2019-10-27
Da Di Maio a Zingaretti fino al Cav:
ecco chi rischia con il voto in Umbria
Si vota per il presidente dell'Umbria. Pd e grillini sono tesi a sminuire la sconfitta in una regione da sempre feudo rosso. La vittoria di Donatella Tesei darebbe un aiutino a Matteo Renzi, che in campagna elettorale è rimasto defilato.Nell'urna finisce il caos giallorosso. Di Maio confonde le province umbre. Il guru del cachemire Brunello Cucinelli, star alla Leopolda, lancia un surreale appello. E sul voto pesa anche la protesta degli allevatori terremotati.Lo speciale contiene due articoli. Finalmente si vota: il primo test elettorale dopo la formazione del governo delle quattro sinistre ha un significato politico che varca i confini dell'Umbria. Urne aperte per le regionali dalle 7 alle 23: i 703.595 cittadini umbri chiamati ad eleggere il prossimo presidente della Regione daranno anche un segnale politico di rilievo nazionale. I sondaggi, per quello che contano, danno tutti il centrodestra in vantaggio: ovviamente vanno presi sempre con le molle, ma se le previsioni venissero confermate dai voti veri, stasera alle 23 ci sarebbero diversi protagonisti della politica nazionale in enorme difficoltà. Parliamo naturalmente di Giuseppi Conte, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio, che dopo aver detto in tutte le salse che il voto di oggi non avrà ripercussioni sul governo, si sono precipitati in Umbria per mettere la faccia sulla probabile sconfitta.Partiamo da Conte: se le cose oggi dovessero andare male, la sua poltrona a Palazzo Chigi diventerebbe ancora più traballante. Imbarazzante la sua dichiarazione dopo la foto di gruppo con Zingaretti e Di Maio: «Non sono qui per fare campagna elettorale», ha detto il premier col ciuffo, e ci mancava solo che aggiungesse «passavo di qui per caso». Conte è un leader senza partito e senza voti, le grandi manovre per sostituirlo sono già iniziate, Mario Draghi scalda i motori e Matteo Renzi gli sta scavando (politicamente) la fossa. Essendo Giuseppi il simbolo dell'alleanza giallorossa, in caso di sconfitta in Umbria, regione storicamente di sinistra, e avendo scelto di partecipare attivamente alla campagna elettorale, dovrebbe intestarsi l'eventuale sconfitta: farà invece finta di niente, ma almeno potrebbe decidere di non muoversi dietro le quinte dando le sue indicazioni anche per le candidature alle regionali, come se fosse un leader politico e non un avvocato fortunato.Nicola Zingaretti, poi, fa quasi tenerezza. La sconfitta in Umbria sarebbe l'ennesima di una ormai interminabile serie, ma stavolta è stato lui, più di tutti, a insistere perché nascesse anche a livello locale l'alleanza organica con il M5s. Zingaretti è l'ideologo di questo indigeribile minestrone più elettorale che politico, chiamato «patto civico» ma in realtà null'altro che cinico calcolo destinato a naufragare definitivamente molto presto, visto che il segretario del Pd sogna di andare al voto in primavera anche per le politiche, candidando a premier il ciuffo di Conte.Non solo: c'è da scommettere che, se stasera gli umbri premieranno il centrodestra, Matteo Renzi, che furbescamente ha evitato di farsi fotografare insieme ai (presunti) alleati di governo, tenendosi lontano dall'Umbria, inizierà a cannoneggiare il Pd, ripetendo di essere convinto che l'alleanza con il M5s non può che essere un unicum messo in piedi per impedire le elezioni anticipate e la vittoria del centrodestra guidato da Matteo Salvini, non riproponibile in altri appuntamenti elettorali.Luigi Di Maio, poi, è ormai completamente allo sbando, e una sconfitta in Umbria lo metterebbe di fronte alla prevedibile ennesima rivolta interna. Il M5s è in caduta libera, Di Maio ha perso completamente il controllo dei gruppi parlamentari, e già prima delle elezioni alcuni deputati e senatori, anche pubblicamente, hanno criticato sia la scelta del candidato alla presidenza dell'Umbria, Vincenzo Bianconi, sia l'alleanza col Pd, prevedendo una disfatta. Se oggi Bianconi sarà sconfitto dalla candidata del centrodestra, Donatella Tesei, per Di Maio la mazzata sarà terribile.Veniamo al centrodestra. Se i sondaggi dovessero essere sovvertiti, poco male: l'Umbria è sempre stata di sinistra, e l'alleanza col M5s, in teoria, avrebbe dovuto rendere la sfida di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia praticamente impossibile. Il solo fatto che in un territorio «rosso» il centrodestra sia favorito la dice lunga sullo stato di salute della coalizione e in particolare della Lega, che continua a guadagnare punti nei sondaggi e che stasera potrebbe ritrovarsi con una percentuale stratosferica (alle Europee dello scorso 26 maggio, il Carroccio in Umbria è arrivato al 38%).Una sfida interessante è quella che si gioca tra Forza Italia e Fratelli d'Italia: alle ultime europee i due alleati della Lega in Umbria hanno preso entrambi il 6,5%. Se il partito di Giorgia Meloni dovesse superare quello di Silvio Berlusconi, in Forza Italia il dibattito già in corso diventerebbe incandescente: Mara Carfagna, pochi giorni fa, ha già avvertito che il voto in Umbria sarà oggetto di un'accurata analisi politica. La Carfagna, che pure ha sempre ripetuto di non avere alcuna intenzione di lasciare il partito, da mesi, insieme a molti parlamentari azzurri, va ripetendo che se Forza Italia non recupera la sua tradizione europeista, moderata e liberale, e si accontenta di fare da ruotino di scorta al duo sovranista Salvini-Meloni, è destinata a una rapidissima estinzione.Se invece Forza Italia farà registrare un buon risultato, Berlusconi, che si è impegnato moltissimo in campagna elettorale, potrà essere soddisfatto. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-centrodestra-puo-solo-guadagnare-ma-al-governo-sarebbe-resa-dei-conti-2641115136.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="nellurna-finisce-il-caos-giallorosso" data-post-id="2641115136" data-published-at="1758188484" data-use-pagination="False"> Nell’urna finisce il caos giallorosso Da stamani alle 7 fino alle 23 i 703 mila umbri chiamati alle urne devono a dire chi tra Donatella Tesei, senatrice indipendente della Lega e candidata del Centrodestra unito (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia oltre alla sua lista), e Vincenzo Bianconi, albergatore di Norcia candidato «comune» di Pd, Movimento 5 stelle e Leu, deve governare la Regione, per i prossimi cinque anni. Si vota in anticipo perché il Pd e la precedente giunta sono stati travolti dallo scandalo della sanità, innescato dai 5 stelle ora alleati del Pd, con tanto di arresti e dimissioni della presidente Catiuscia Marini. Chi ha già annunciato la sua preferenza è il guru del cachemire, Brunello Cucinelli che si è lanciato in un'intervista a dir poco surreale. A La Nazione ha confidato: «Spero vinca Bianconi perché è di centrodestra». Ma non doveva essere l'uomo della rivoluzione? Del patto che apre nuove magnifiche e progressive sorti alla sinistra? Com'è che il Solone di Solomeo campione dell'imprenditoria illuminata non ripudia il centrodestra? Alla Leopolda, Cucinelli ha confessato «sono ricco», ma ha sciorinato ai Renzi boys un cacciucco di citazioni, da Rousseau a Pericle a San Francesco, per spronarli al progressismo. Però anche lui, che Pd e 5 stelle volevano governatore dell'Umbria, s'iscrive al partito di chi ha il cuore a sinistra e il portafoglio a destra? A dare retta ai sondaggi, top secret, pare però che seguaci di Cucinelli non ce ne siano poi tanti. Eloquente è la foto di Narni con Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti (Pd), Roberto Speranza (Leu) e Di Maio (pentastellato) in posa non proprio trionfante. Lo ha fatto capire anche Di Maio che sull'Umbria ha idee un po' confuse visto che ha twittato «Narni è davvero bella. Dovrei venirci più spesso a Perugia». Narni, per la precisione, è in provincia di Terni, ma con la geografia il ministro degli Esteri ha qualche difficoltà come con la realtà. Ad esempio se l'è presa perché è stato scritto che Vincenzo Bianconi si è autocandidato. Ma a rivelarlo è stato il medesimo Di Maio che ha aggiunto: «Qualcuno dice che Bianconi non è proprio nella cultura di sinistra, ma in questa coalizione c'è già il Movimento 5 stelle che è post ideologico». Dunque, quando Nicola Zingaretti parla di nuova sinistra e Giuseppe Conte punta sul rosso spiegando ad esempio che grazie a Bianconi - albergatore di Norcia, terremotato - si è scritto un decreto che aiuta davvero le popolazioni colpite c'è qualcosa che non torna. Basta chiederlo agli allevatori e ai contadini della Coldiretti. A Roma sono arrivati in migliaia da Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria, le zone terremotate, radunati dal presidente Ettore Prandini. Hanno protestato nel terzo anniversario del sisma. Nessuna stalla è stata ricostruita, 100.000 tra vacche, pecore e cavalli sono ancora sotto i tendoni dell'emergenza, l'allevamento di suini è scomparso, si è perso il 20% di produzione di latte, 25.000 imprese agricole sono allo stremo. La Coldiretti esorta: comprate ciauscolo, pecorino, lenticchia di Castelluccio o l'Appenino sarà presto un deserto: su 440 agriturismi solo 50 hanno riaperto. Forse i due milioni promessi da Conte e la perizia di Bianconi - che i contributi per ricostruire i suoi alberghi li ha già avuti - non bastano a entusiasmare. Ce lo diranno le urne.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.