2021-02-09
Il mediatore e le lauree fantasma. Giallo sulle consulenze ministeriali
Non c'è traccia dei diplomi vantati dal giornalista Rai, Mario Benotti, coinvolto nell'indagine sulle mascherine. Mistero anche sulle due collaborazioni con i big del Pd, Sandro Gozi e Graziano Delrio: non si trovano i decreti di nominaIn questo Paese il titolo di dottore non si nega a nessuno. A partire da quando si sale su un taxi alla stazione Termini o all'aeroporto di Fiumicino, dove è tutto un «dotto'». Sarà per questa ossessione per l'attestato che spopolano i corsi accademici su Internet, ma pure le lauree false o semplicemente millantate. Come dimostra il caso dei vip assortiti che negli anni '80 si comprarono il diploma in Economia e commercio alla Sapienza di Roma. Ma c'è la vicenda di un titolo probabilmente mai conseguito che si intreccia con l'inchiesta giudiziaria sulle mascherine acquistate dalla struttura del Commissario straordinario per l'emergenza Covid. Domenica sera la trasmissione Non è l'arena di Massimo Giletti ha fatto emergere una notizia che potrebbe ingenerare più di un sospetto sulla credibilità dell'uomo che ha fatto da trait d'union, incassando almeno 12 milioni di euro di provvigioni, tra lo staff di Domenico Arcuri e le società di import export cinesi che hanno fatto atterrare in Italia 801 milioni di mascherine. Un affare su cui adesso indaga la Procura di Roma, sospettando pasticci. Il mediatore laureato è Mario Benotti, giornalista Rai in aspettativa, il quale nel suo sterminato curriculum, consultabile sul suo sito personale, ha scritto: «Sapienza Università di Roma. Laurea in giurisprudenza 1983-1988». In realtà il certificato della carriera universitaria di Benotti, scovato da Giletti, dimostrerebbe che l'uomo sarebbe stato sì iscritto all'ateneo cinque anni, più uno fuori corso (1988-'89), ma che «non risulta aver sostenuto alcun esame». Zero tituli dunque. Con un discreto dispendio di tasse universitarie. Due mesi fa, dopo l'imbeccata di una fonte, avevamo chiesto conferma a Benotti del conseguimento della laurea, ma non ci aveva risposto. Il 18 dicembre La Sapienza ci aveva riferito che il mediatore non risultava essersi diplomato da loro, ma l'agenzia di comunicazione di Benotti era stata avara di spiegazioni: «Abbiamo parlato sia con lui che con i suoi avvocati. Non intendono entrare nel merito della questione perché si tratta di questioni private e personali su cui il nostro cliente non intende rispondere». Sebbene non si sia laureato alla Sapienza, nel più importante ateneo della Capitale Benotti avrebbe fatto il docente di master e corsi, in materie come «geopolitica e sicurezza globali» e «istituzioni parlamentari». Lo scorso 4 dicembre i finanzieri hanno bussato alla porta della sua casa romana alle 6 e 40 del mattino per una perquisizione ordinata nell'ambito dell'inchiesta sulle mascherine. Nell'occasione Benotti ha fatto mettere a verbale: «Titolo di studio: laurea utroque iure conseguita presso l'università Lateranense presso la Città del Vaticano». Quindi non si sarebbe laureato alla Sapienza, ma presso un istituto della Santa Sede. In realtà il curriculum di Benotti racconta che nell'ateneo pontificio il giornalista avrebbe svolto un corso di diplomazia internazionale nel 1994. Della laurea non fa menzione. Per chiarirci le idee abbiamo provato a chiedere delucidazioni al magnifico Rettore, ma non abbiamo ottenuto risposta.Ricordiamo che l'ex direttore generale di Rai world ha fortissimi legami con Oltretevere e che il padre, Teofilo, è stato vicedirettore dell'Osservatore romano. Lui stesso avrebbe lavorato nella Radio vaticana. Nel cv si legge: «Accreditato al seguito del Santo Padre Giovanni Paolo II, ne segue i viaggi apostolici, seguendo in maniera particolare i risvolti di politica internazionale nelle missioni pontificie». Benotti sarebbe stato anche «collaboratore per la politica internazionale nelle missioni pontificie». Il cv riporta anche altre esperienze di cui non è stato possibile trovare riscontro. Il cronista-imprenditore, per esempio, indica di essere stato capo della segreteria particolare e consigliere per gli Affari politici e istituzionali di Sandro Gozi, all'epoca Sottosegretario di Stato con delega alle Politiche e agli affari europei, senza specificare la data della nomina. Abbiamo provato a domandare informazioni all'ufficio stampa di Palazzo Chigi e per l'ennesima volta nella vicenda delle mascherine abbiamo trovato un muro di gomma. Della consulenza non c'è traccia neanche sul sito del governo alla voce amministrazione trasparente. Niente di niente. Benotti, a proposito del suo cursus honorum, dà maggiori dettagli sulla sua esperienza di consigliere dell'ex ministro del Lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti. In questo caso, per esempio, ci informa dell'esistenza di un decreto di nomina, datato maggio 2016, e che avrebbe ricevuto una «delega alle tematiche dei giovani, lavoro e innovazione». Sul sito del ministero in effetti questa volta una traccia la troviamo. Nella lista di collaboratori, esperti e consulenti c'è anche Benotti e il suo contratto sarebbe durato dal 6 aprile 2016 al 5 aprile 2017. Si trattava di una consulenza a titolo gratuito, legata agli «specifici requisiti culturali e professionali» del giornalista. In tutta questa faccenda, però, il passaggio più oscuro riguarda la collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ai tempi di Graziano Delrio. Dal cv apprendiamo che Benotti sarebbe stato niente meno che consigliere giuridico dell'ufficio di Gabinetto, ma pure in questo caso sul sito del Mit, digitando nella spazio di ricerca «Benotti», non si trova nulla.Il regolamento attuativo del decreto legislativo numero 65 del 30 marzo 2001 prescrive: «Il consigliere giuridico è scelto fra magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati dello Stato, consiglieri parlamentari, nonché fra docenti universitari e avvocati, in possesso di adeguata capacità ed esperienza nel campo della consulenza giuridica e legislativa e della produzione normativa; se nominato, il consigliere giuridico, per lo svolgimento delle sue funzioni, si avvale dell'Ufficio legislativo, d'intesa con il Capo dell'Ufficio e risponde direttamente al ministro». Se i titoli di Benotti nel campo del diritto, come abbiamo visto, sono tutti da approfondire, anche l'incarico sembra necessitare di verifiche. Ufficialmente dagli uffici di Porta Pia, ieri, non è ci arrivata nessuna spiegazione, ma una fonte ci ha confidato: «Ricordo che al tempo della presunta nomina ci fu bailamme. Io credo che il contratto di Benotti fu stracciato ancora prima di essere siglato e registrato». Per ora si tratta solo di indiscrezioni. In futuro, chissà, qualcuno darà ai media qualche doverosa risposta.