2019-11-19
Il M5s sfratta l’ex ministro: «Inaccettabile»
Sia Luigi Di Maio sia il «Blog delle stelle» chiedono a Elisabetta Trenta di andarsene: «Spesso i clientelismi prevalgono sui bisogni dei soldati. I nostri valori sono incompatibili con l'intenzione di mantenere la casa». Andrea Marcucci, capogruppo del Pd, annuncia un'interrogazione.L'affaire della casa di Elisabetta Trenta può costare carissimo al M5s. I vertici del Movimento lo sanno bene: la Trenta è un big del partito e non a caso ieri dal quartier generale pentastellato è partito un vero e proprio bombardamento contro l'ex ministro della Difesa, che però non molla e resta incollata all'appartamento. «Questa cosa», attacca il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, su Rtl, «dal mio punto di vista non è accettabile, ha smesso di fare la ministra due mesi fa, ha avuto il tempo per lasciare la casa, è bene che ora la lasci e se il marito in quanto militare ha diritto a un alloggio può fare domanda e lo otterrà. Questa cosa», attacca Di Maio, «fa arrabbiare i cittadini e anche noi perché siamo quelli che si tagliano gli stipendi».La linea dettata da Di Maio viene corroborata da un post sul Blog delle stelle: «Le spiegazioni di Elisabetta Trenta», si legge sull'organo ufficiale dei pentastellati, «a proposito dell'assegnazione dell'appartamento al marito, non sono sufficienti. I nostri valori sono incompatibili con l'intenzione di mantenere l'appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito. Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di Difesa. Luca Frusone, nostro portavoce in commissione Difesa», aggiunge il M5s, «ha presentato proprio in questi giorni una risoluzione che chiede la riorganizzazione degli alloggi militari. Quella degli alloggi militari è una questione di cui ci siamo occupati, perché spesso prevalgono amicizie e clientelismi, a danno dei soldati che, appunto, hanno davvero bisogno. Ci auguriamo che Elisabetta Trenta lasci la casa e se il marito, in quanto militare, ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà». Per una volta, anche l'ex ministro per il Sud Barbara Lezzi concorda con la linea di Di Maio: «Secondo me», riflette ad Agorà, «anche per ragioni di mera opportunità, bisognerebbe lasciare l'appartamento e basta».Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri mette in evidenza un particolare interessante: «La Procura militare dà un segno della sua esistenza annunciando di occuparsi del caso Trenta. Siamo garantisti e attendiamo gli sviluppi. Però, sotto il profilo dell'opportunità, gli errori della Trenta sono clamorosi e quindi ci attendiamo uno sgombero immediato dell'alloggio. O lo farà lei o saranno i tanti senza casa a sollecitarlo con la loro presenza. Voglio anche segnalare», evidenzia Gasparri, «che sulla pagina “Amministrazione trasparente" del ministero della Difesa, si segnala un'ultima modifica allo status dell'ex ministro intervenuta in data 18 novembre 2019, cioè oggi (ieri, ndr). Cosa ha cambiato in fretta e furia l'ex ministro Trenta? C'era qualcosa da nascondere o da aggiungere? Perché non lo dice pubblicamente? Questa vicenda ricopre di ulteriore vergogna tutti i grillini d'Italia. Per noi non è una sorpresa, per l'Italia deve essere una presa d'atto di chi sia questa gente».Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, è perentoria: «La scelta corretta», dice a Uno Mattina, «era quella di non chiedere di mantenere l'alloggio. Adesso deve lasciare la casa. Mi dispiace dover registrare che il M5s, che era arrivato con la promessa di aprire il Palazzo, oggi sia il movimento politico che è più avvezzo al mantenimento dei privilegi». Su Facebook, la Meloni è caustica: «Bene», scrive, «il bonus traslochi chiesto dal M5s. Così magari la Trenta si decide a lasciare l'alloggio di servizio che non le spetta».Un articolato ragionamento politico arriva da Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia vicinissima a Silvio Berlusconi: «Nonostante quanto emerso, l'ex ministro Trenta conferma l'indisponibilità a lasciare l'appartamento assegnatole per ragioni di servizio quando era titolare del dicastero della Difesa. È la dimostrazione plastica dell'attaccamento al potere dei grillini: se perdono la poltrona, come nel caso della Trenta, pretendono di tenersi almeno i benefici, nel caso specifico un appartamento. Una conferma che arriva dalla stessa Trenta che anche oggi, oltre a difendere il possesso di quella casa, ribadisce di essere e di voler rimanere nel M5s, precisando anche di essersi candidata ad avere un ruolo nella nuova organizzazione grillina, vanificando così il ridicolo tentativo dei suoi compagni di partito di prendere le distanze da questo abuso».Infine, confusione nel Pd: «Non conosco l'ordinamento militare», ha scritto su Twitter il vicesegretario dem, Andrea Orlando, «sono però curioso di capire come si possa aprire un procedimento senza ipotesi di reato e senza indagato, così come annunciato dalla Procura militare a proposito dell'affaire Trenta». Mentre il capogruppo il capogruppo al Senato Andrea Marcucci ha chiesto all'ex ministro di chiarire «velocemente» e ha annunciato un'interrogazione urgente.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)