2020-04-30
Siamo finiti nelle mani di pericolosi pasticcioni
All'estero ci copiano. Questo per lo meno è ciò che pensa Giuseppe Conte, il quale non nasconde di considerare il suo operato un esempio per l'Europa. Anzi, siccome non intende porre limiti alle proprie ambizioni, secondo lui è il mondo a ispirarsi alle misure prese dal suo governo. Sì, vista l'alta considerazione che ha di sé, il presidente del Consiglio non arretra neppure di fronte al ridicolo. Egli infatti pare non rendersi conto né delle gaffe del gruppo di esperti di cui ha scelto di circondarsi, né delle proprie. Dopo due mesi (...) (...) di gestione dell'emergenza, il risultato è dunque di tutta evidenza: siamo nelle mani di una combriccola di pericolosi pasticcioni. Prendete l'ultimo arrivato della compagnia, il dottor Vittorio Colao, manager di successo nel settore della telefonia. Senza nemmeno aver messo piede in Italia, ha dettato dal suo giardino di casa, cioè dalla city di Sua Maestà, le regole della riapertura. Risultato, nessuno ha capito niente, se non che dobbiamo arrangiarci o farci furbi. Il piano infatti si limita a poche paginette di consigli scontati. In un'intervista al Corriere della Sera, il grande esperto ha sintetizzato le misure dicendo che «gli italiani devono abituarsi a convivere con il problema», precisando che per quanto riguarda i provvedimenti per il rilancio «siamo solo all'inizio», perché il comitato da lui guidato si è suddiviso in sei gruppi di lavoro, manco fosse un seminario della Bocconi. Sì, le aziende sono chiuse e non si sa se riapriranno, i lavoratori sono a casa senza stipendio e non si sa quando lo incasseranno, ma per la top star dei manager la questione dei soldi da investire per far ripartire il Paese non è di sua competenza. Neppure bar, ristoranti e le messe lo riguardano, perché la task force che guida è occupata a porre la questione dei muratori nei piccoli cantieri. Sì, avete letto bene: Colao Meravigliao non pensa in grande, ma alle cose minori e tuttavia è convinto che l'epidemia sia - testuale - l'occasione per rilanciare il sistema Italia. Suggerimenti? Andare al lavoro in bicicletta, ammodernare i modelli commerciali delle nostre imprese, aumentare la partecipazione femminile al lavoro, sostenendo al contempo la natalità. Roba forte, insomma. Soprattutto roba nuova.Ma il meraviglioso Colao non è solo. Insieme a lui, lotta contro il coronavirus il commissario Domenico Arcuri, il quale pur non essendo riuscito dal 16 marzo a oggi ad assicurare le mascherine che servono agli italiani, ieri se l'è presa con i liberisti da salotto, che parlano di mercato con il cocktail in mano, dando così dell'ubriaco a chiunque non sia d'accordo con lui. L'invettiva gli è scappata di mano perché qualcuno si era permesso di dire che non si fissa per decreto il prezzo di un bene senza prima essersi informati su quanto costa produrlo. Ma al di là dell'alto tasso alcolico delle critiche o delle repliche, ieri Crai, cioè una catena della grande distribuzione, ha ritirato dai suoi banchi tutte le mascherine, perché il prezzo di 50 centesimi a cui per legge avrebbe dovuto venderle era inferiore a quello di acquisto. Risultato, Arcuri avrà dovuto riempirsi il bicchiere per mandar giù il boccone amaro. Se il commissario all'emergenza ha già collezionato alcune gaffe, non da meno è colui che gli contende il titolo di manager anti Covid, ossia il pacioso Angelo Borrelli. Di lui si ricorda la lapidaria risposta in conferenza stampa quando un giornalista gli chiese un commento alla decisione della Lombardia di rendere obbligatorie per tutti le mascherine. Il gran capo della Protezione civile, poi declassato a mezzo capo con Arcuri, rispose che lui la pezza sul viso non l'avrebbe messa, dando un forte esempio di collaborazione fra le istituzioni. Come poi sia andata lo abbiamo visto tutti. Ora i dispositivi sono indispensabili ovunque, sui mezzi pubblici, in ufficio, al supermercato, a dimostrazione che qualcuno che doveva proteggere gli italiani non aveva idee molto chiare in merito.Tuttavia, al di là dei capi delle varie task force, i migliori pasticci li combinano sempre al governo. In particolare, a essere insuperabile è la coppia Gualtieri-Conte che, se la situazione non fosse tragica, sarebbero meglio di Cochi e Renato, con il presidente del Consiglio nei panni del primo e il ministro dell'Economia in quelli del secondo. L'8 aprile il premier ha annunciato un'iniziativa poderosa di liquidità, ovvero una massa di miliardi mai vista prima a disposizione delle aziende. Che la montagna di soldi in realtà fosse un topolino lo si è capito subito, quando si è scoperto che quel denaro erano prestiti bancari che lo Stato prometteva di garantire, ma alla fine dei conti, Palazzo Chigi metteva mano al portafogli solo per 2,7 miliardi. Questo tuttavia è nulla, perché Cochi Conte e Renato Gualtieri hanno scritto un decreto con i piedi e dunque alle imprese non stanno arrivando neppure gli spiccioli. Avendo infatti disposto la linea di credito, si sono dimenticati di abolire tutte le clausole e le leggi a cui sono sottoposti gli istituti di credito. Risultato, per istruire una pratica di finanziamento non solo servono una ventina di documenti, ma alla fine è richiesta una valutazione che deve tener conto del testo unico bancario, del diritto fallimentare, di quello civile, del codice penale e pure delle norme anti riciclaggio. Fatta la frittata, allo chef di Palazzo Chigi non è rimasto che richiedere un atto d'amore alle banche, che è un po' come chiedere a un hedge fund di trasformarsi in un ente di beneficienza. Vista la provenienza, forse Conte avrebbe fatto meglio a rivolgersi a Padre Pio, anche se, vista la situazione in cui ci ha cacciato l'avvocato del popolo, serve altro che un miracolo.
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
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L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.