2020-08-13
Il Copasir lo vuole su 5G, Borsa e reti. Ma Gualtieri si nasconde da un anno
È l'unico ministro a non essersi presentato al Comitato: cresce il pressing da parte dell'Aula per costringerlo. Bisogna capire di chi è la manina che ha sfilato dal decreto Agosto le norme su Mediobanca e Piazza Affari.Beppe Grillo un mese fa sulla fibra: «Una società mista tra Cdp e Tim». Adesso chiede lo scorporo.Lo speciale contiene due articoli.Poco dopo l'insediamento del governo giallorosso, il Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza, convoca come di prassi tutti i ministri componenti del Cisr. Si tratta di un secondo comitato ristretto che gestisce i dossier delicati per la sicurezza nazionale. La norma non impone termini di scadenza o date fisse perché i ministri si presentino al cospetto del Copasir. Solo che in quasi un anno l'unico a non essersi presentato è il titolare dell'Economia, Roberto Gualtieri. «Credo sia assolutamente necessaria e non più rinviabile l'audizione del titolare del Mef. Latitanza tanto più grave perché gran parte delle tematiche riguardano proprio il suo dicastero, come dimostra l'estensione del golden power ai settori bancari e assicurativi, le vicende di Consob, Borsa italiana, Mediobanca, quindi Assicurazioni Generali, così come quella altrettanto importante della rete a fibra ottica e del 5G», ha spiegato ieri Adolfo Urso, vice presidente del Copasir e senatore di Fdi. «In tutte queste vicende di grande rilievo per la sicurezza nazionale, emergono posizioni contraddittorie nel governo che vanno certamente chiarite nelle sedi istituzionali preposte». Il riferimento è chiaro e punta dritto a quanto sta accadendo in queste ore intorno al decreto Agosto. Il 7 è entrata una bozza a cui mancavano solo alcuni dettagli dal punto di vista tecnico e quindi le relative bollinature in tema di copertura di budget. Il Consiglio dei ministri che inizialmente doveva riunirsi alle 13 ha visto l'avvio soltanto la sera alle 19. È andato avanti fino quasi alle 3 di notte. Salvo poi produrre un lungo comunicato stampa, con i pilastri delle politiche del lavoro e i dettagli sulle nomine. Ma la bozza entrata in cdm non è mai uscita come testo vero e proprio. Non solo perché è stata approvata salvo intese, ma anche perché da allora si trova dalle parti del Mef e sta subendo riscritture politiche. Pesanti riscritture. Non i classici interventi suggeriti o imposti dalla Ragioneria dello Stato. Ad esempio, l'articolo 67 anticipato nel suo senso generale dal governo sarebbe sparito. Dentro erano previste norme specifiche di golden power sugli asset di Borsa italiana e su altre società finanziarie. Un modo per poter, così è stata interpretata, blindare Mediobanca da una scalata ostile di Leonardo Del Vecchio e di possibili player francesi. Il tutto per evitare che Generali possa diventare contendibile. Se così fosse la domanda da porsi è: quanti governi ci sono? Quello di Giuseppe Conte che annuncia norme a tutela degli asset o quello di Gualtieri che le stesse norme le starebbe modificando? Il tema di Borsa italiana non è per nulla secondario. Il London stock exchange ha avviato l'asta per vendere Piazza Affari. Già il 21 agosto arriveranno le offerte. Dare o non dare il potere di veto a Consob significa rischiare uno spezzatino (che sarebbe l'opzione peggiore), oppure finire nella mani della Borsa francese, e per l'Italia sarebbe una sorta di declassamento. Per questo chi in queste ora sta modificando la versione originale del Dl Agosto sa bene che anche potendo fare emendamenti in sede di conversione il Parlamento rischia di arrivare tardi. Fino al 28 sarà chiuso. Sono dettagli che fanno la differenza. Per ciò, stando alle dichiarazioni di Urso, Gualtieri andrebbe convocato presto. Almeno prima di fine mese. Stando a quanto risulta alla Verità al ministro dell'Economia verrà chiesto di esternare (sebbene in segreto) la posizione ufficiale del Mef anche su altri due temi così delicati da rappresentare la partita industriale del decennio. Il primo è la creazione di una rete di fibra unica. I partiti su questo sono estremamente divisi. Sebbene Giuseppe Conte si sia detto favorevole e a una rete con Tim e Open fiber, grillini e Pd si tirano per la giacchetta. E pure Beppe Grillo è intervenuto ben due volte. La seconda ieri. Non bisogna però dimenticare che qualunque cosa decida la politica a dover mettere i soldi sarà Cassa depositi e prestiti, che dipende dal Mef, e visto che pure in questo caso i dettagli fanno la differenza sarà importante capire chi governa veramente. E se una parte dell'esecutivo non voglia approfittare dell'unificazione della rete per coinvolgere Huawei e il governo di Pechino. E questa è la seconda grossa partita industriale del decennio. La scorsa settimana la Verità ha anticipato il parere del golden power all'utilizzo di tecnologia cinese nella rete 5G, per almeno nove regioni. Del parere che sarebbe un guanto di sfida agli americani non vi è traccia in cdm. In queste ore sta probabilmente subendo lo stesso iter di interventi e modifiche del Dl Agosto. Eppure su argomenti in grado di spostare l'Italia potenzialmente fuori dalla Nato bisognerebbe discutere in Parlamento e su tutti i giornali. Non bisognerebbe permettere che con la scusa di Ferragosto un comma dentro un decreto passi con il favore della distrazione di massa. Tanto la politica è impegnata a dare la caccia ai tre poveretti, i deputati che hanno incassato il bonus Covid. Ha ragione il Copasir. È ora che Gaultieri vada a riferire e spieghi che cosa pensa sia più opportuno per il nostro Paese.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-copasir-lo-vuole-su-5g-borsa-e-reti-ma-gualtieri-si-nasconde-da-un-anno-2646963811.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="grillo-rimette-nel-mirino-la-fibra-ma-ora-tifa-per-lo-spezzatino" data-post-id="2646963811" data-published-at="1597271874" data-use-pagination="False"> Grillo rimette nel mirino la fibra. Ma ora tifa per lo spezzatino A distanza di poco più di un mese il comico Beppe Grillo che detta la linea a una buona fetta dei 5 stelle è tornato all'attacco sulla rete unica. Cambiando però idea. Non tanto sulla necessità di far confluire Open fiber dentro la rete di Tim, ma piuttosto sul ruolo di quest'ultima. Lo scorso mese sembrava benedire l'ipotesi di Cdp e Tim assieme con una quota di maggioranza in mano ai privati, mentre adesso sarebbe per lo spezzatino. «Cdp sia il socio di riferimento della società unica delle reti, replicando il modello di successo delle infrastrutture energetiche italiane. Poi, in tempi brevi, serve un progetto che sblocchi ingenti investimenti, anche utilizzando le risorse messe a disposizione dall'Europa attraverso il Recovery fund», ha esordito Grillo sul suo blog. Salvo poi specificare subito la nuova idea: separazione delle infrastrutture dai servizi. «È auspicabile che il progetto di creazione di una società unica delle reti e delle tecnologie venga realizzato sotto la guida e l'indirizzo di istituzioni pubbliche con un'ottica paziente, che siano in grado di garantire sicurezza, stabilità e sviluppo nel lungo periodo», ha scritto. Per realizzare questo progetto ambizioso «bisogna pensare di separare in due la società, mantenendo inalterato l'attuale organico. Bisogna dividere i servizi dalle infrastrutture creando finalmente due società separate». Secondo il comico, la prima società dovrebbe essere focalizzata sulle attività commerciali e sui servizi verso i clienti finali. La seconda società dovrà essere proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono: le torri di Inwit, la rete mobile (incluso il 5G), i data center, il cloud, la rete internazionale di Sparkle, e la società sulla fibra derivante dall'integrazione della rete fissa di Tim con quella di Open fiber. «Quanto a Tim, la vendita di un pezzo della rete secondaria al fondo americano Kkr» , prosegue Grillo, «in logica puramente finanziaria e non industriale, complica soltanto il progetto di possibile creazione di una società unica delle reti e delle tecnologie», aggiunge. «Ora è arrivato il momento per Tim di invertire la rotta rispetto al passato, sviluppando una maggiore focalizzazione sulle attività tecnologiche, anche attraverso la separazione di tali attività dal resto del perimetro aziendale». Il comico sa bene che Tim ha già posto le proprie condizioni e che non accetterà una sorta di esproprio della rete. Tanto più che è già avviato un dialogo proficuo tra l'azienda guidata da Luigi Gubitosi e Palazzo Chigi. Fino a ora nessuno ha parlato di spezzatino. Chi suggerisce a Grillo tali uscite? Sebbene il tema sia di enorme rilevanza strategica e industriale, dovremmo sapere quali interessi si muovono dietro alle esternazioni di un comico, che di per sé non varrebbe nemmeno la pena prendere in considerazione se non fosse perché esprimono una mancanza di trasparenza tra le anime del governo. A maggior ragione l'audizione di Roberto Gualtieri davanti al Copasir servirebbe a cristallizzare le scelte del governo. Ed evitare che ogni mese qualcuno cambi le carte in tavola del ragionamento. Strategie sbagliate significano ingenti danni per il Paese.