
Il testo unificato contro l'omotransfobia conferma i timori della prima ora: fino a 6 anni di carcere e indottrinamento per chi non si allinea alle istanze Lgbt. Eppure il giornale dei vescovi lo giustifica: «Non si può bollare come propaganda a senso unico».Presentato lunedì pomeriggio, il ddl Zan ha confermato praticamente tutte le preoccupazioni nell'aria. Infatti, oltre a pene assai severe - fino a 6 anni di carcere -, per i non allineati alle istanze Lgbt è prevista la rieducazione con lavoro presso le associazioni arcobaleno, con tanto di stanziamenti economici per iniziative gay friendly nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche. Ciò nonostante in casa cattolica c'è chi, incredibilmente, pare stia tirando un sospiro di sollievo.Parliamo di Avvenire, il quotidiano della Cei, che ieri, con un articolo a firma di Luciano Moia, ha invitato ad abbassare i toni, esortando perfino a cogliere quanto di buono conterrebbe il ddl contro l'omotransfobia. Esagerazioni? Purtroppo no. L'articolo in questione è difatti molto chiaro quando, con riferimento alla «Giornata nazionale contro l'omofobia» e alla «strategia nazionale contro la violenza di genere» - tutte cose che il ddl Zan appoggia con forza -, parla di «iniziative ad alto tasso di rischio ideologico che sarebbe però sbagliato bollare subito come propaganda Lgbt a senso unico».A dispetto delle innumerevoli prove della matrice anticristiana di fior di iniziative arcobaleno organizzate negli anni, il giornale dei vescovi ora quindi invita alla prudenza dato che, prima di bollare qualcosa come «propaganda Lgbt a senso unico», bisogna dare all'associazionismo Lgbt un'altra chance. E questo è niente. Infatti l'articolo di Moia prosegue evidenziando, sempre rispetto alle trovate Lgbt, come «con una gestione equilibrata e senza estremismi» esse «potrebbero rivelarsi anche ottime occasioni educative».Ora, che Zan o Scalfarotto possano definire «ottime occasioni educative» quanto promosso dall'associazionismo Lgbt ci sta. Rispecchia il loro ruolo. Ma che ciò venga messo nero su bianco sulle colonne di Avvenire, ecco, lascia di sale. Anche perché nell'intervento in questione non viene portata uno straccio di prova in favore del fatto che sarebbe «sbagliato bollare come propaganda Lgbt» iniziative come la Giornata contro l'omofobia o quei programmi contro la violenza di genere che, a lato pratico, si son già tradotti nell'indottrinamento gender nelle scuole.Allo stesso modo, non si capisce come possano materializzarsi «ottime occasioni educative» quando di mezzo c'è una galassia associazionistica che, per idee e rivendicazioni, sta agli antipodi della dottrina cristiana su sessualità e matrimonio. Ma soprattutto come mai, dopo che il 10 giugno scorso la Cei aveva denunciato il «rischio di derive liberticide», ieri Avvenire ha scelto di prendere una linea ben più morbida sul ddl Zan? Chi ha tentato di fare luce su questo piccolo giallo è il vaticanista Giuseppe Rusconi, il quale sul suo sito, rossoporpora.org, è arrivato a parlare di «corrispondenza d'amorosi sensi tra Zan e Avvenire».Nello specifico, a Rusconi non è sfuggito un dettaglio che, come subito si vedrà, propriamente dettaglio non è. Infatti, nell'illustrare il testo unificato, Zan ha fatto riferimento all'omofobia come una piaga avvertita anche nel mondo cattolico come provano le «veglie di preghiera nelle diocesi di Palermo, Parma, Sanremo, Lucca, Alessandria, Reggio Emilia, Roma, Trieste, Bologna, Siracusa, Firenze, Torino, Cagliari, Napoli, Genova, Milano, Cremona». Per chi volesse saperne di più su tali veglie, il deputato Pd ha rinviato, in nota, ad un pezzo di Avvenire del 16 maggio 2018 sugli «incontri ecumenici e fiaccolate» organizzati «in molte diocesi per la Giornata internazionale per il superamento dell'omofobia e della transfobia».Ebbene, quell'articolo era firmato da Luciano Moia. Lo stesso, nota Rusconi, secondo cui dal ddl Zan potrebbero scaturire «ottime occasioni educative». E lo stesso che, al termine del suo editoriale ieri, ha evidenziato come nella relazione illustrativa l'onorevole dem abbia «ricordato l'impegno profuso da tante realtà associative in occasione della Giornata contro l'omofobia» incluse le «veglie di preghiera organizzate ormai da anni in molte decine di diocesi da Nord a Sud». In pratica, Zan cita Avvenire e Avvenire si compiace di essere stato citato da Zan.Ora, non si può dire se questa sia una «corrispondenza d'amorosi sensi». Di certo, ed è la nota più sorprendente, il quotidiano dei vescovi ha assai attenuato, se non del tutto abbandonato, le ostilità verso il ddl contro l'omotransfobia. Il che lascia quanto meno perplessi dato che, anche nel testo unificato, restano pericolosamente indefiniti i contorni delle discriminazioni sull'orientamento sessuale che ci si prefigge di contrastare e punire fino a 6 anni di galera.Per capirci: quando contrasta l'utero in affitto Arcilesbica è omofobica, conformemente a quanto sostiene, furiosa, parte dell'associazionismo gay? E chi cita le lettere di san Paolo ai Romani e ai Corinti? E chi sostiene che quella tra uomo e donna sia l'unica vera famiglia? Sono tutti nodi gravemente irrisolti che Avvenire, ora, sembra voler eludere strizzando l'occhio ad Alessandro Zan.
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