi usa la moneta elettronica. Facendo leva sull'idea di recupero dell'evasione fiscale, chi pagherà con carte di credito o bancomat resterà con l'aliquota attuale, mentre gli altri che preferiscono il contante, secondo Garavaglia, pagheranno con aliquota maggiorata. Per farla breve, i beni comprati per via digitale costeranno meno. Ma non è finita qui. La norma prevede un meccanismo di restituzione per le spese effettuate sia per il consumatore sia per l'esercente. Se per quest'ultimo si può ipotizzare un credito d'imposta, per il consumatore finale il meccanismo è ancora tutto da delineare. Si ipotizza che il consumatore finale dovrà fornire, come avviene nelle farmacie, il codice fiscale in modo da ottenere un rimborso del differenziale all'interno della dichiarazione dei redditi. Con questa norma lo staff di Tria stima di recuperare circa 20 miliardi: una cifra che, unita alle tasse ecologiche, dovrebbe permettere di recuperare i 23 miliardi richiesti dall'Ue. Il problema, dice il viceministro uscente, è che «in questo modo si stima un recupero d'evasione da 20 miliardi di euro, che con l'aumento dell'Iva ti faccio pagare e il rimborso non sarà coperto per l'anno successivo perché risulta come recupero da evasione».Se non altro con il prossimo governo potrebbe partire anche la lotteria degli scontrini. La buona notizia è che, almeno in questo caso, gli italiani non dovranno tirare fuori altri soldi. Per combattere l'evasione fiscale e favorire l'emissione di scontrini regolari il governo potrebbe dare il via a estrazioni mensili con premi fino a 10.000 euro e un'estrazione finale annuale con maxi premio da un milione di euro. La «giocata» minima sarà di un euro e ogni dieci centesimi si avrà diritto a un biglietto virtuale. Per ogni euro speso, dunque, potremmo avere dieci possibilità di estrazione. Anche in questo caso il contribuente che vorrà partecipare dovrà comunicare il codice fiscale.