2020-03-28
Il discorso (con gaffe) di Mattarella serve a blindare Giuseppi. Per ora
Dal Quirinale un intervento che richiama l'Europa ai suoi doveri e avalla di fatto l'azione dell'esecutivo. Ma l'operazione Draghi resta nel congelatore. Sul Web gli errori del presidente: operazione simpatia?Quando, poco dopo le 17 di ieri, è arrivata la notizia che il Presidente della Repubblica avrebbe parlato agli italiani alle 19, sono state immediatamente formulate due ipotesi: un appello all'unità ma all'interno del quadro politico esistente, di fatto tenendo ancora aperto l'ombrello protettivo del Colle sulla testa di Giuseppe Conte, o - al contrario - il preannuncio di una svolta politica. È prevalsa la prima opzione: il Quirinale ha scelto ancora una volta di accompagnare e sorreggere l'incerta e zoppicante azione di Conte in Ue, dandogli copertura istituzionale. Almeno per ora. E aggiungendo anche un richiamo al Consiglio europeo, con toni felpati, ma - considerando gli standard di Sergio Mattarella - non scontati. Il capo dello Stato ha esordito ricordando le vittime dell'emergenza sanitaria: «Viviamo una pagina triste della nostra storia» E ancora: «Riconoscenza della Repubblica a chi è impegnato sul fronte», a cui - ha specificato Mattarella - vanno garantiti tutti i materiali necessari. Poi i passaggi politicamente più significativi: «Molti capi di Stato, d'Europa e non soltanto, hanno espresso la loro vicinanza all'Italia. Da diversi dei loro Stati sono giunti sostegni concreti. […] Nell'Unione Europea la Banca centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento Europeo. Non lo ha ancora fatto il Consiglio dei capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni». E ancora: «Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l'Europa. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell'Unione ma è anche nel comune interesse». Dunque, carota e bastone (per quanto il bastone sia apparso di dimensioni contenute). Per un verso il riconoscimento di ciò che in particolare la Bce ha già fatto, e per altro verso la denuncia di alcuni no da superare. Poi Mattarella è passato all'economia, evocando le misure già adottate dal governo e aggiungendo che «altri provvedimenti sono preannunciati». Qui il capo dello Stato ha chiesto unità: «Ho auspicato che queste risposte siano frutto di un progetto comune, coinvolgendo maggioranza e opposizione. Unità e coesione sociale sono indispensabili». Peccato che il passaggio non sia stato forse sufficientemente esplicito: Conte potrà agevolmente interpretarlo come una richiesta all'opposizione di sostenere le sue misure. Sarebbe stato invece necessario un simmetrico e inequivocabile appello a Conte ad ascoltare e accogliere davvero almeno le più significative tra le proposte del centrodestra. Va anche segnalato un incidente, un infortunio della comunicazione del Quirinale. Sul canale YouTube del Colle è stata inizialmente inserita una prima versione non tagliata e non montata del messaggio, che è finita sui social prima che il video fosse reso non più disponibile. Mattarella si interrompe, si impappina in due passaggi, non legge bene il gobbo, rimprovera il regista («Giovanni, per piacere, scegli una posizione, se no mi distraggo…»), si tocca i capelli evocando il fatto di non essere andato dal barbiere. Piccole curiosità, che certamente i quirinalisti più ossequiosi coglieranno come occasione per qualche pennellata sull'umanità del Presidente a contatto con il suo staff. Che conclusioni politiche se ne possono trarre? La giornata segna - tatticamente - un punto per Conte, che ottiene copertura istituzionale. Ma ciò non toglie che il mondo politico fuori dal bunker di Palazzo Chigi abbia piani completamente diversi. La parola d'ordine è distinguere tra «guerra» e «dopoguerra». Nell'immediato, la maggior parte degli attori - di maggioranza e di opposizione - non ritiene fattibile un cambio in corsa, una sostituzione volante di Conte con Mario Draghi. Anche perché incaricare ora Draghi significherebbe metterlo più alla guida della Protezione civile che del governo, di fatto. Inimmaginabile. Ma non appena ci fosse un istante di respiro, un passaggio di fase, un intervallo, l'operazione sarebbe pronta a scattare. In questo caso, la consecutio sarebbe: incarico a Draghi appena possibile, e poi - tra secondo semestre del 2022 e primo del 2023 - sua elezione al Colle come garante, con contestuale ripristino, sul terreno politico, di un sano bipolarismo elettorale, centrodestra contro centrosinistra, tornando a una normale logica di alternanza. E qui si torna inevitabilmente al dominus formale di ogni scenario: Sergio Mattarella. Il Colle sa che un plateale fallimento di Conte sarebbe inevitabilmente anche responsabilità sua, che ha voluto e protetto il Conte bis, escludendo a settembre scorso la via maestra delle elezioni. Per ora Mattarella tutela ancora Conte. Ma la sensazione è che anche al Quirinale attendano il momento di «pausa» tra «guerra» e «dopoguerra» per aggiornare giudizio e valutazioni.