2023-12-18
Il centrodestra unito ora punta l’Europa: «Vogliamo difenderla da chi sogna l’Urss»
Da sinistra: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani (Ansa=
Il presidente del Consiglio contro Chiara Ferragni, Elly Schlein e Roberto Saviano. Matteo Salvini al Papa: «Allontani chi usa i soldi dei fedeli per le Ong».Il giorno di chiusura di Atreju diventa l’occasione per il centrodestra di fare il punto su tutto: su quanto fatto finora e sulle sfide del futuro. Si pensa alle europee ed è la stessa premier Giorgia Meloni dal palco a dire: «Difendiamo l’Europa da chi ne vorrebbe fare un surrogato dell’Unione sovietica». Ricordando che furono comunisti e socialisti a votare contro, preferendo l’adesione all’Internazionale socialista. «I loro discendenti non vengano a darci lezioni», tuona Meloni che, parlando della coesione del centrodestra, non dimentica di ringraziare anche chi non c’è più: «Grazie a Silvio Berlusconi», dice sincera. Il segretario di Forza Italia vicepremier Antonio Tajani sulle europee assicura: «Anche se apparteniamo a famiglie diverse, non si illudano i nostri avversari, non sarà una campagna elettorale con battibecchi nel centrodestra».Sull’immigrazione sono tutti d’accordo. Meloni ricorda l’intesa con il premier albanese Edi Rama con annessa benedizione del presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che lo definisce un «caso di “thinking out of the box”». «È importante», spiega il premier. Tajani, poi, cita Ratzinger: «Il diritto a non emigrare è una delle scelte dell’alleanza di centrodestra».A proposito di pontefici, durante il suo intervento il leader della Lega Matteo Salvini ricorda: «Oggi è il compleanno del Santo Padre a cui va l’applauso e la preghiera di questa comunità, contando che continui ad allontanare i mercanti dal tempio e penso a chi usa i soldi delle parrocchie o dell’8 x mille per finanziare le Ong di sinistra che scaricano clandestini sulle coste italiane». Al contrario di quello che si dice di solito, il riferimento del vicepremier Salvini non è casuale. Il leader del Carroccio punta il faro sull’inchiesta sollevata da La Verità che coinvolge Luca Casarini e i suoi vicinissimi, accusati di aver lucrato grazie alle donazioni dei cattolici con la scusa di salvare i migranti in mare.Ampio spazio, ad Atreju, anche ai temi economici. «Sono fiera di quanto abbiamo fatto», dice Meloni, «nonostante una situazione drammatica ereditata sui conti pubblici soprattutto a causa del macigno del superbonus 110%. C’è stato qualcuno che diceva che grazie a lui era stato possibile ristrutturare gratuitamente casa. Quel gratuitamente ci ha lasciato un buco da 140 miliardi di euro, l’equivalente di quattro manovre finanziarie, l’equivalente di quello che lo Stato spende in un anno intero per tutto il sistema sanitario». Sull’abolizione del reddito di cittadinanza ribadisce la sua posizione: «Lo rifarei mille volte. Non intendo comprare il consenso della gente». Si parla anche di Mes, con Salvini che lo definisce «inutile e dannoso» e conclude: «Deciderà il Parlamento».Non manca il tempo per le battute. «Devo dire che in questi 13 mesi il parere di Landini (segretario della Cigl, ndr) per me è stato sempre significativo», dice sarcastico Salvini, «Ci indica sempre quello che non dobbiamo fare». Meloni, invece, rivolgendosi ai giovani, tira una stoccata agli influencer, nello specifico a Chiara Ferragni: «Il modello da seguire non sono gli influencer» che sui social promuovono «carissimi panettoni il cui ricavato servirà solo ad arricchire cachet». Ferragni è accusata insieme a Balocco dall’Antitrust per aver indotto i consumatori a credere che parte del ricavato di un pandoro fosse devoluto in beneficenza. Scomposta la reazione di suo marito, il rapper Fedez, che con l’intenzione di difendere lei, finisce per parlare di sé: «Io lo so che ci vedete come una cosa sola, ma mia moglie è mia moglie, una donna indipendente. E io sono io e ho una fondazione con un bilancio sociale pubblico totalmente trasparente e quindi rimango abbastanza perplesso che si metta in discussione tutto ciò che ho fatto nel mondo della charity».Un altro fronte Meloni lo apre con la segretaria del Partito democratico Elly Schlein: «Puoi anche decidere di non partecipare ad Atreju ma non c’è bisogno di insultare tutti coloro che hanno deciso di partecipare solo perché hanno dimostrato di avere coraggio che a voi evidentemente difetta. Mi ha ricordato Ecce Bombo di Nanni Moretti. “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” Faccio una citazione di sinistra...» sorride Meloni. Schlein risponde: «Mentre fa festa ad Atreju il governo lascia 900.000 famiglie in povertà, senza alcun tipo di aiuto, fa cassa sui poveri solo per finanziare i suoi condoni fiscali». Meloni si fa seria quando parla di sicurezza e di Caivano. «In Italia non ci devono più essere zone franche, nelle quali lo Stato indietreggia. A Caivano noi vogliamo dimostrare che le cose possono cambiare, che piegarsi alla camorra non è l’unica opzione. Noi abbiamo riportato le forze dell’ordine per dire ai criminali che, con noi al governo, non vi conviene sfidare lo Stato perché non ci facciamo intimidire e risponderemo colpo su colpo», ha proseguito. «Vogliamo fare di Caivano un modello da esportare in tutte le altre Caivano d’Italia».E aggiunge: «Voglio ringraziare di cuore le forze dell’ordine che presidiano quel territorio, uomini e donne e talvolta figli e figlie di quei territori che hanno scelto la libertà e la legge che difende quella libertà. Storie da raccontare che nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive, regalano celebrità, ricchezza e magari un pulpito a New York da cui dare lezioni di legalità agli italiani sempre, si intende, a pagamento». Questa volta la stoccata è diretta evidentemente allo scrittore Roberto Saviano.Atreju chiude la sua edizione di maggior successo con 30.000 presenze nei quattro giorni di manifestazione, 44 confronti con 244 personaggi nazionali ed internazionali. Nella sua ultima giornata intervengono anche il presidente di Gioventù nazionale, Fabio Roscani e il leader spagnolo di Vox, Santiago Abascal, che in un breve discorso di appena 5 minuti non riesce a scaldare il pubblico come previsto. Ma dopo le polemiche degli ultimi giorni sulle frasi rivolte al premier spagnolo Pedro Sanchez precisa: «Non ho fatto alcun tipo di minaccia a Sanchez e mai la farò. Non ho nulla di cui scusarmi». Alla fine è una festa e non mancano le note di colore: «Grazie tesò», risponde il premier a una persona del pubblico che la incoraggia. E dopo l’Inno, i giovani del partito intonano il motivo che per anni è stato dedicato a Maradona: «Sai perché mi batte il corazon? Ho visto la Meloni, ho visto la Meloni».