2020-01-21
Il misterioso virus cinese minaccia l’Italia
Il patogeno sconosciuto (parente della Sars) che terrorizza l'Oriente è trasmissibile da persona a persona. Dopo l'ammissione di Pechino partono i controlli sui voli in arrivo a Roma. E il ministero consiglia di rimandare i viaggi nella città focolaio Wuhan. Comincia a fare paura il misterioso virus cinese che non ha ancora un nome, ma che ha già fatto tre vittime e contagiato almeno 217 persone in Oriente. Ieri è arrivata la temuta conferma, da parte degli esperti della National health commission cinese, che si tratta di un coronavirus (nCoV), parente del microrganismo responsabile della Sars, e che si trasmette da uomo a uomo. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) al momento non ha rilasciato dichiarazioni, ma il ministero della Salute italiano ha annunciato l'avvio di controlli all'aeroporto romano di Fiumicino, che ha tre collegamenti diretti con Wuhan, la città cinese con 11 milioni di abitanti da cui si è sviluppato, a dicembre, il focolaio infettivo.Sarebbero due i casi di contagio da persona a persona registrati nella provincia del Guangdong, nel Sud della Cina, come riportano le agenzie. «Sicuramente è un dato che cambia lo scenario e occorre vigilare su chi viene dalle zone colpite», dice Gianni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità, «non possiamo escludere la possibilità che il virus, con il contagio da uomo a uomo, arrivi pure in Ue o Italia». Proprio con questo intento, il ministero della Salute, in una nota informa che, «come previsto dal Regolamento sanitario internazionale, all'aeroporto di Fiumicino è in vigore una procedura sanitaria per verificare l'eventuale presenza a bordo degli aerei provenienti da Wuhan di casi sospetti sintomatici e il loro eventuale trasferimento in biocontenimento all'Istituto Spallanzani». Al momento, oltre a Thailandia e Giappone, anche Singapore e Hong Kong hanno intensificato i controlli negli aeroporti, e gli Stati Uniti hanno annunciato misure simili negli aeroporti di San Francisco, Los Angeles e New York. Finora è noto che l'agente patogeno responsabile della malattia respiratoria appartiene alla stessa famiglia della Sars (sindrome respiratoria acuta grave) e del Mers (sindrome respiratoria mediorientale). Non si conosce ancora né la fonte del nuovo coronavirus né i meccanismi di trasmissione, ma secondo gli esperti sicuramente proviene da qualche specie animale che vive a stretto contatto con l'uomo. I primissimi pazienti sarebbero venuti a contatto con il virus al mercato del pesce e di animali selvatici della città industriale di Wuhan, chiuso dall'inizio del 2020.Ricondurre i primi casi a un mercato non è inusuale, dato che sono luoghi affollati in cui si hanno molteplici occasioni di contatto diretto tra uomo e animale infetto (vivo o morto che sia). L'influenza aviaria H5N1 si è diffusa in Cina proprio a partire da mercati di questo tipo. Anche ammettendo che il nuovo coronavirus sia stato trasmesso per la prima volta all'uomo da animali infetti, forse tra le bancarelle del mercato centrale di Wuhan, qualcosa però non torna. Alcune fra le persone contagiate non hanno frequentato quel luogo di recente, quindi è possibile che i focolai dell'infezione siano più di uno. Un dettaglio questo che rende particolarmente complicato tracciare il percorso del virus. La notizia del possibile contagio da uomo a uomo accresce i timori. I coronavirus nell'ospite umano hanno dimostrato un potenziale patogeno rilevante, con tassi di mortalità tra il 10 e il 30% (l'influenza ha una mortalità inferiore all'1%).Sono 224 casi di polmonite accertati dal nuovo coronavirus: 217 confermati e sette sospetti dall'inizio dell'epidemia. Nel giro di un mese la situazione però si è complicata perché le infezioni hanno superato i confini cinesi. Sono tre per ora i decessi (di cui uno a Pechino) 36 le persone che versano in gravi condizioni. I casi segnalati al di fuori di Wuhan riguardano, oltre a Pechino, Shenzhen (vicino al confine con Hong Kong). Al di fuori dalla Cina, figurano Thailandia, Corea del Sud e Giappone. Il numero di casi accertati è più che triplicato in pochi giorni (erano una cinquantina la settimana scorsa). Un aumento che preoccupa l'opinione pubblica nonostante il governo centrale vada ripetendo che la situazione è sotto controllo e che sono state attivate tutte le misure per contenere il contagio.Per di più altre stime fanno sospettare che il contagio sia in realtà molto più esteso. Solo qualche giorno fa, il numero di casi dichiarati dalle autorità sanitarie cinesi nella città di Wuhan ammontava a 45. In contemporanea però uno studio dell'Imperial College di Londra stimava, in base anche al traffico aereo da Wuhan, in circa 1.700 i casi reali in Cina legati al misterioso virus. Numeri «verosimili» anche secondo Rezza: alla luce dei circa 200 casi resi noti «il numero stimato dall'Imperial College potrebbe essere vicino alla realtà». Monta di conseguenza - non solo alle nostre latitudini - la preoccupazione. Il 25 gennaio è il Capodanno cinese, festa per la quale si prevedono maxi spostamenti in Oriente. Le autorità cinesi provano a spegnere il panico: «In maniera responsabile, la Cina informerà tempestivamente sulla situazione l'Oms, le pertinenti organizzazioni nazionali e regionali e manterrà una serrata comunicazione».
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)