
Conflitto d'interessi con l'armatore italosvizzero Gianluigi Aponte (Msc): sotto inchiesta Alexis Kohler.Alexis Kohler è uno degli uomini più potenti di Francia: ha un passato da alto funzionario governativo e dal maggio 2017 è segretario generale della présidence de la République, quindi è il braccio destro di Emmanuel Macron. La clamorosa inchiesta penale che da ieri lo ha preso di mira, a Parigi, rischia così di aprire una nuova falla nella chiglia dell'Eliseo, già sotto la linea di galleggiamento per popolarità. Vista da questa parte delle Alpi, però, l'indagine rischia anche di riaprire il dossier sulla mancata acquisizione dei cantieri di Saint Nazaire (Stx) da parte dell'italiana Fincantieri, che proprio Macron un anno fa bloccò con un atto d'imperio ritenuto sorprendentemente anomalo da molti osservatori.In una denuncia per «assunzione d'interessi illegali, traffico d'influenze e corruzione passiva» presentata da Anticor, un'associazione di consumatori che in Francia è in prima linea contro il malaffare in politica, a Kohler viene rimproverata la parentela con la famiglia Aponte, proprietaria della italosvizzera Mediterranean shipping company (Msc), un colosso da quasi 24 miliardi di fatturato e numero due mondiale dei trasporti navali di container. Nelle carte di Anticor, che attingono agli articoli pubblicati da giorni sul sito d'inchiesta Mediapart, si legge che la madre di Kohler è cugina prima di Raffaella Aponte, la moglie di Gianluigi Aponte, nel 1970 fondatore di Msc. Il problema è che Msc è anche tra i primi clienti di Stx, cui ha commissionato molte navi. Secondo Anticor, il conflitto d'interessi di Kohler è evidente: mentre negli anni lo Stato francese continuava a condurre negoziati sui cantieri di Saint Nazaire in crisi, l'alto funzionario ricopriva cariche al ministero dell'Economia e nello Stato, e si occupava di Stx. Ieri Macron ha reagito alla notizia dell'imbarazzante inchiesta con una secca nota ufficiale, sostenendo che i sospetti sono totalmente infondati: «Il signor Kohler», ha dichiarato l'Eliseo, «ha sempre tenuto informata la sua gerarchia sui legami personali che aveva con il gruppo Msc. Si è quindi tenuto da parte rispetto a ogni discussione e a ogni decisione legata a quest'azienda».Nato a Strasburgo 45 anni fa, laureato a Parigi e diplomato all'Ena, l'alta scuola di studi della pubblica amministrazione, Kohler è stato direttore generale del ministero del Tesoro, quindi è passato all'Agenzia francese per le partecipazioni statali, l'Ape, e qui dal 2010 si è occupato di trasporti. Sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti ora c'è proprio il periodo dell'Ape: in quella veste, per due anni, Kohler ha seduto nei consigli d'amministrazione della Renault, degli Aèroports de Paris e del Porto di Havre. Ma soprattutto in quello di Stx, che lo Stato francese oggi controlla al 33,4%. Questo, sostiene Anticor, è il peccato originale di Kohler, perché «non poteva ignorare il suo conflitto d'interessi nel rappresentare lo Stato proprio presso Stx, che ha i suoi familiari di Msc, gli Aponte, tra i principali clienti».Ma il conflitto, secondo l'associazione, continua anche quando nel 2012 Kohler lascia l'Ape perché Pierre Moscovici lo chiama come vicecapo di gabinetto al ministero dell'Economia (dove Kohler conosce Macron) e anche in quel periodo il futuro dei cantieri navali è al centro di lunghi negoziati. Nell'agosto 2016, quando Macron si candida all'Eliseo, Kohler ne è consigliere strategico fino a ottobre, quando Msc lo assume come direttore finanziario a Ginevra. Ma Kohler resta nel team del candidato: ogni mercoledì partecipa alla riunione dell'ufficio politico di En Marche!.All'inizio del 2017, in piena campagna elettorale, il presidente François Hollande dà il via libera all'acquisizione di Stx da parte di Fincantieri. Poi, a fine maggio, il suo successore Macron blocca l'operazione. E il 2 giugno anche Msc si schiera al fianco del nuovo presidente (e di Kohler) dicendosi pronta a entrare in Stx pur di evitare la vendita agli italiani: «Se fossimo azionisti», dichiara quel giorno a Le Monde Gianluigi Aponte, «faremmo di tutto affinché Fincantieri non saccheggi Saint Nazaire». C'era qualcosa dietro, come oggi sospetta Anticor? L'inchiesta giudiziaria parigina, forse, lo scoprirà.
(Getty Images)
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