2020-12-14
Il disastro Emiliano nella sanità in Puglia
Regione gialla anche se peggiorano ancora i numeri di positivi, ricoverati e morti. Dalle assunzioni bocciate all'amuleto salva Covid, tutti gli errori del governatore.Gialla ufficialmente, potenzialmente rossa ma arancione in 20 Comuni tra Foggia, Bat e Bari. Il Covid colora a macchia di leopardo la Puglia che ha quasi 1 positivo ogni 3 tamponi, un rapporto che è oltre il doppio della media nazionale e percentualmente pari al 18%, quindi superiore di 8 punti al resto d'Italia. Il tasso di letalità è all'1,8% contro una media nazionale dell'1,3%. Quanto alle terapie intensive, circa il 50% dei posti letto è occupato da pazienti Covid. Il sistema di tracciamento dei nuovi casi di contagio è saltato, come ha ammesso lo stesso governatore, il democratico Michele Emiliano. Questo significa che è impossibile ricostruire la catena della propagazione del virus. La regione sta per esplodere, anche se la «promozione» a zona gialla ha creato nei principali centri urbani un atteggiamento da «liberi tutti» con strade super affollate. Emiliano minimizza e invita a diffidare dei numeri forniti dalla stampa e nelle apparizioni tv lancia messaggi rassicuranti di una situazione sotto controllo, come se nei media ci fosse una sorta di complotto contro la Regione per farne la zona off limits del Sud.Ma dal territorio, prima che dall'opposizione, gli arrivano le smentite. Un sindaco del Barese, Raimondo Innamorato di Noicattaro, ha coniato l'hashtag #zonaGiallaunCorno, denunciando, con tanto di foto sulle reti sociali, gli assembramenti di giovani sprovvisti di mascherina davanti ai bar della sua città. I medici della Murgia barese hanno lanciato l'allarme che la pandemia non si può ritenere sotto controllo e serve responsabilità. L'indice Rt, cioè quel numero che rivela quante persone vengono contagiate da un portatore di virus (Rt2 significa che una persona contagiata ne infetta 2) è sopra la soglia di rischio. Ma la realtà potrebbe essere anche più grave di quello che esprimono gli indici. L'ex assessore alla Salute Tommaso Fiore dice provocatoriamente: «Come si può calcolare l'Rt quando si dichiara che è saltato il sistema di tracciamento? Vuol dire che questo indice è insufficiente a descrivere realisticamente ciò che sta accadendo». L'impressione è che la situazione sia sfuggita di mano, come risultato della mancata programmazione. Eppure Emiliano proprio sul Covid si è giocato la rielezione, propagandando la tesi della Regione sicura, del virus sconfitto, nonostante i migliaia di contagiati durante la campagna elettorale la cui responsabilità è stata scaricata sul governo, colpevole di non aver fissato il voto a giugno. Il governatore non si è fatto mancare nemmeno lo show in un teatro di Taranto con la firma di contratti di assunzione a 200 precari della Asl, a cui ha aggiunto l'altro colpo di scena di inserire nella sua lista l'epidemiologo Pierluigi Lopalco. Lo stratega antivirus, che guidava la task force anti Covid, è stato nominato assessore alla Sanità. Una macchina promozionale che poi gli si è rivoltata contro quando il Consiglio di Stato ha bloccato le assunzioni, accogliendo il ricorso presentato dalla società che aveva l'appalto. Proprio nella Taranto della sceneggiata con la firma dei contratti, è esploso lo scandalo dell'ospedale Moscati, con denunce a raffica di maltrattamenti e furti ai danni dei pazienti Covid. C'è un esposto ai Nas di 18 pagine e 470 allegati con immagini scattate all'interno che fotografano le carenze dell'ospedale. È stato presentato dal sindacato dei medici Anaoo Assomed ed è un lungo atto di accusa sul sistema sanitario andato in tilt con la seconda ondata del virus. A questo si aggiungono numerose segnalazioni ed esposti alla magistratura da parte di familiari dei ricoverati, alcuni dei quali deceduti, che denunciano furti, oggetti personali scomparsi, carenza di assistenza e anche atteggiamenti scorretti da parte di medici e infermieri. Ha fatto scalpore il caso di Angela Cortese, che ha perso per Covid il padre Francesco, 78 anni, ex poliziotto. L'uomo, dopo pochi giorni dal ricovero, l'aveva implorata: «Venitemi a prendere, qui muoio». La figlia, chiedendo spiegazioni, si era sentita rispondere da un medico, in modo duro: «Suo padre non collabora, non vuole mettersi la maschera Cpap, fra dieci minuti morirà, preparatevi». C'è poi l'altro caso di una donna, rimasta senza cibo e sporca per ore, prima di morire, e poi privata degli effetti personali, come ha denunciato la figlia. La Procura di Taranto ha avviato un'attività conoscitiva sui decessi dei pazienti, i sospetti casi di malasanità, i furti e l'infezione provocata da un batterio che alcuni avrebbero contratto durante il ricovero. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha convocato il direttore generale Asl Taranto, Stefano Rossi, per un «chiarimento definitivo» mentre l'Ordine dei medici avvierà una propria istruttoria.Un esempio di mancanza di programmazione è il blocco dei ricoveri al padiglione Chini del policlinico di Bari per sospetti casi di legionella senza che nessuno nel frattempo abbia pensato a costruire un'alternativa per i pazienti no Covid che prima andavano in quei reparti. Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, ha da giorni sottolineato la situazione insostenibile della struttura. Le ipotesi di trasferimento dei pazienti no Covid, in strutture esterne al Policlinico non hanno avuto seguito per la mancanza di posti letto. Altro nodo da sciogliere che incide sulla gestione della pandemia è il ruolo delle Unità speciali di continuità assistenziale, quei team di medici dotati dei dispositivi di protezione e con il compito di prendere in carico i pazienti contagiati bisognosi di cure domiciliari. La Puglia è stata l'ultima regione ad attivarle e ancora oggi sono operative poco più della metà: 50 su 80. La Giunta regionale procede a tentoni; ha aspettato fino a una settimana fa per approvare il Piano degli interventi con l'elenco delle opere valutate come prioritarie per la gestione della pandemia fino al termine dello stato di emergenza. Si tratta di interventi da eseguire all'interno e all'esterno delle strutture di ricovero, cura, assistenza e accoglienza, pubbliche e private. Perché non è stato fatto prima, quando più istituti scientifici avevano messo in guardia dall'arrivo di una seconda ondata del virus, è un interrogativo che resta senza risposta.Nel frattempo, sono state effettuate operazioni più di facciata che di sostanza. Come quando il 4 novembre, mentre i numeri continuavano a crescere e serpeggiava il panico, Michele Emiliano ha diramato la richiesta, tramite i suoi dipartimenti, di attivare 1.100 nuovi posti letto Covid. «All'Asl di Taranto dovrebbero spuntarne dall'oggi al domani 157 e 414 entro la fine del mese. Da quale cilindro usciranno?», gli ha risposto il consigliere di Fratelli d'Italia Renato Perrini, sottolineando l'assurdità di tale richiesta. Poi, sull'esempio di Milano, è arrivato il progetto di un ospedale da campo allestito in alcuni padiglioni della Fiera del Levante di Bari. Ma mentre a Milano ci sono voluti 20 giorni, la struttura con 160 posti letto da destinare alla terapia intensiva dovrebbe essere pronta per metà gennaio. In grave ritardo sui tempi di diffusione del virus. Nel girone dantesco della Puglia non sono mancati episodi surreali. È il caso del ciondolo «miracoloso», un micropurificatore d'aria per inibire il Covid mostrato da Giuseppe Tiani, presidente di InnovaPuglia, società controllata dalla Regione e personaggio vicino a Emiliano, nel corso di una audizione alla Camera. Il video con il manager che espone il «salvavita» ha fatto il giro del Web. Dopo giorni di polemiche Tiani si è dimesso dalla società che gestisce gli acquisti per la sanità pugliese. Ma il manager ha continuato a difendere l'efficacia del ciondolo. E intanto la lista dei decessi si allunga.