2022-05-08
Il «mago delle poltrone» affossa la Puglia
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
Diciassette cantieri e 245 milioni di euro bloccati, ospedali che scoppiano o cadono a pezzi mentre non si bada a spese per vaccinare. Una crisi organizzativa causata da scelte e ritardi nelle nomine dei vertici Asl che sono valsi al governatore un nuovo soprannome.Quando il professor Pierluigi Lopalco, sei mesi fa, si è dimesso da assessore alla Salute della Regione Puglia, si era intuito che una bomba era già innescata. E, forse, anche per questo motivo, il governatore rosso Michele Emiliano, da un po' di tempo a questa parte, mantiene un profilo basso. Nelle ultime settimane si è sollevato dalla palude mediatica nella quale si era inabissato solo per fare qualche proclama populista, provando a speculare politicamente sui rincari. E ha annunciato il «reddito energetico», rivolto a nuclei familiari con Isee inferiore a 20.000 euro. Basta scartabellare, però, nel mare magnum della protesta pugliese per capire subito che il tallone d’achille di Emiliano è proprio la sanità. Un settore nel quale, a sentire Lopalco, il governatore pugliese avrebbe agito da accentratore, scavalcando l’ex assessore perfino nel rapporto con le Asl, con le Agenzie e, soprattutto, con i suoi stessi uffici. Poi la bomba è scoppiata: 17 interventi bloccati nel campo dell’edilizia sanitaria pugliese, per una spesa totale di 245 milioni. Il bubbone è venuto alla luce il 2 maggio scorso, nel corso delle audizioni nelle commissioni regionali. I fondi Cipe stanziati, che avrebbero dovuto rimettere a nuovo gli ospedali della Puglia, non potranno essere spesi sino a quando non sarà pronto il progetto del nuovo ospedale nel nord Barese, le cui procedure sono in un ritardo disarmante. Nel frattempo, le strutture cadono a pezzi. A Gallipoli ancora raccontano di quando, a marzo, ha ceduto un pezzo del controsoffitto del reparto di Pediatria. Con i piccoli pazienti, non senza difficoltà, trasferiti in tutta fretta a Galatina. L’ennesima figuraccia. Ma la sanità pugliese è in affanno anche nella realizzazione del nuovo ospedale che sta sorgendo tra Monopoli e Fasano. Tanto che l’Asl di Bari si è vista costretta a inviare, su richiesta dei magistrati della Corte dei conti, tutta la documentazione relativa a ritardi e aumento dei costi. Anche per la spesa farmaceutica la Regione Puglia lo scorso anno non ha certo brillato: tra gennaio e settembre 2021 (ultimi dati disponibili) lo scostamento tra spesa programmata e quella reale ammontava a circa 180 milioni di euro, piazzando la Puglia al secondo posto della black list. Solo la Campania, stando ai report dell’Aifa, è riuscita a fare peggio. Nonostante le crisi delle strutture ospedaliere, però, il governo Emiliano ha investito non poco in incentivi ai medici vaccinatori (come indicato nel paragrafo 7 del Piano regionale vaccinazione anti Covid). E mentre si investiva nei vaccinifici, gli ospedali scoppiavano. A luglio le foto dei pazienti parcheggiati per giorni nei corridoi del Pronto soccorso di Copertino (Lecce) hanno fatto il giro del web. Il caos organizzativo, a sentire chi negli ospedali pugliesi ci lavora, sarebbe stato prodotto proprio dal valzer delle nomine controllate da Emiliano, che sui giornali locali è stato ribattezzato «il mago delle poltrone». Alcune Asl sono rimaste in attesa di un direttore generale o di un direttore sanitario per mesi. Altre, con i dg in scadenza, si sono concentrate su soppressioni o accorpamenti di unità operative, pur di poter cambiare o nominare qualche coordinatore gradito. E nella grave crisi sanitaria pugliese si inserisce anche la fuga dei medici dell’emergenza-urgenza dal servizio di 118, stanchi per i carichi di lavoro esorbitanti, lasciati a operare senza rinforzi. E anche le denunce dell’associazione dei medici dirigenti sono cadute nel vuoto. L’analisi della sigla sindacale è scoraggiante: «Al di là delle progettualità previste dal Pnrr e dai relativi annunci rassicuranti, la Puglia, succube del corporativismo, non ha mai promosso la necessaria condivisione tra specialisti ospedalieri e medici del territorio di procedure, percorsi e protocolli al fine di garantire la continuità delle cure e la presa in carico dei pazienti». A sentire l’associazione, «alcuni distretti» verserebbero «in condizioni pietose», con numerose pratiche «inevase a danno degli utenti più fragili, organici e organizzazione al limite della sospensione di pubblico servizio, grave crisi dei servizi di igiene e prevenzione alimentare». E, come se non bastasse, le inchieste giudiziarie dilagano. A dicembre 2021 è stato arrestato il direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia: «Turbativa d’asta e falso ideologico per il servizio di elisoccorso». Solo un mese dopo è toccato al capo della Protezione civile pugliese per una storia di mazzette. Gli investigatori sottolinearono «la carenza di rotazione fra gli imprenditori assegnatari di appalti dalla Protezione civile, emersa già durante la prima fase delle indagini, focalizzata sull’edificazione dell’ospedale Covid alla Fiera del Levante». E, infine, a marzo la Procura di Bari ha chiuso le indagini sul capo di gabinetto della Regione Puglia e sul commissario straordinario dell’Asset che avrebbe dovuto monitorare i lavori del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto. Incarico quest’ultimo, secondo l’accusa, sul quale graverebbe l’omessa comunicazione di «gravi ragioni di convenienza» e di una situazione di conflitto di interessi dovuto alla «comune militanza politica» con il presidente Emiliano e con l’operatore economico in gara risultato vincitore. E proprio ora che il governatore pensava di aver messo un tappo sulle critiche tirando nella giunta l’ex di Forza Italia Rocco Palese, qualcuno ha tirato fuori i post sui social dei battibecchi con Emiliano sulla sanità che il neo assessore, quando era all’opposizione, definiva «da terzo mondo». Dal centrodestra gli fanno un grande in bocca al lupo.