2020-08-08
Il lockdown totale è costato 100 miliardi
Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images
Se il governo avesse chiuso soltanto Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, come chiesto dai tecnici, avremmo potuto salvare l'economia del resto del Paese. Il Sud pagherà il prezzo più alto, soprattutto per i danni subiti da ristoranti, turismo ed export.Il giovane di belle speranze del governo prova a farlo passare come un provvedimento di rilancio, ma la fiscalità di vantaggio (che poi fiscalità non è) proposta per il Sud dal ministro Giuseppe Provenzano (Pd) è solo una toppa messa alla ruota di un'auto che ha tutte e quattro le gomme bucate. Non basterà al Mezzogiorno lo sconto sui contributi - si parla del 30 % per i prossimi cinque anni e poi a scalare fino al 2029 - per ripartire. Pare che il governo non capisca: i posti di lavoro vanno creati, prima di assumere, servono investimenti, liquidità, consumi. Ma se anche passerà il provvedimento di Provenzano sarà un parzialissimo risarcimento al danno enorme che Giuseppe Conte ha prodotto al Paese decidendo il blocco totale invece che fidarsi del parere del comitato tecnico scientifico che raccomandava chiusure rapide e settoriali delle aree severamente colpite dal virus cinese. Così non è stato e oggi si contano gli ipotetici danni che per il Sud sono devastanti. Hanno provato a fare i conti - per la verità molto spannometrici - stabilendo che il fermo Covid è costato al Centro Sud 100 miliardi tondi, come scritto dal Messaggero. Il ragionamento è il seguente. Se l'Italia perderà il 10% del Pil a fine anno (stima che appare ottimistica), poiché il Pil nazionale assomma a circa 1.750 miliardi, perderemo 175 miliardi di ricchezza, e dato che le tre regioni più colpite (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) producono all'incirca 750 miliardi di Pil (e ne hanno persi 75), il resto d'Italia ha perso «incolpevolmente» 100 miliardi. Non c'è base scientifica per dirlo, ma il conto convince Luciano Sbraga, responsabile del centro studi della Fipe Confcommercio. L'allarme di Sbraga è basato sui conti dei ristoranti, Bernabò Bocca (Federalberghi) fa quello degli hotel e tutti insieme concordano che - escludendo le tre regioni più colpite dal virus - se il governo avesse fatto una chiusura parziale avremmo avuto meno danni. Avendo occhio per esempio ai ristoranti si stima che le 330.000 tavole per 1,2 milioni di impiegati perderanno circa 22 miliardi, di questi il 60%, cioè 12, saranno persi al Sud. Lo stesso vale per il turismo che al Sud perderà circa il 58% del suo fatturato e siamo attorno ai 15 miliardi. Ma ci sono altri indicatori da tenere presenti. Ne fa largamente cenno lo Svimez, il centro studi presieduto da Adriano Giannola , che all'impatto della crisi Covid ha dedicato una corposa analisi. Se ne ricava che ogni mese di chiusura è costato all'Italia 48 miliardi di valore aggiunto, di cui 10 al Sud. Pro capite significano 1.000 euro in meno al Nord e 500 in meno al Sud per una media di 788 euro. Forse c'è spazio per una class action al governo... E, scherzi a parte, molti imprenditori del Centro Sud stanno pensando di chiamare in giudizio Giuseppe Conte e il governo se sarà confermato che il presidente del Consiglio ha adottato tardivamente le misure al Nord e ha esteso il blocco a tutto il Paese non essendocene né le ragioni né le condizioni. In termini di fatturato abbiamo perso ogni mese più 25 miliardi, il Sud se ne è mangiati 7,7, il Centro 5,2, il Nord 12,3. Ma questi numeri non dicono che il Sud farà immensamente più fatica a ripartire, che ha perso 380.000 posti di lavoro più oltre 80.000 di quelli che alimentano l'economia sommersa, che al Sud è crollato il mercato edilizio, che il rimbalzo se ci sarà sarà la metà di quello del Centro Nord (2,3% contro 5,4% di ripresa del Pil attesa nel 2021) e che i consumi al Sud sono crollati del 10,4%, quasi due punti in più che al Nord. Nonostante nel Mezzogiorno si sia concentrato il 30% degli aiuti per circa 75 miliardi di euro, la caduta del Pil è stata contenuta di circa 2,1 punti al Centro Nord e di quasi 2,8 punti percentuali nel Mezzogiorno, anche se in termini pro capite il beneficio è maggiore al Centro Nord (1.344 euro) rispetto al Mezzogiorno (1.015 euro). Ciò fa dire a Svimez che al Sud c'è il 400% di aziende in più che rischiano di chiudere. Una fotografia impietosa che inchioda il governo, compreso il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri (Pd), che ha avallato le chiusure senza batter ciglio a gravi responsabilità. Aver chiuso tutto ha stoppato la corsa di regioni come le Marche, l'Abruzzo, la Toscana, il Molise, la Sardegna e la Puglia che stavano correndo più della media nazionale (le Marche avevano un più 3% di Pil a fronte di una crescita italiana sotto l'1%) e ha incrementato la vulnerabilità estera. Uno studio di Nomisma ha stimato quanto lo stop da Covid ha inciso sulle singole regioni in termini di export. Ci sono regioni del Centro Sud che hanno sofferto più della Lombardia: la Toscana, le Marche, la Basilicata, l'Abruzzo e quasi tutte le regioni del Centro e del Sud hanno altissime percentuali di vulnerabilità delle loro economie dal blocco dei mercati terzi. Questa è la prima conta dei danni, una fotografia che si poteva scattare prima. Strano che Giuseppe Conte, che con una «corte» di 470 esperti ha fatto il reality show dell'economia a Villa Pamphili, con gli Stati generali non si sia accorto di aver rovinato un Paese.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)