2018-05-14
Il Papa snobba i nuovi dubia tedeschi. Comunione ai protestanti? Fate voi
L'ex Sant'Uffizio invita i vescovi tedeschi a «trovare un accordo» da soli sull'eucarestia per i luterani sposati con cattolici. Sconforto tra i prelati contrari: «È un pilastro della fede, la Chiesa deve chiarire».«Il Papa apprezza l'impegno ecumenico e adesso trovate un accordo in armonia, il più possibile unanime». Si è concluso con queste parole di monsignor Ladaria Ferrer, prefetto dell'ex Sant'Uffizio, l'incontro avvenuto in Vaticano lo scorso 3 maggio tra alcuni vescovi tedeschi e alcuni alti prelati vaticani. L'appuntamento era stato fissato per tentare di risolvere il caso «intercomunione», cioè la possibilità di dare l'eucaristia ai coniugi protestanti sposati con un cattolico, che si è attivato come una faglia sismica nella chiesa tedesca. La conclusione dell'incontro romano però ha scontentato tutti e non è la risposta che ci si aspettava da Roma.Le linee guida approvate il 20 febbraio 2018 dai vescovi tedeschi guidati dal cardinale Reinhard Marx si propongono di soddisfare, come ha detto lo stesso Marx, la «fame eucaristica» di quei coniugi protestanti sposati con un cattolico che, operando un discernimento caso per caso, potrebbero accedere alla comunione cattolica. Ma tanti hanno rilevato che ciò va ben oltre i limiti stabiliti dal codice di diritto canonico che si riferisce ai casi di «estrema necessità», come in punto di morte. Ma 13 vescovi su 60 votarono contro queste linee guida pastorali e 7, tra cui il cardinale di Colonia Rainer Maria Woelki, lo scorso 22 marzo hanno preso carta e penna e hanno scritto in Vaticano, ponendo quattro domande al prefetto della Congregazione della dottrina della fede, monsignor Ladaria, e per conoscenza al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, a Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, segretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi, e al nunzio apostolico in Germania Nikola Eterovic. La lettera chiede sostanzialmente se una decisione di questo tipo, che «esprime essenzialmente la comprensione della fede e della Chiesa», come ha dichiarato monsignor Stefan Oster, uno dei sette firmatari, possa essere presa da una conferenza episcopale periferica o non debba piuttosto coinvolgere la Santa Sede.Ai nuovi dubia dei sette vescovi tedeschi però non c'è stata risposta nel summit del 3 maggio. Perché l'invito a trovare una soluzione «il più possibile unanime» non può essere considerata tale, al punto che alcune fonti testimoniano che «la risposta è stata di non dare risposta», rimarcando in qualche modo il silenzio che seguì i famosi dubia che quattro cardinali posero al Papa a proposito dell'esortazione Amoris laetitia. Qualcuno parla di «rivoluzione ecclesiologica», che però a ben vedere riprende un desiderio espresso da Francesco nel documento programmatico del suo pontificato, l'esortazione Evangelii gaudium, in cui ha scritto che vuole più autonomia per le conferenze episcopali, financo «dottrinale».Il cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Dottrina della fede, riferendosi al documento Lumen gentium, ha ricordato che le conferenze episcopali hanno una «importanza secondaria» rispetto al Papa, e che non è possibile per loro votare all'unanimità su una questione dottrinale che contraddica gli «elementi di base» della Chiesa. Il rischio sarebbe quello di una schizofrenia tra centro e periferia, con il risultato di una sorta di cattolicesimo a più velocità, quasi à la carte. La faglia sismica che si è attivata nella chiesa tedesca ha una quantità di energia che potrebbe fare grossi danni all'unità della Chiesa. «Qui», dice un prelato alla Verità, «siamo al cuore della fede, ne va della sostanza del sacramento dell'eucaristia. Se nel caso della comunione ai divorziati risposati conviventi more uxorio, la situazione potrebbe al limite essere risolta con una interpretazione, qui no. O stai da una parte, o dall'altra, c'è di mezzo la realtà ontologica di un sacramento». Della portata del rischio ne danno testimonianza le reazioni del cardinale Müllere quella, un po' a sorpresa, del cardinale olandese Willem Eijk, uscita pochi giorni dopo l'incontro del 3 maggio. L'apertura all'intercomunione voluta dalla maggioranza dei vescovi tedeschi produrrebbe come conseguenza, ha detto Müller, «un nichilismo ecclesiologico tale da aprire un baratro che alla fine inghiotte la Chiesa». Entra nel merito il cardinale Eijk, rilevando che «ora il Santo Padre ha fatto sapere alla delegazione della Conferenza episcopale tedesca che deve discutere di nuovo le bozze per un documento pastorale sull'amministrazione della comunione, tra le altre cose, e tentare di trovare unanimità. Unanimità su che cosa? Supposto che tutti i membri della Conferenza episcopale tedesca, dopo averle discusse di nuovo, decidano all'unanimità che si può amministrare la comunione ai protestanti sposati con un cattolico (il che non succederà), questa - pur essendo contraria a ciò che dicono al riguardo il codice di diritto danonico e il catechismo della Chiesa cattolica - diventerà la nuova prassi nella Chiesa cattolica in Germania? La prassi della Chiesa cattolica, fondata sulla sua fede, non è determinata e non si cambia statisticamente quando una maggioranza di una Conferenza episcopale vota in favore di questo, nemmeno facendolo all'unanimità».La scelta di concedere una via per l'intercomunione, dice alla Verità una fonte addentro alle questioni della chiesa tedesca, è solo «un modo per sanare una situazione di abuso liturgico che nelle chiese del Nord Europa è purtroppo molto diffuso: sono tantissimi i protestanti che si comunicano nella messa cattolica e anche i cattolici che indifferentemente prendono parte alle “cene" protestanti». Insomma, le linee guida pastorali tedesche potrebbero assomigliare a una sorta di condono di fronte a una situazione di totale liquidità della prassi, più che di autentico ecumenismo. Come ha fatto notare il cardinale Eijk il punto è che per la fede cattolica l'eucaristia non è un pezzo di pane, ma il corpo e il sangue di Cristo realmente presente, mentre per i luterani il pane e il vino restano tali. «Le differenze fra la fede (luterana, nda) nella consustanziazione (il pane resta pane, nda) e quella della transustanziazione (pane e vino cambiano la loro sostanza in quella del corpo e sangue di Cristo, nda) sono tanto grandi che si deve davvero esigere che qualcuno che desidera ricevere la comunione entri esplicitamente e formalmente nella piena comunione con la Chiesa cattolica (tranne in un caso di pericolo di morte) e confermi in questo modo esplicito di accettare la fede della Chiesa cattolica, inclusa quella nell'Eucaristia».La battaglia è durissima, al punto che il cardinale olandese osserva che «i vescovi e soprattutto il successore di Pietro mancano nel mantenere e trasmettere fedelmente e in unità il deposito della fede, contenuto nella sacra tradizione e nella Sacra scrittura, non posso non pensare all'articolo 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “mistero di iniquità" sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità». Per questo il cardinale Müller ha osservato in modo netto che occorre rispondere alle domande poste dai sette vescovi tedeschi con una «chiara espressione della fede cattolica». Il Papa, ha aggiunto, deve «affermare la fede» riguardo al suo «pilastro... l'Eucaristia».Il 3 maggio al tavolo sedevano il cardinale Marx, il vescovo di Münster Felix Genn, il vescovo di Magdeburgo Gerhard Feige, il vescovo di Spira Karl Heinz Wiesemann, il segretario generale della conferenza episcopale Hans Langendörfer, gesuita, tutti sostenitori delle nuove indicazioni del «manuale pastorale»; dall'altra parte il cardinale Woelki e il vescovo di Ratisbona Voderholzer, a rappresentare i contrari. Per il Vaticano c'erano il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Ladaria con il suo capo ufficio della sezione dottrinale Hermann Geissler, quindi il cardinale Koch e il sottosegretario del Pontificio consiglio per i testi legislativi Markus Graulich. Le informazioni trapelate fanno pensare che la parte vaticana non fosse per nulla orientata a seguire i desideri di cambiare l'attuale prassi, ma Francesco vuole una Chiesa decentrata e sacramenti per tutti. Lo sciame sismico tedesco è appena iniziato.
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