2020-03-25
Francesco Storace: «Il Parlamento ricominci a riunirsi. Mattarella deve fare da garante»
L'esponente di Fdi: «La democrazia italiana non si può ridurre alla pagina Facebook di Giuseppe Conte. Auguri a Nicola Zingaretti per la malattia, ma io non dimentico la sua apericena, né il “Milano non si ferma" di Beppe Sala».Storace, buongiorno, come sta? L'ho cercata più volte senza trovarla. (Sogghigno) «Causa di forza maggiore. Stavo aiutando mia moglie a fare le pulizie domestiche. Ehhhh...».(Voce signora Storace dal fondo, imperiosa) «Francé! Ho detto carbonara, stasera, e sarà carbonara!». Vedo che a casa Storace vige un dibattito democratico. (Ride) «Ah, ma questo non è per l'emergenza virus. A casa mia quello non c'è mai stato proprio». Si ricorda la sua famosa battuta a Guido Quaranta? «Mi dica una cosa di destra». «A froci!». «Molto divertente e provocatoria. Verosimile, anche. Ma non era mia: l'aveva fatta lui e attribuita a me». Davvero? Allora coniamo una battuta storiaciana vera sulla destra ai tempi del coronavirus. «Mi piace molto questa: “Non vedo l'ora che tutto questo casino sia finito per potermene stare un po' tranquillo a casa. Ah ah ah"». La battuta è sublime, ma in cosa è una battuta di destra? «Per me lo, è, per lo scetticismo sul luogo comune. Destra romana, direi. Ma forse soprattutto romana: c'è racchiuso tutto il nostro carattere, la nostra indole, il fatalismo beffardo. Magari al Nord non si capisce». Vorrei che in questa intervista, lei che è stato governatore e ministro della Sanità, ci dicesse cosa pensa dell'emergenza coronavirus. (Risata sonora) «Quante ore ha a disposizione? Posso fare un trattato». E già che c'è ci racconta cosa pensa di Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti?«Ehhhh... d'accordo. Ma servirà l'immunità penale». Diamo un piccolo assaggio: il suo parere sul messaggio del premier. «A me pare che siamo alla follia. Un decreto che viene annunciato su un profilo social? Stiamo scherzando?». Non è lo strumento adatto? «Direi proprio di no. Riuniscano subito il Parlamento, così è peggio di una farsa. Va bene come assaggio?». Francesco Storace, direttore del Secolo d'Italia. Ex uomo simbolo finiamo, oggi in Fratelli d'Italia. Firma di punta - per divertimento - del blog 7colli, dove ha dato la notizia dell'intubamento di un agente della scorta di Conte. Scrive giorno e notte, dice di essere «incazzato come un puma». Sta osservando i divieti? «Come lei sa sono di destra: vivo con il senso del dovere. Se si deve stare a casa si sta a casa». Le costa molto? «La verità? Sono asmatico. Sono uscito talvolta con mia moglie, per la spesa. Ma mi basta ricordarmi questo per restarmene tranquillo. E poi...».Cosa? «Non capisco la smania di uscire. Non è come prima. Il clima è spettrale, vedo solo zombie in mascherina. Meglio piazza di Spagna deserta, almeno è un monumento». Perché è arrabbiato? «Quello che mi colpisce di più è stata la superficialità. I governatori del Nord sono stati messi all'indice per aver dato l'allarme. E io non dimentico nulla». Ad esempio cosa? «Gli involtini primavera mangiati per “senso civico". Maddeché?».E poi? «Non dimentico la sassaiola di Frosinone contro i cinesi: non è mai esistita, lo ha detto la polizia».E poi?«Non dimentico “abbraccia un cinese!" e le ridicole accuse di razzismo». Era sbagliato? «Ma scusi, se lei ha un figlio malato di varicella e lei non l'ha avuta, lo abbraccia? Ovviamente no. E cos'è, razzismo?». E poi? «Non dimentico “Milano riparte!" del sindaco Beppe Sala. Non dimentico l'apericena di Zingaretti che probabilmente si è contagiato lì!».Non c'erano ancora i decreti, però. «C'era una epidemia che è diventata una pandemia. E uno che è governatore di una Regione non va a prendere un aperitivo in piazza in quei giorni». Su questo non è stato criticato nemmeno da Matteo Salvini. «Io difendo il diritto di farlo, invece. Mi dà fastidio quando vedo i tanti che in Rete dubitano della sua malattia». Non ci crede? «Ma figurarsi! Sono puttanate di qualche matto. Lo difendo sulla malattia, ma credo di dover criticare Zingaretti per l'apericena e tanto altro». Ad esempio? «Il focolaio di Fondi è partito da una festa in un centro anziani negli stessi giorni. Perché Zingaretti può dire “abbraccia un cinese" e quelli diventano untori?». Altro? «Uhhhh... e la sovraesposizione di Conte?». Troppo presente?«Io ho gestito l'influenza aviaria, da ministro, una cosa molto più piccola, ovviamente, ma fu un inferno». Ricordo. «Avevamo le frontiere bloccate. Abbiamo messo in sicurezza la produzione nazionale di carne mentre vivevano un incubo». E dunque?«Gli allevamenti italiani con l'etichetta di untori, gli embarghi.... ebbene, Silvio Berlusconi fu di una sobrietà ammirevole. E tu mi chiudi l'Italia su Facebook?».Ma questo non è quello che chiedevate anche voi? «È folle come ci si arriva! Conte si rifiuta di rispondere ai giornalisti? Non fa la conferenza stampa? Parla nel cuore della notte? Se lo avesse fatto uno di destra direbbero che è un golpe». Spieghi meglio. «Metti che io gli volessi chiedere di quel farmaco che stanno sperimentando in Giappone. Ho il diritto di farlo! Metti che voglio sapere di più: devo poter fare domande. È la libertà di informazione. Oppure...». Oppure cosa? «Oppure devo pensare che è contagiato dal poliziotto della sua scorta che ora è intubato?». Lo so, lo so... Ha dato lei la notizia. «Ma non è ansia da scoop. Capisco che ci stanno 800 morti e il poverino della scorta di Palazzo Chigi malato finisce nascosto in qualche articolo. Ma siccome stanno saltando tutti i meccanismi di controllo il potere deve essere trasparente». Palazzo Chigi ha detto: Conte è negativo al tampone. «Sì, ma quando lo ha fatto? Io ho dato la notizia, ma l'Ansa lo ha confermato in serata. Non è un fatto privato di Storace! È trasparenza».Più degli altri? «Certo: se succede a un cittadino lo quarantenano. Noi siamo obbligati a dire, e a fare quello che i medici chiedono: lui no? Zingaretti in questo è stato più chiaro». Torniamo al merito del messaggio. «Va in una direzione su cui il centrodestra si sgolava da settimane: per noi era la soluzione da settimane».Però? «Il Parlamento deve discuterne! Di questo, del Mes: stiamo scherzando? Pesiamo che la democrazia in Italia significhi seguire il profilo Facebook di Conte?». I partiti non stanno bene.«I grillini mi sembrano matti. Il Pd dice banalità». E cosa dovrebbe accadere? «C'è una tragedia in corso: serve una solidarietà nazionale». E come si dovrebbe fare? «Sergio Mattarella ha risposto in modo splendido a Christine Lagarde. Oggi dovrebbe agire lui». Come? «Il presidente chiama Conte, Luigi Di Maio, Zingaretti, Matteo Renzi, Salvini, Giorgia Meloni e Berlusconi...». E poi? «Li riunisce, e fa da garante e da arbitro. Da Mattarella io mi sento garantito: dal governo no». Perché è un governo di sinistra? «Perché siamo in una tragedia senza precedenti. Lo avrei chiesto anche se fossi stato ministro io!».E invece che succede? «È chiaro che non ci faranno votare. Ed è ovvio. Ho letto che sono andati alle urne il 10% degli umbri per le suppletive. Ha vinto il candidato di opposizione, fra l'altro». Oggi comunque ci sarà l'informativa di Conte alle Camere. «Il Parlamento si deve riunire! Facessero una mega commissione, prendessero un tendone, ma devono dare all'Italia l'idea che il Paese è vivo: discutere le cose più importanti». Parliamone noi.«Conte chiede gli eurobond». E non le va bene? «Dipende. Il Mes, finanziato da noi, ci presta i soldi nostri a condizione che venga la trojka e ci strangoli? No che non mi va bene». Non è detto che sia così. «Ohhh. E allora c'è un solo modo: vieni in Parlamento e me lo comunichi». Non è Conte, però, che ha chiuso Camera e Senato. «Vero. Bene, ora ci vada e i parlamentari devono presentarsi: altrimenti, se non vogliono andare, si bloccassero lo stipendio. Facessero come Fdi che lo ha donato per l'emergenza. E se non vogliono farlo vadano in cassa integrazione, come gli altri italiani che non lavorano».Parliamo della sanità in questi anni?«Ha visto il video di Povia? Si intitola Fanculo il debito». Ho capito. «Se per non fare debito dobbiamo ammalarci, dobbiamo dire: “Ma vaffanculo il debito". Se spendo per aprire il Sant'Andrea, Tor Vergata, il Regina Elena - come ho fatto io - sto salvando vite». Perché sia destra sia sinistra hanno chiuso in questi anni? «Per lo stesso motivo per cui lo ha fatto Zingaretti». E cioè? «Devo uscire dal rischio del commissariamento, quindi taglio io». Il caso del Forlanini di Roma?«Non lo dico io. Lo dice Carlo Picozza, capolista della lista Zingaretti. Hanno fatto un massacro!». A partire da quando? «Dal 2011. E io voglio andare a trovare Mario Monti in ospedale in giorno in cui starà male, per vedere se gli trovano un ventilatore». Questa è una battuta macabra. «Non è una battuta. Siamo entrati nella crisi con 5.100 terapie intensive. Poi scopriamo che a Milano si può aprire un ospedale in dieci giorni! E poi l'assessore alla Sanità del Lazio mi dice: per riaprire il Forlanini servono sette anni!». Magari lo pensa davvero.«E io mi chiedo: ti devo prendere per il collo o stai dicendo sul serio? In 750 metri quadri ci stanno 50 terapie! E serviranno per salvare vite». Secondo lei perché si opporrebbero, allora? «Io temo che sia l'orgoglio. Sembra una sconfitta per il loro punto d'onore. Ma qui, in questo misto di burocrazia e inettitudine, c'è il rischio maggiore che l'Italia sta vivendo».Quale? «Mi creda. Moriremo per gli scemi, non per il virus».
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.