2022-09-22
Londra paga le bollette. E noi?
La decisione di Downing Street: lo Stato coprirà il 50% delle bollette alle imprese. «Mossa obbligata per proteggere il sistema economico e arrestare l’inflazione».Il grido d’allarme delle associazioni dilettantistiche: da Roma solo poche briciole. «La gestione di una vasca olimpionica passerà da 350.000 euro a oltre 1 milione».Lo speciale contiene due articoliLa corsa a salvare le imprese dal caro gas continua in tutto il nostro continente. Adesso la Gran Bretagna ha deciso che dal mese di ottobre coprirà il 50% del costo delle bollette per l’energia delle imprese per i prossimi sei mesi. Questo annuncio è stato dato in attesa di sapere cosa stabilirà il governo domani per il piano contro il caro energia.In ogni caso, a partire dal 1 ottobre, e per sei mesi, i prezzi all’ingrosso dell’elettricità e del gas naturale verranno fissati rispettivamente a 211 sterline e a 75 sterline al megawattora. «Ci siamo mossi per impedire che le imprese collassino, proteggere l’occupazione e frenare l’inflazione», ha detto il cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng. I gruppi del settore hanno accolto favorevolmente il pacchetto, ma hanno avvertito che potrebbe essere necessario ulteriore sostegno dopo l’inverno. Resta inteso che il regime sarà riesaminato dopo tre mesi con un’opzione per estendere il sostegno alle «imprese vulnerabili» - ma non è noto quali settori rientrino nella categoria.Anche gli ospedali, le scuole e gli enti di beneficenza riceveranno aiuto, ha affermato il governo. La misura, per altro, arriva dopo che i ministri avevano annunciato un piano da 150 miliardi di sterline per aiutare le famiglie per due anni contro il caro bollette. Il primo ministro Liz Truss ha affermato che il governo ha compreso l’«enorme pressione» che le imprese, gli enti di beneficenza e le organizzazioni del settore pubblico devono affrontare. Ha aggiunto che il nuovo schema fornirebbe «certezza e tranquillità». «Esiste il pericolo reale che, prima di mettere in atto il nostro progetto di aiuti, bar, pub e negozi potrebbero chiudere e semplicemente non potevamo permettere che ciò accadesse», ha spiegato la premier alla stampa a New York. «Ecco perché è giusto che il governo prenda una decisione a sostegno delle attività economiche». Ma nonostante i cospicui aiuti (che in Italia ci sogniamo) ci sono anche delle polemiche interne. In molti si chiedono quanto costerà e chi lo pagherà. La certezza è che l’esborso sarà finanziato tramite il ricorso all’indebitamento pubblico. Liz Truss infatti non intende tassare ulteriormente i profitti extra delle società energetiche, come invece chiede l’opposizione laburista. Ma c’è chi dice che l’annuncio è arrivato tardi: «Questo ha lasciato le aziende sotto una nuvola di dannosa incertezza» il commento di Sarah Olney, portavoce del Tesoro Lib dem che ha aggiunto: «Oltre i prossimi sei mesi il governo non ha stabilito un piano e questo costituisce un problema per le imprese che hanno bisogno di prendere decisioni a lungo termine». Oltre a questo, la Gran Bretagna si muove anche per migliorare la propria indipendenza energetica: fra le misure adottate dal neo primo ministro Truss, ci sono 100 nuove licenze di trivellazione nel Mare del Nord, e un potenziamento della produzione di energia nucleare.Gli aiuti, come da settimane, continuano in tutta Europa. Il governo tedesco ieri ha annunciato che acquisirà il 98,5% di Uniper (per 8 miliardi di euro), il più grande importatore di gas del Paese, per salvare il gruppo dalla bancarotta. Non solo perché perfino l’Olanda, che si è opposta con forza all’introduzione di un tetto al prezzo del gas che l’Europa importa dall’estero, ha deciso di intervenire sul suo mercato interno con un tetto al costo dell’energia per andare incontro alle famiglie. Un price cap a tutti gli effetti che entrerà in vigore il prossimo gennaio 2023, con aiuti che inizieranno però già da novembre e consisteranno in un limite ai prezzi al consumo di gas e dell’elettricità, rispettivamente di 1,50 euro a metro cubo e 70 centesimi per kilowattora (KWh). Sembra una beffa ma non lo è. Da un lato gli olandesi impediscono che si fissi un tetto comune ma dall’altro pensano giustamente a salvare la loro economia.Insomma dopo Francia, Spagna, Germania, Svezia, Ungheria e tanti altri Paesi adesso anche Gran Bretagna e Olanda intervengono pesantemente per salvare il mercato interno dalla crisi energetica, per cercare di mettere un freno all’enorme crisi finanziaria in arrivo. Noi, invece, alla finestra a guardare. Aspettando Bruxelles.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-governo-inglese-apre-il-portafogli-2658319109.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="particle-1" data-post-id="2658319109" data-published-at="1663785306" data-use-pagination="False"> div class="GN4_subheadline"> Alla vigilia dell’autunno lo sport dilettantisco italiano rischia il fallimento. All’origine del tracollo, che avrebbe conseguenze economiche e sociali devastanti per il Paese, c’è il rincaro dell’energia dovuto alle sanzioni contro la Russia. Come se non fosse bastato il biennio pandemico, adesso è la congiuntura economica che fa schizzare alle stelle i costi per la realizzazione, e soprattutto manutenzione, degli impianti sportivi. Uno dei casi che rappresenta al meglio il problema energetico è quello delle piscine. Nonostante i numerosi appelli per un maggiore sostegno economico, agli imprenditori del settore sono arrivate solo poche briciole. Nel 2022 il governo ha varato quattro provvedimenti per i gestori delle strutture natatorie e d’impiantistica sportiva: tre Dpcm e il recente dl Aiuti bis. Nel primo intervento, del 28 gennaio 2022, i fondi complessivi a disposizione per le piscine ammontavano a 30 milioni di euro, denaro che è stato erogato solo cinque mesi dopo, per la precisione lo scorso giugno, quando i gestori hanno intascato una cifra tra i 35.000 e i 112.000 euro. Nel secondo Dpcm ufficializzato lo scorso 10 giugno, le somme a disposizione per le piscine ammontano a 47 milioni; invece per quanto riguarda l’accreditamento siamo ancora in fase istruttoria e si stima che i gestori riceveranno un minimo di 25.000 euro (cifra che può aumentare in base al numero delle strutture gestite). Il terzo Dpcm del 30 giugno scorso garantisce 53 milioni per gli impianti sportivi, però come nel caso precedente il denaro, che oscilla tra i 15.000 e i 60.000 euro, deve essere ancora accreditato. Infine, come detto, il Dl aiuti bis che per lo sport stanzia 50 milioni di euro, di cui almeno la metà dovrebbe essere destinata alle piscine. «Inutile girarci intorno, c’è un evidente problema di cassa. La maggior parte dei fondi che sono stati stanziati», spiega alla Verità il presidente di Maker (realtà che gestisce 16 impianti fra piscine e palestre, e che aggrega gestori di impiantistica sportiva), Gianluca Argiolas, «non sono ancora arrivati. Se non paghiamo le bollette di luce e gas, ci staccano l’utenza». E ancora: «Sopravvive solo chi riesce a tamponare, ancora per qualche mese, l’emergenza. Per essere ancora più chiari: una piscina da 25 metri fino al 2019, spendeva per luce e gas 120.000 euro all’anno. Nel 2023 ne pagherà 550.000. L’olimpionica da 50 metri, invece, costava 350.000 euro annui, l’anno prossimo più di 1 milione. Costi energetici maggiorati di 700-800.000 euro non sono sostenibili». «A questo bisogna aggiungere che i gestori hanno il 30% in meno di ricavi per il Covid, alcune persone hanno ancora paura a recarsi nelle strutture. Senza dimenticare i costi aumentati per le famiglie, anch’esse alle prese con le bollette. E quindi ovviamente», conclude Argiolas, «hanno meno soldi da utilizzare per lo sport. È una tempesta perfetta». Va da sé che con questa congiuntura è improbabile che crescano nuovi campioni del calibro di Thomas Ceccon e Benedetta Pilato. Di fronte ai costi dell’energia pure il mondo della palla ovale non sorride, anzi. L’Unione rugby capitolina, con i suoi 600 iscritti, è la società più grande del Lazio. Dove bambini a partire dai cinque anni, fino agli over 42 possono fare attività sportiva. E non è finita qui perché ci sono gli «implaccabili», la formazione dove giocano anche persone diversamente abili. «In Italia purtroppo lo sport non è accessibile a tutti, anche se noi», racconta uno dei dirigenti della società, Cesare Marrucci, «proviamo a fare il contrario. È chiaro che veniamo incontro alle esigenze dei nostri tesserati, magari dilazionando il pagamento della quota. Però a volte non basta perché i genitori per la vergogna preferiscono non mandare più i figli al campo. Nel corso degli ultimi anni sono aumentate le persone che si rivolgono alla nostra onlus pur di continuare l’attività sportiva gratuitamente». D’altronde un anno di rugby per un ragazzo adolescente costa circa 800 euro, somma che comprende l’iscrizione alla squadra e il completino da gioco. Un esborso non indifferente per molte famiglie, a maggior ragione in una fase post pandemica aggravata dal rincaro energetico. Che farà sentire i suoi effetti più duri durante il tradizionale periodo di iscrizione, ovvero settembre e ottobre. «Avremo meno tesserati? Lo scopriremo fra un mese», rivela Marrucci. Poi c’è il capitolo costi per la società. A tal proposito non usa mezzi termini: «Sono triplicati. D’altronde abbiamo un ristorante del club e due campi da gioco: uno per l’allenamento e l’altro, in erba, per le gare. Lo tuteliamo, utilizzandolo il meno possibile. Il manto erboso ha bisogno d’acqua e per averlo sempre disponibile abbiamo fatto importanti lavori di manutenzione a inizio stagione». Per approfondire gli effetti del problema energetico sullo sport italiano, a tutti i livelli, basta ricordare cosa ha proposto due giorni fa il presidente della Lego Pro (primo livello della piramide professionistica del calcio), Francesco Ghirelli: «In pieno inverno le gare di serie C potrebbero essere anticipate ad orari mattutini. Il costo dell’energia per i club di serie C rischia di produrre danni pesanti e di far svanire le politiche di contenimento dei costi». Dal calcio al tennis lo spartito non cambia. C’è chi ha suggerito di giocare all’aperto anche d’inverno, una proposta di non facile realizzazione. L’unica cosa certa sono i costi per le tensostrutture, mediamente costavano ai gestori 50.000 euro all’anno, con il prezzo attuale di luce e gas gli importi in bolletta si aggireranno sui 200.000 euro. Gioco, partita, incontro.