2022-06-23
La soluzione Lamorgese: più coop per i migranti
Le coste italiane sono prese d’assalto, gli sbarchi sono 12 volte più dell’era Salvini, l’Ue non ci dà aiuto e il ministro si aggrappa alle coop: «Fondamentali». Però non si contano le inchieste che le inchiodano. Lampedusa e Locride senza tregua. Nell’isola un’altra trentina di arrivi dall’Africa: nell’hotspot 640 persone anziché 350. Caos anche a Roccella Jonica, dove giunge una delegazione leghista: «Siamo sbigottiti».Lo speciale comprende due articoli. Più immigrati, più coop, più immigrati per le coop, più coop per gli immigrati: sembra questa la surreale strategia di Luciana Lamorgese. Quanto ai dati, parla chiaro il cruscotto statistico del ministero dell’Interno, e cioè il numero di migranti sbarcati in Italia dal 1° gennaio fino al 22 giugno del 2020, del 2021 e del 2022: nel 2020 erano 6.184, nel 2021 sono diventati 19.361, quest’anno sono già 24.849. Per dare un’idea, nel 2019, quando al Viminale sedeva Matteo Salvini, al 17 giugno i migranti sbarcati erano appena 2.160, circa 12 volte di meno rispetto a oggi. E - in prospettiva - c’è da tremare. La bella stagione è appena cominciata, così come è purtroppo solo all’inizio il riverbero sul Nord Africa della crisi alimentare innescata dal blocco del grano ucraino a causa della guerra. Insomma, il peggio deve ancora venire. E si tratta di evenienze largamente prevedibili da fine febbraio: eppure l’Italia sembra già un pugile alle corde. Dentro questa cornice, si colloca il caso specifico delle tre navi Ong, una spagnola e due tedesche, che premono per l’apertura dei nostri porti (e ieri la Sea Eye 4 è approdata a Messina con circa 470 anime a bordo).Sullo sfondo c’è un dato politico incontestabile. Qualunque sia l’orientamento dei governi dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, tutti (ciascuno a modo proprio) hanno un atteggiamento dissuasivo rispetto agli sbarchi facili. Vale per la Grecia (centrodestra), per la Spagna (sinistra), per la Francia macronista. Rimane un solo paese esposto nella condizione di anello debole, e si tratta dell’Italia. Ora, a meno di ritenere (fantascienza?) che gli unici «porti sicuri» in tutto il Mediterraneo siano quelli italiani (quindi: non quelli spagnoli, non quelli francesi, non quelli greci, non quelli maltesi), c’è da concludere che il punto sia la percezione che un po’ tutti hanno dell’Italia come più facile porta d’accesso. Anche perché l’Italia, da un paio d’anni, tra smontaggio dei decreti Salvini, sanatoria e allargamento dei flussi, trasmette silenziosi ma eloquenti messaggi di attrazione. Tra l’altro, possibile che a livello europeo non si riesca nemmeno a far passare un principio minimo di rotazione dei porti? Perché navi spagnole o tedesche devono «per forza» approdare qui?In queste settimane, nel quadro di un sostanziale immobilismo, tutta la comunicazione della Lamorgese ha avuto come fulcro un presunto sforzo europeo prossimo venturo in termini di collaborazione e suddivisione. Ecco cosa sosteneva la Lamorgese il 10 giugno dopo aver partecipato a un Consiglio Affari Interni: il pacchetto, diceva il ministro, prevede «un meccanismo di solidarietà per aiutare gli stati membri di primo ingresso e due regolamenti per rafforzare la protezione delle frontiere esterne dell’Ue». E ancora: si tratta «di un avanzamento di rilevanza strategica verso una politica europea di gestione condivisa dei flussi migratori equilibrata ed ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità». La Lamorgese sembrava descrivere un meccanismo sostanzialmente pronto a partire, aggiungendo che l’intesa «si fonda sull’assicurazione di offerte di quote adeguate di ricollocazione, già manifestata da un numero significativo di stati membri». Peccato che la sensazione - malinconicamente - sembri invece la solita: l’Italia lasciata da sola a fronteggiare l’emergenza. Peggio ancora: se per caso scattassero quei meccanismi, la situazione potrebbe non migliorare affatto. A noi toccherebbero pesanti procedure di screening e identificazione; i «dublinanti» tornerebbero comunque indietro; e semmai una qualche tutela ci sarebbe per i paesi di seconda destinazione (questa è l’eterna preoccupazione di Germania e Francia), non per quelli di primo approdo. Davanti a questa situazione, sembra impossibile che il governo non colga il potenziale esplosivo di un’estate così. Il paese ha già davanti un autunno da incubo: è saggio accendere altre micce? È prudente costruire - in prospettiva - le condizioni per nuovi «casi Peschiera»? È politicamente intelligente dare agli italiani la sensazione che per loro (su tutto) sia tempo di severità e sacrifici, e che invece, sull’immigrazione, siano scafisti e ondate di arrivi a imporsi su uno stato immobile? Si può solo supporre, ma è un pensiero che vorremmo scansare, che qualcuno possa aver compiuto un calcolo politico cinico. Come dire: il fuoco mediatico sarà altrove, le emergenze principali saranno altre (dalla guerra all’inflazione), e dunque, passate le settimane estive, l’immigrazione uscirà inevitabilmente dall’agenda. Sconsiglieremmo vivamente pensieri di questo genere: l’Italia non ha bisogno di altri fuochi.Va segnalato che l’altro ieri La Verità ha contattato alle ore 15 (sia al telefono sia via mail) l’ufficio stampa e comunicazione del Ministero per chiedere un punto di vista ufficiale. La richiesta è stata reiterata ieri, via mail, poco prima di mezzogiorno. Alle ore 19 di ieri, nessuno ci aveva ricontattato. Sciatteria? Si tratta di una spiegazione non soddisfacente. La sensazione è che, diversamente da stagioni passate in cui - se non altro - la linea immigrazionista era ufficialmente proclamata e difesa, stavolta si sta scegliendo una linea di silenzio: un cedimento muto. E, nemmeno tanto paradossalmente, la comunicazione sembra affidata direttamente alle Ong. Intanto, ieri, intervenendo all’assemblea di Confcooperative-Federsolidarietà, la Lamorgese è sembrata desiderosa di consacrare il ruolo delle cooperative, nonostante le anomalie e le disfunzioni emerse in tutti questi anni, e nonostante tutto ciò che La Verità ha svelato con inchieste gravi e documentatissime su questo sistema. Ma per la Lamorgese «occorre superare la logica emergenziale e creare una rete per mettere a sistema un modello di accoglienza e inclusione sostenibile per le comunità locali». Non solo: il ministro ha definito «fondamentale il contributo che possono assicurare le cooperative sociali per adeguate politiche dei flussi migratori e per l’accoglienza». Capita l’antifona? Avanti così. Più immigrati e più coop. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-piano-immigrati-della-lamorgese-ce-bisogno-di-piu-cooperative-2657546606.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lampedusa-e-locride-senza-tregua" data-post-id="2657546606" data-published-at="1655924089" data-use-pagination="False"> Lampedusa e Locride senza tregua Continuano senza sosta sbarchi e «microsbarchi» di immigrati a Lampedusa dove, nonostante i continui trasferimenti, la struttura di primissima accoglienza ospita 640 persone a fronte dei 350 posti disponibili. Venti tunisini, fra cui tre donne e due minori, sono sbarcati durante la notte di martedì. L’imbarcazione sulla quale viaggiavano, partita da Kerkennah (Tunisia), è stata intercettata da una motovedetta della Guardia di finanza a poco meno di 6 miglia dalla costa. Nella mattinata 32 cittadini tunisini, con due diverse imbarcazioni, sono arrivati nell’isola. Un gruppo di 17 era partito da Gabes a bordo di una barca di sette metri mentre, prima di loro, la Guardia costiera aveva intercettato e soccorso un altro barchino alla deriva con 15 persone, fra cui una donna e cinque minori. I 32 clandestini sono andati ad aggiungersi ai 608 già presenti all’hotspot di contrada Imbriacola. Intanto ieri mattina un traghetto di linea diretto a Porto Empedocle ne ha trasferiti 80. Numeri già preoccupanti ma che confermato i dati emersi dal bilancio operativo della Guardia di finanza dal 1° gennaio 2021 al 31 maggio 2022, diffuso in occasione del 248° anniversario della fondazione. Mentre prosegue la collaborazione con l’Agenzia europea Frontex per la vigilanza dei confini esterni dell’Unione Europea, le Fiamme gialle stanno coordinando, attraverso l’International Coordination Centre di Pratica di Mare, l’operazione «Themis 2022», finalizzata al contrasto dell’immigrazione irregolare e dei crimini transfrontalieri via mare. Nel Canale di Sicilia - complessivamente - l’azione di contrasto dell’immigrazione irregolare via mare ha portato all’arresto di 171 scafisti e al sequestro di 714 mezzi. Ma gli sbarchi di immigrati stanno interessando anche le coste ioniche e adriatiche. Sono 137 i migranti arrivati negli ultimi giorni nel porto di Roccella Jonica dopo essere stati soccorsi a circa 20 miglia di distanza dalla costa della Locride dalla motovedetta della Guardia costiera con il coordinamento della sala operativa della Capitaneria di porto di Reggio Calabria. I profughi, tra cui tante donne e molti bambini alcuni dei quali neppure in età scolare, in gran parte di nazionalità afghana, sono stati sottoposti al tampone anticovid e poi momentaneamente sistemati in una tensostruttura realizzata nei mesi scorsi e gestita dai volontari della Croce Rossa e della Protezione civile e che, fino a 48 ore prima, era occupata, in parte, da decine di profughi sbarcati nelle ultime due settimane. Sono già 25 gli sbarchi nel solo tratto di costa della Locride in questi primi sei mesi del 2022: 24 a Roccella e uno a Siderno. Nel 2021 dei 55 sbarchi che si erano verificati nel tratto della costa dei gelsomini ben 47 erano avvenuti nel porto roccellese. «La situazione nel porto di Roccella Jonica a causa degli sbarchi di migranti è insostenibile, le forze dell’ordine sono allo stremo», ha scritto in una nota il Commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno, dopo la visita del senatore Tony Chike Iwobi e dell’ex deputata Souad Sbai, del dipartimento nazionale dell’integrazione della Lega, nella tensostruttura di prima accoglienza. «Promiscuità e assoluta mancanza di condizioni accettabili nel contesto di una situazione che lascia sbigottiti, controlli, verifiche che avvengono a quasi 40 gradi e con le condizioni minime di sicurezza» ha spiegato Saccomanno che ha sottolineato il lavoro incessante e i sacrifici delle forze dell’ordine. Già lo scorso maggio i consiglieri regionali della Lega avevano chiesto al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che aveva annunciato rimborsi finanziari per l’arrivo continuo dei migranti, «di fermare gli sbarchi e di concentrare gli investimenti del ministero in Calabria per la sicurezza dei cittadini».