2018-07-19
Il frate star che ama farsi beffe delle leggi
Inviati alla Procura di Bergamo gli atti dell'inchiesta su padre Antonio Zanotti, il religioso accusato di abusi su un giovane straniero. Dalle testimonianze emerge il quadro di un uomo sopra le righe, che parla poco del Vangelo ma ha un ottimo fiuto per gli affari.«Padre Antonio è uno di quelli che il Vangelo non lo raccontano, lo interpretano. E per questo oggi piacciono molto». Il monsignore della Curia di Bergamo non è neppure indignato, da tempo frate Zanotti era ritenuto fuori controllo, uno one man show, un imprenditore con il saio ben ripiegato in fondo a un armadio e quasi mai indossato. Nella Vandea del cattolicesimo lombardo niente passa inosservato, tantomeno un cappuccino new age titolare di una holding della carità nella Bassa, con un giro d'affari milionario, l'orologio da gioielleria, l'auto di grossa cilindrata e la fama da duro. Quello che chiedeva, otteneva. E ai sindaci che si mettevano di traverso con richieste di autorizzazioni ripeteva: «Rispetto le leggi di Dio, di quelle dello Stato posso fare a meno».Ora che lo Stato lo mette sotto accusa per abusi sessuali (gli atti sono stati inviati alla Procura di Bergamo), il frate è a letto per un malessere di ritorno da Medjugorie, il sito online è in manutenzione e il profilo Facebook - dove domenica campeggiava la foto della sua festa di compleanno con torta di tre piani -, scompare e riappare.Tutto è silenzio, ma se hai avuto una vita da copertina il passato ti accompagna ed è fondamentale per comprendere il presente. Perfino la Gazzetta dello Sport è utile allo scopo. In un'intervista, l'ex portiere dell'Atalanta (oggi al Frosinone) Marco Sportiello raccontava tempo fa: «L'ho conosciuto da chierichetto, mi ha affascinato. Ti entrava nella testa, sapeva tutto di te anche se non glielo avevi raccontato. Non leggeva il Vangelo, ma scendeva tra i banchi a parlare delle cose che avrebbe dovuto leggere. Non mi ha mai detto: prega. Ma: ricordati dei poveri».Nato a Spirano (Bergamo) 71 anni fa, Antonio Zanotti entrò in seminario a 11 anni e da 44 è frate cappuccino. Vive ad Antegnate, fra la Brebemi e Crema, nella comunità Oasi7 dove si sarebbero consumati i reati ai danni del giovane immigrato. Ma le sue opere non si concentrano lì, sono un arcipelago nella corrente. Eccole tutte, come dopo una visura camerale, sotto il cappello della Cooperativa sociale Rinnovamento, caratterizzate da quel «sette» ricorrente per fare marketing sulle opere di Misericordia corporali. Non c'è fragilità sociale che non sia contemplata, dal punto di vista dell'afflato e anche da quello del fatturato. Oasi7 (Antegnate): comunità protetta di ambito psichiatrico, adattabile per ricovero profughi, comprendente alloggi, refettori, piscina, chiesa. Terra Promessa (Antegnate): 24 alloggi per anziani autosufficienti. 7M Silvia (Capralba): comunità per mamme e bambini maltrattati. Casa Mahima (Boffalora): ricovero e cura per tossicodipendenti. Torre dei Zurli (Pianengo): vecchia dimora con parco comprata ad inizio anno per 500.000 euro con l'obiettivo di realizzare 40 appartamenti per anziani e padri separati, non disdegnando nuovi profughi. Oltre a tutto ciò, strutture d'accoglienza in altri paesi della Bassa e la onlus Nevè Shalom per realizzare scuole in India. Poiché la fantasia non gli fa difetto, nel portafoglio c'è anche Cars of Africa, società che noleggia auto d'epoca per cerimonie e con il ricavato realizza pozzi d'acqua in Africa. In Benin ce n'è uno che porta il suo nome.Per accorgersi che padre Zanotti non è un frate da Promessi sposi basta farsi un giro per Antegnate, dove tutti ricordano le sue omelie da film di Hollywood con voce impostata e possente.E testimonial come Massimo Boldi e Pietro Paolo Virdis alle partitelle di beneficenza. «Arrivò qui 40 anni fa, era un decisionista, una forza della natura», spiega l'ex sindaco Francesco Gattinoni. «Davanti ai permessi diceva: rispetto le leggi di Dio, di quelle dello Stato posso fare a meno. Addirittura a volte Zanotti andava ad acquistare di tasca propria degli alimenti diversi da quelli che la comunità riceveva sotto forma di aiuti e donazioni, in modo da variare la scelta del menu, per far felici gli ospiti».In un minimarket non lontano dalla comunità, dove gli avventori ricordano che una volta pagò la spesa a un anziano davanti a lui alla cassa, i concetti sono tre. «Lo si è sempre visto poco ad Antegnate, se non all'inizio appena era arrivato nella nostra cittadina». «Quelle poche volte che lo si incontrava era sempre vestito elegante, con abiti firmati, telefonini e accessori all'ultimo grido; ostentava ricchezza». «Con lui i rapporti sono peggiorati quando è arrivata l'ondata di profughi». Nel 2015 tutto cambia, lui ne accoglie quasi duecento. Quegli uomini che bighellonano per il paese fanno scandalo in una terra dove la dignità del lavoro è tutto. Furti di biciclette, danneggiamenti; è difficile tenere a bada persone senza un progetto. Problemi anche a Martinengo, Cologno, Fontanella. Il sindaco di Martinengo, Paolo Nozza, gli contesta abusi edilizi; a Cologno le guardie ecologiche aprono un contenzioso perché i migranti trasformano una roggia in una discarica di rifiuti. A Fontanella l'episodio più grave: nel cento di accoglienza un'operatrice culturale viene violentata da un ospite della Sierra Leone (e salvata da altri due profughi). «tu non sei niente»Don Antonio tira diritto con le sue auto di lusso, non arretra di un millimetro e non delega niente. Adesso lo scandalo. Le accuse del ragazzo, i due video, il viagra e la droga, la denuncia di altri due migranti, frasi come: «Tu non vali niente, non sei niente, non hai niente. Ci vogliono i soldi, caro mio. Io ne ho tanti e tu non hai niente». E poi, nel gioco del bastone e della carota: «Vieni qui da me, non avere paura, sono il tuo papà. Fai il bravo che poi ti compro quello che vuoi». È tutto così torbido, è tutto così chiaro. Anche la volontà sottintesa di scaricarlo. Il comunicato dei Frati Cappuccini lombardi è illuminante. «Precisiamo che il ruolo di assistente spirituale all'interno della Cooperativa Rinnovamento e delle realtà ad essa legate è stato svolto da Fra Antonio a titolo personale e che, per questo, risiedeva da più di 30 anni al di fuori delle nostre comunità conventuali».Padre Antonio è un cane sciolto che ha fatto comodo, alloggiando più del 50% dei profughi in provincia di Bergamo, facendo sì che Giorgio Gori e tutta la sinistra intrisa di «accoglienza diffusa» potesse sbandierare i risultati a effetto sbolognando a lui i problemi. Il sistema malato ha creato un frate autoreferenziale e potente come Kurtz in Cuore di tenebra. Ora lo abbandonerà al suo destino giudiziario. Al frate senza saio piacciono le parabole e la più gettonata è questa: «Un giorno a Milano un mendicante mi ha chiesto un soldino per mangiare, l'ho portato al Savini». Dice poco del Vangelo, dice tutto del suo ego.