
Prima di definire le aliquote della flat tax per le aziende, l'esecutivo mira a raccogliere gettito con la pace fiscale. Rispetto alle precedenti rottamazioni è previsto uno sconto sulle cifre contestate. I 5 stelle promettono la riforma dei centri per l'impiego.Prima ancora di affrontare concretamente il capitolo flat tax, l'intervento che il governo Conte vuole mettere in piedi già a partire dall'autunno è quello legato alla pace fiscale: lo scopo è mettere la parola fine alle liti pendenti fra italiani e la ex Equitalia, l'attuale Agenzia della riscossione. La misura era già prevista dal contratto di governo, ma l'accelerazione è arrivata dal vicepremier Matteo Salvini, secondo cui la maxi rottamazione delle cartelle sarebbe imprescindibile. Praticamente qualcosa compreso tra un concreto aiuto a rientrare dai debiti con il Fisco e il condono. Come spiega la Lega, ci sarebbero circa 1.000 miliardi in cartelle esattoriali non riscosse, di queste una grande fetta sono ormai ritenute inesigibili, ma l'altra metà possono invece tradursi in entrate per lo Stato, anche se - in quanto una tantum - non possono concorrere alla riduzione del deficit strutturale. L'idea sarebbe quella di offrire la possibilità a coloro che hanno cartelle esattoriali sotto un tetto da decidere (si è parlato di 100.000, ma anche di 200.000 euro) di chiudere il contenzioso pagando un'aliquota calmierata di quanto dovuto.Così facendo, potrebbe arrivare nelle casse dello Stato una cifra compresa tra 35 e 60 miliardi. Del resto, si tratta di un problema che interessa molti italiani. Le stime del consiglio della Giustizia tributaria al 31 dicembre 2017 indicano 417.000 procedimenti pendenti per un valore di 50,4 miliardi. Le critiche a questa misura, intanto, non sono mancate. L'economista ed ex premier incaricato Carlo Cottarelli ha definito questa scelta «l'ennesimo condono, tra l'altro molto generoso: un errore».Un appunto che il nuovo governo ha rimandato al mittente. Il 15% che dovrebbe pagare chi è in debito con il Fisco, argomentano dall'esecutivo, è lo stesso 15% che pagherà il contribuente dopo l'entrata in vigore delle nuove aliquote della flat tax. Al momento, però, non c'è nulla di certo. Le aliquote potrebbero essere modulate in altro modo andando da un 6 a un 15%. Inoltre, bisogna aggiungere che sono esclusi dalla pace fiscale i grandi contribuenti.Su questo fronte si è conclusa di recente un'importante operazione (registrando 950.000 domande di adesione le cui entrate avranno effetto sul gettito nei prossimi due anni: 1,65 miliardi nel 2018 e 414 milioni nel 2019). E per questo servirà adesso offrire una percentuale di sconto che renda il futuro condono appetibile. Molti contribuenti non hanno aderito perché privi di liquidità necessaria. La rottamazione, sia la prima che la seconda edizione, non consentiva infatti di dilazionare troppo nel tempo e soprattutto non concedeva sconti importanti sulle aliquote. D'altronde siamo di fronte a un cane che si morde la coda. Finché non si definisce la nuova rottamazione sarà difficile stabile l'aliquota flat per le aziende. Ma all'orizzonte non c'è solo la fine dei contenziosi fiscali degli italiani. Tra le sfide del nuovo governo c'è anche la semplificazione a livello normativo. Come ha spiegato il nuovo ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, a In 24 Ore, il governo ha contato «almeno 400 leggi inutili approvate in questi anni, che hanno sottratto tempo ai lavori parlamentari e alla discussione di provvedimenti più urgenti».Lo scopo di Fraccaro è quello di coinvolgere sempre più i cittadini. Secondo il ministro, una democrazia più diretta permette una riduzione dei costi pubblici fino al 20% e un aumento del Pil pro capite in media del 5%. I numeri sono un po' ballerini. Tanto più che vengono mischiati con la solita (sebbene importante) promessa degli assegni ai parlamentari.C'è poi l'intenzione di abolire i vitalizi per i politici di Camera e Senato. Il ministro Fraccaro ha già fatto sapere di avere una delibera già pronta per «evitare di versare assegni d'oro a chi no n ha neppure mai messo piede in Parlamento».D'altro canto, si tratta di una spesa pubblica che grava grava decisamente sulle nostre casse. Ogni anno vengono spesi 200 milioni di euro per 2.600 vitalizi, circa un miliardo di euro a legislatura. Il tema caldo sarà la riforma delle politiche attive del lavoro. Serve tornare alla produttività ed evitare in futuro incentivi fiscali alle assunzioni studiati solo per finalità elettorali.
2025-10-31
Dimmi La Verità | Guido Castelli: «I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale»
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
        iStock
    
Il luogo di culto, di oltre 2.000 metri quadri, sorgerebbe al posto di un centro culturale islamico. Cittadini e centrodestra temono che il tempio causerebbe il boom di stranieri. L’eurodeputata Anna Cisint,: «Nessuno spazio senza un’intesa con lo Stato».
Nessuno nel centrodestra sostiene l’imposta sugli affitti brevi, ma qualche «manina» l’ha inserita nella manovra. A benedirla sono i primi cittadini Beppe Sala, Roberto Gualtieri e Sara Funaro.
2025-10-31
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona approda a Istanbul: dialogo tra Occidente e Grande Eurasia
True
        Foto Pluralia
    
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
Continua a leggereRiduci






