2023-03-18
Il mandato di cattura non turba lo zar, che intanto rafforza l’asse con la Cina
L’Aia: «Deportati migliaia di bambini». Dmitrij Medvedev: «È carta igienica». Giuliano Amato choc: «Serve un caffè alla Sindona» per Vladimir Putin.L’asse sino-russo si consolida. La prossima settimana, Xi Jinping si recherà a Mosca per incontrare Vladimir Putin, sul quale da ieri pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Sarà la prima visita del presidente cinese in Russia da quando è scoppiata la crisi ucraina, nonché il suo primo viaggio all’estero da quando ha ottenuto il terzo mandato da segretario generale del Pcc lo scorso ottobre. «Durante la sua prossima visita di Stato in Russia, il presidente Xi avrà un approfondito scambio di opinioni con Putin sulle relazioni bilaterali e sulle principali questioni internazionali e regionali di reciproco interesse, saranno rafforzati il coordinamento strategico e la cooperazione tra i due Paesi», ha detto ieri il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin. «La visita del presidente Xi sarà un viaggio per la pace», ha proseguito, per poi aggiungere: «La Cina manterrà una posizione obiettiva ed equa sulla crisi ucraina». Dal Cremlino hanno fatto sapere che la visita inizierà lunedì con il faccia a faccia tra i due presidenti, proseguendo fino a mercoledì. «Saranno firmati numerosi importanti documenti bilaterali», ha specificato Mosca. È chiaro che Pechino punta a rilanciare il proprio ruolo diplomatico. Ritagliarsi il ruolo di mediatrice è infatti funzionale ad aumentare il proprio appeal tra i Paesi di Medio Oriente, Africa e America Latina (è in questo quadro che va inserita la sua recente mediazione nell’accordo tra Teheran e Riad). Il Dragone vuole, insomma, marginalizzare Washington e porre le basi per un nuovo ordine internazionale, di cui essere il perno. Non a caso, gli americani guardano con preoccupazione al ruolo cinese. Proprio ieri, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha detto che la proposta di cessate il fuoco avanzata da Pechino non porterebbe a una «pace duratura» e favorirebbe Mosca. Non solo. Dalla Casa Bianca temono che, durante il suo viaggio in Russia, Xi possa decidere di inviare «supporto letale» al Cremlino.Ora, la questione ha due aspetti. Da una parte, è lecito dubitare della terzietà cinese. Il Dragone sta effettuando esercitazioni militari congiunte con Russia e Iran nel golfo di Oman, non ha mai condannato l’invasione russa dell’Ucraina e ha proposto un documento di pace fumoso, mentre un drone civile cinese modificato è stato recentemente abbattuto nell’Est dell’Ucraina. Dall’altra parte, va sottolineato che l’amministrazione Biden sta progressivamente perdendo influenza politica su Medio Oriente e America Latina, senza aver ancora elaborato una strategia chiara (e quindi misurabile) in Ucraina sul fronte militare e politico. Una confusione, quella di Biden, di cui Pechino sta approfittando e che sta attirando le critiche dei repubblicani. Nel frattempo, la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso un mandato di arresto contro Putin e la commissaria per i diritti dei minori presso il Cremlino, Alekseyevna Lvova-Belov, accusandoli di essere responsabili della deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia. Di «decisione storica» ha parlato Kiev, mentre Mosca ha detto che quanto stabilito dall’Aia «non ha alcun significato legale» (più esplicito il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, che ha parlato di «carta igienica»). Soddisfazione è invece stata espressa dall’Ue e dal Regno Unito. Nonostante l’indubbio valore simbolico, non sono al momento chiare le possibili conseguenze del mandato all’atto pratico: la Corte non celebra processi in contumacia e, come sottolineato ieri dalla Cnn, è molto improbabile che il capo del Cremlino sarà arrestato o consegnato dalla Russia. «La Cpi sta facendo la sua parte di lavoro come tribunale», ha detto il presidente della Corte, Piotr Hofmanski. «I giudici hanno emesso mandati di arresto. L’esecuzione dipende dalla cooperazione internazionale», ha proseguito. Ricordiamo che dallo Statuto di Roma, che istituì l’Aia, si sono ritirati in passato sia gli Stati Uniti sia la Russia, mentre Cina e India non lo hanno mai firmato. Nel frattempo in Italia, l’ex presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, è stato il protagonista di una dichiarazione choc. Nel corso della presentazione di un libro sull’Ucraina, ha detto infatti di ritenere che «l’unica soluzione sia un caffè come quelli che ai nostri tempi si davano a Michele Sindona». Quasi a evocare un avvelenamento di Putin, visto che il banchiere morì in carcere, per un caffè con cianuro di potassio, nel 1986. La Turchia intanto ha reso noto di voler ratificare l’ingresso della Finlandia nella Nato. L’Ungheria, dal canto suo, voterà sull’ammissione di Helsinki e Stoccolma il prossimo 31 marzo. Dall’altra parte, Polonia e Slovacchia si sono impegnate a fornire a Kiev caccia Mig-29. «Questo equipaggiamento sarà distrutto», ha replicato il Cremlino, mentre la Casa Bianca ha confermato di essere restia a fornire F-16, definendo la mossa di Varsavia una «decisione sovrana».
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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