2021-08-11
Il global warming? Colossale falso storico
Incendi sull'isola di Evia, Grecia (Epa/Ansa)
I mutamenti climatici ci sono sempre stati. Negli anni Settanta del secolo scorso sembrava addirittura imminente l'era glaciale. Mille scienziati inviano una petizione all'Onu asserendo che non esiste alcuna crisi. Ma il mondo politico e mediatico si fida di Greta Thunberg.Da alcuni lustri il mondo intero è allarmato da uno dei più colossali falsi della Storia: si tratta di ciò che oggi viene chiamata crisi climatica Dico oggi perché il falso ha avuto la necessità di cambiare nome, essendo stato periodicamente sgamato: uno dei tanti casi di riciclaggio, come si fa col pattume, che viene appunto riciclato anziché condotto verso la sua naturale sorte, che è l'incenerimento. Parlo del global warming che - crediateci o no - nacque come global cooling. Negli anni Settanta del secolo scorso, quando erano ormai trent'anni che il clima del pianeta rinfrescava - e ciò a dispetto del boom di emissioni dei primi decenni del dopoguerra - scienziati e media allarmavano il mondo intero per una, a sentir loro, imminente era glaciale. Il primo numero a colori del Time (31.01.1977) titolava: «The Big Freeze». Poi, dopo quarant'anni (1940-80) di global cooling, il clima cominciò a riscaldarsi di nuovo (cosa che aveva cominciato a fare fin dal 1690, anno del minimo della cosiddetta Piccola era glaciale). L'allarme fu allora per il global warming, tenuto in vita per alcuni anni, circa 15, direi. Ma, come disse quello, si possono ingannare molti per qualche tempo, qualcuno magari anche per sempre, ma non si possono ingannare tutti per sempre. Cominciava a diffondersi sempre più tra l'opinione pubblica ciò che alla Scienza era noto da tempo: il pianeta ha vissuto periodi di riscaldamento globale anche in passato, con temperature anche superiori alle odierne. Inoltre, ogni tanto questo riscaldamento smetteva di esserci. Per esempio, dopo il 1999, e per una dozzina d'anni, le temperature si sono mantenute pressoché costanti e ciò sebbene le emissioni aumentassero senza sosta: il riscaldamento globale s'era interrotto! Dovettero cambiare nome, e così nacque il climate change. Che, avendo il pregio di essere una circostanza perenne, consente di essere invocata all'uopo. Piove e vorresti il bello? Colpa dei cambiamenti climatici. Non piove ma vorresti l'acqua? Colpa dei cambiamenti climatici. Fa freddo? Fa caldo? Il vento tira troppo? O troppo poco? Colpa dei cambiamenti climatici. Ma anche climate change sta diventando impronunciabile senza arrossire. L'opinione pubblica comincia a riflettere sul fatto che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati e, allo stesso tempo, comincia a sentirsi menata per il naso. Un po' come fu per il Pci diventato poi Ds e ora Pd: le parole «comunista» e «sinistra» hanno subito la quanto mai opportuna revisione. E anche il cambiamento climatico è stato revisionato in climate crisis. Le parole non significano niente, e questo è il loro grande pregio. Nessuno sa, né si chiede o chiede cosa diavolo sia la crisi climatica. Ma, come suol dirsi, basta la parola. Basta la parola per generare paure, allarmi ingiustificati e vagheggiare catastrofi. Perché l'obiettivo vero di questi falsi è diffondere panico, da monetizzare o in denaro sonante o in carriere politiche o, per alcuni, in altrimenti improbabili carriere accademiche. Un migliaio di uomini di buona volontà hanno recentemente sottoscritto una petizione che, inviata al Segretario generale dell'Onu, vorrebbe rassicurare tutti: «Non esiste alcuna crisi climatica», è il titolo della petizione. Non posso elencarli tutti e mille e mi limito a cinque: Ivar Giaever, premio Nobel per la Fisica; Renato Ricci, ex presidente delle Società europea di fisica e, per ben 17 anni, della Società italiana di fisica; Uberto Crescenti, professore universitario di geologia e già Magnifico rettore; Franco Prodi e Nicola Scafetta, professori universitari di fisica dell'atmosfera e di climatologia. Ragione o torto che abbiano (hanno ragione e un'altra volta vi dirò perché), i mille sono stati ignorati dall'universo mondo politico e mediatico, che però sembra preferire pendere dalle labbra dell'illustre scienziata Greta Thunberg.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)