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2021-05-08
Il cardinale Pell aveva previsto le derive liberticide del bavaglio Lgbt
(Davide Pischettola/NurPhoto via Getty Images)
Per gentile concessione dell'editore pubblichiamo alcuni stralci del libro di George Pell, Diario di prigionia vol. 1, Cantagalli, pag. 448, € euro 25,00. Il diario della prigionia del cardinale George Pell è un'opera che probabilmente resisterà alla storia e diventerà un classico.
Lo disse apertamente l'editore americano, padre Joseph Fessio, direttore di Ignatius press, quando l'anno scorso presentò negli Stati Uniti la pubblicazione di questo particolare documento di testimonianza. Per oltre 400 giorni il cardinale Pell, 79 anni, ha vissuto in prigione da innocente; l'ultima sua cella era nel carcere di Barwon in Australia. Solo, impossibilitato a celebrare Messa, con la più devastante delle sentenze sul capo: reo di abusi nei confronti di minori.
Sottoposto a una campagna mediatica impietosa, l'ex numero tre del Vaticano, chiamato da papa Francesco a far pulizia nel guazzabuglio delle finanze vaticane, il 7 aprile 2020 è stato assolto dall'Alta corte australiana. Sette giudici si sono espressi all'unanimità ribaltando la sentenza della Corte d'Appello emessa nell'agosto 2019, e che confermava la decisione del tribunale di Melbourne del dicembre 2018.
«Non ho mai scelto questa situazione», scrive nella sua cella, «né mi sono prodigato per evitarla; ma eccomi qui, e devo fare di tutto per compiere la volontà di Dio». Ora questo straordinario documento, che è anche un testo di spiritualità, esce anche in Italia grazie all'editore Cantagalli, e gli estratti che pubblichiamo offrono un assaggio di come queste pagine possono invitare a pensare soprattutto i fedeli, ma anche quelli che un tempo si chiamavano uomini di buona volontà.
Israel Folau è un brillante giocatore di rugby, originario di Tonga, e un uomo di semplice fede cristiana, un protestante vecchio stile, che non ha tempo per le feste cattoliche di Natale e Pasqua, e tanto meno per la devozione alla Madonna. Egli ha parafrasato e modificato l'elenco che ha fatto san Paolo di coloro che non «erediteranno il Regno di Dio», e ha pubblicato il suo monito su Instagram: «Ubriachi, omosessuali, adulteri, bugiardi, fornicatori, ladri, atei, idolatri. L'inferno vi aspetta. Pentitevi».
I dirigenti della federazione australiana di rugby lo hanno licenziato per incitamento all'odio, e i primi negoziati sono iniziati sabato [4 maggio 2019], ma potrebbero continuare indefinitamente presso vari tribunali, anche per anni.
Sono in gioco questioni delicate, e l'inizio della difesa cristiana della libertà di parola e di religione con Folau non è proprio il massimo. Dio condanna all'inferno un numero imprecisato di persone, una condanna che va oltre la nostra competenza e la conoscenza umana. Ma può un cristiano seguire san Paolo e insegnare pubblicamente che coloro che praticano certe attività non erediteranno il Regno di Dio (1 Cor 6,9-11)? Le scuole cattoliche che ricevono finanziamenti dal governo potranno ancora trasmettere tutti gli insegnamenti cattolici?
La libertà religiosa non è mai stata illimitata, e non dovrebbe mai esserlo; i suoi limiti però dovrebbero avere lo scopo di evitare un male più grande. Ed essa non dovrebbe nemmeno sopravvive soltanto attraverso concessioni di legge. […]
Continua l'epopea della raccolta di fondi per Israel Folau. Quando l'agenzia che se ne occupa, GoFundMe, ha ceduto alle pressioni e ha rimosso la campagna di finanziamento per le sue spese legali, l'Australian Christian Lobby ha aperto un altro fondo, contribuendo da sola con 100.000 dollari, e secondo i notiziari di questa mattina sono stati raccolti circa 1.500.000 dollari. Questo caso costituirà un importante precedente nella lotta per la libertà religiosa, e l'Australian Christian Lobby ha mostrato di avere buon senso decidendo di sostenere Folau.
Anche se non mi sembra il caso di condannare qualcuno all'inferno (spetta a Dio), Folau si è semplicemente limitato a ribadire l'insegnamento del Nuovo Testamento, elencando i comportamenti incompatibili con l'appartenenza al Regno dei Cieli. Ciò che è strano è che idolatri, adulteri, bugiardi, fornicatori, ecc., non hanno sollevato proteste per la propria esclusione. Mi chiedo quanti di quelli che si sono scagliati contro Folau siano cristiani e quanti credano nel paradiso e nell'inferno. Chi è forte delle proprie convinzioni non si preoccupa molto di un punto di vista diverso o opposto al proprio, soprattutto se lo considera privo di senso. Alle forze sempre più violente a favore del politicamente corretto non basta che tutte le persone siano trattate con rispetto e amore, ma in nome della tolleranza esigono non soltanto che la pratica omosessuale, come pure i matrimoni tra lo stesso sesso, sia dichiarata legale, ma che tutti approvino tali pratiche, almeno pubblicamente; e che tutti si astengano dall'abbracciare in qualsiasi dibattito pubblico gli insegnamenti cristiani sul matrimonio e sulla sessualità. È la fine della libertà religiosa.
La moglie di Folau, un'atleta professionista, e Gary Ablett, star dell'AFL del Geelong, hanno ricevuto pressioni e parole ostili da parte dell'opinione pubblica per via del loro sostegno alla dottrina cristiana. È interessante notare quanto velocemente e con quanta facilità molte grandi aziende abbiano ceduto e siano ora pronte a mettere a disposizione il proprio potere - di solito, denaro per la pubblicità -, per imporre la nuova visione sul matrimonio e sulla sessualità. Con il passare del tempo, le loro richieste cambieranno e diventeranno sempre più pretenziose a meno che non vengano regolamentate. È necessario che le università dimostrino la volontà di difendere la libertà di parola all'interno dei campus, ma anche in questo caso assistiamo a molti segnali che minacciano esattamente il contrario.
Stiamo entrando in un nuovo universo di idee conseguente al crollo del monoteismo, soprattutto nelle classi medio-alte. I WASP (White Anglo-Saxon Protestant) si sono trasformati in WASS (White Anglo-Saxon Secularist), in laicisti. Gli esseri umani non hanno più una propria connaturata dignità per il semplice fatto di essere a immagine di Dio; uomini e donne non sono più fatti l'uno per l'altra per volontà di una Provvidenza Divina, proprio perché - sostengono - la natura umana non esiste. Come non esisterebbe una legge morale che debba essere rispettata per una crescita armonica dell'umanità, anche se molti non credenti aderiscono personalmente e pubblicamente con seria convinzione alle leggi e alle verità che devono essere rispettate per migliorare la salute fisica e difendere l'ambiente.
La civiltà occidentale ci ha resi ciò che siamo, e una delle cause che hanno portato a questi risultati sono la tensione creativa tra Atene e Gerusalemme. Entrambe queste città sono ora sotto attacco. Gerusalemme e Roma (sua alleata) reggono l'urto di questo assalto, di questi attacchi frontali, ma la debolezza di Atene ne rende difficoltosa la difesa. Quando Dio viene perso nella nebbia, quando si tratta della nebbia della lussuria, della ricchezza o del potere, le difese della ragione e della verità vengono violate. Proprio ora, perlomeno nel mondo anglofono, stiamo scendendo a patti con questa nuova realtà, con i cambiamenti della vita pubblica che conseguono alla dissoluzione delle convinzioni cristiane.
Una recente poesia di Peach Klimkiewicz, pubblicata a maggio [2019] su Quadrant, riesce a fare sintesi di tutto ciò: Non parlare di genere né di sesso. Non parlare di scienza in ogni circostanza/Non parlare di lui. Non parlare di me. Non difendere la mascolinità/Non parlare di idee, Non chiedere prove. Non essere così sfacciato da pretendere la verità./ Non rifletterci a fondo. Non essere così stupido. Devi solo cantare «Io odio Trump»/ Non c'è Dio. Non c'è stata Caduta. Alla fine, faresti meglio a non parlare affatto.
George Pell
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Nel suo diario, scritto durante i 13 mesi in carcere da innocente, il porporato analizza anche i rischi della censura progressista.Per gentile concessione dell'editore pubblichiamo alcuni stralci del libro di George Pell, Diario di prigionia vol. 1, Cantagalli, pag. 448, € euro 25,00. Il diario della prigionia del cardinale George Pell è un'opera che probabilmente resisterà alla storia e diventerà un classico. Lo disse apertamente l'editore americano, padre Joseph Fessio, direttore di Ignatius press, quando l'anno scorso presentò negli Stati Uniti la pubblicazione di questo particolare documento di testimonianza. Per oltre 400 giorni il cardinale Pell, 79 anni, ha vissuto in prigione da innocente; l'ultima sua cella era nel carcere di Barwon in Australia. Solo, impossibilitato a celebrare Messa, con la più devastante delle sentenze sul capo: reo di abusi nei confronti di minori. Sottoposto a una campagna mediatica impietosa, l'ex numero tre del Vaticano, chiamato da papa Francesco a far pulizia nel guazzabuglio delle finanze vaticane, il 7 aprile 2020 è stato assolto dall'Alta corte australiana. Sette giudici si sono espressi all'unanimità ribaltando la sentenza della Corte d'Appello emessa nell'agosto 2019, e che confermava la decisione del tribunale di Melbourne del dicembre 2018. «Non ho mai scelto questa situazione», scrive nella sua cella, «né mi sono prodigato per evitarla; ma eccomi qui, e devo fare di tutto per compiere la volontà di Dio». Ora questo straordinario documento, che è anche un testo di spiritualità, esce anche in Italia grazie all'editore Cantagalli, e gli estratti che pubblichiamo offrono un assaggio di come queste pagine possono invitare a pensare soprattutto i fedeli, ma anche quelli che un tempo si chiamavano uomini di buona volontà.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/il-cardinale-pell-aveva-previsto-le-derive-liberticide-del-bavaglio-lgbt-2652917813.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="particle-1" data-post-id="2652917813" data-published-at="1620417190" data-use-pagination="False"> Israel Folau è un brillante giocatore di rugby, originario di Tonga, e un uomo di semplice fede cristiana, un protestante vecchio stile, che non ha tempo per le feste cattoliche di Natale e Pasqua, e tanto meno per la devozione alla Madonna. Egli ha parafrasato e modificato l'elenco che ha fatto san Paolo di coloro che non «erediteranno il Regno di Dio», e ha pubblicato il suo monito su Instagram: «Ubriachi, omosessuali, adulteri, bugiardi, fornicatori, ladri, atei, idolatri. L'inferno vi aspetta. Pentitevi». I dirigenti della federazione australiana di rugby lo hanno licenziato per incitamento all'odio, e i primi negoziati sono iniziati sabato [4 maggio 2019], ma potrebbero continuare indefinitamente presso vari tribunali, anche per anni. Sono in gioco questioni delicate, e l'inizio della difesa cristiana della libertà di parola e di religione con Folau non è proprio il massimo. Dio condanna all'inferno un numero imprecisato di persone, una condanna che va oltre la nostra competenza e la conoscenza umana. Ma può un cristiano seguire san Paolo e insegnare pubblicamente che coloro che praticano certe attività non erediteranno il Regno di Dio (1 Cor 6,9-11)? Le scuole cattoliche che ricevono finanziamenti dal governo potranno ancora trasmettere tutti gli insegnamenti cattolici? La libertà religiosa non è mai stata illimitata, e non dovrebbe mai esserlo; i suoi limiti però dovrebbero avere lo scopo di evitare un male più grande. Ed essa non dovrebbe nemmeno sopravvive soltanto attraverso concessioni di legge. […] Continua l'epopea della raccolta di fondi per Israel Folau. Quando l'agenzia che se ne occupa, GoFundMe, ha ceduto alle pressioni e ha rimosso la campagna di finanziamento per le sue spese legali, l'Australian Christian Lobby ha aperto un altro fondo, contribuendo da sola con 100.000 dollari, e secondo i notiziari di questa mattina sono stati raccolti circa 1.500.000 dollari. Questo caso costituirà un importante precedente nella lotta per la libertà religiosa, e l'Australian Christian Lobby ha mostrato di avere buon senso decidendo di sostenere Folau. Anche se non mi sembra il caso di condannare qualcuno all'inferno (spetta a Dio), Folau si è semplicemente limitato a ribadire l'insegnamento del Nuovo Testamento, elencando i comportamenti incompatibili con l'appartenenza al Regno dei Cieli. Ciò che è strano è che idolatri, adulteri, bugiardi, fornicatori, ecc., non hanno sollevato proteste per la propria esclusione. Mi chiedo quanti di quelli che si sono scagliati contro Folau siano cristiani e quanti credano nel paradiso e nell'inferno. Chi è forte delle proprie convinzioni non si preoccupa molto di un punto di vista diverso o opposto al proprio, soprattutto se lo considera privo di senso. Alle forze sempre più violente a favore del politicamente corretto non basta che tutte le persone siano trattate con rispetto e amore, ma in nome della tolleranza esigono non soltanto che la pratica omosessuale, come pure i matrimoni tra lo stesso sesso, sia dichiarata legale, ma che tutti approvino tali pratiche, almeno pubblicamente; e che tutti si astengano dall'abbracciare in qualsiasi dibattito pubblico gli insegnamenti cristiani sul matrimonio e sulla sessualità. È la fine della libertà religiosa. La moglie di Folau, un'atleta professionista, e Gary Ablett, star dell'AFL del Geelong, hanno ricevuto pressioni e parole ostili da parte dell'opinione pubblica per via del loro sostegno alla dottrina cristiana. È interessante notare quanto velocemente e con quanta facilità molte grandi aziende abbiano ceduto e siano ora pronte a mettere a disposizione il proprio potere - di solito, denaro per la pubblicità -, per imporre la nuova visione sul matrimonio e sulla sessualità. Con il passare del tempo, le loro richieste cambieranno e diventeranno sempre più pretenziose a meno che non vengano regolamentate. È necessario che le università dimostrino la volontà di difendere la libertà di parola all'interno dei campus, ma anche in questo caso assistiamo a molti segnali che minacciano esattamente il contrario. Stiamo entrando in un nuovo universo di idee conseguente al crollo del monoteismo, soprattutto nelle classi medio-alte. I WASP (White Anglo-Saxon Protestant) si sono trasformati in WASS (White Anglo-Saxon Secularist), in laicisti. Gli esseri umani non hanno più una propria connaturata dignità per il semplice fatto di essere a immagine di Dio; uomini e donne non sono più fatti l'uno per l'altra per volontà di una Provvidenza Divina, proprio perché - sostengono - la natura umana non esiste. Come non esisterebbe una legge morale che debba essere rispettata per una crescita armonica dell'umanità, anche se molti non credenti aderiscono personalmente e pubblicamente con seria convinzione alle leggi e alle verità che devono essere rispettate per migliorare la salute fisica e difendere l'ambiente. La civiltà occidentale ci ha resi ciò che siamo, e una delle cause che hanno portato a questi risultati sono la tensione creativa tra Atene e Gerusalemme. Entrambe queste città sono ora sotto attacco. Gerusalemme e Roma (sua alleata) reggono l'urto di questo assalto, di questi attacchi frontali, ma la debolezza di Atene ne rende difficoltosa la difesa. Quando Dio viene perso nella nebbia, quando si tratta della nebbia della lussuria, della ricchezza o del potere, le difese della ragione e della verità vengono violate. Proprio ora, perlomeno nel mondo anglofono, stiamo scendendo a patti con questa nuova realtà, con i cambiamenti della vita pubblica che conseguono alla dissoluzione delle convinzioni cristiane. Una recente poesia di Peach Klimkiewicz, pubblicata a maggio [2019] su Quadrant, riesce a fare sintesi di tutto ciò: Non parlare di genere né di sesso. Non parlare di scienza in ogni circostanza/Non parlare di lui. Non parlare di me. Non difendere la mascolinità/Non parlare di idee, Non chiedere prove. Non essere così sfacciato da pretendere la verità./ Non rifletterci a fondo. Non essere così stupido. Devi solo cantare «Io odio Trump»/ Non c'è Dio. Non c'è stata Caduta. Alla fine, faresti meglio a non parlare affatto. George Pell
Il Castello Mackenzie di Genova. A destra, il dettaglio della torre (Ansa)
Ewan Mackenzie, di padre scozzese, era toscano fin nel midollo. Da Firenze, la città che lo vide nascere nel 1852, assorbì la passione per l’arte e la letteratura del Rinascimento e dell’opera di Dante di cui fu collezionista delle edizioni più rare della Commedia.
Mackenzie si trasferì a Genova come agente dei Lloyds di Londra. Qui alla fine del secolo XIX fonderà un impero in campo assicurativo, l’Alleanza Assicurazioni. Il grande successo imprenditoriale gli permise di coronare il sogno di una vita: quello di dare nuova forma al Rinascimento toscano nella città della Lanterna con la costruzione di una dimora unica nella zona degli antichi bastioni di san Bartolomeo al Castelletto che dominano Genova ed il porto antico. Trovò nell’esordiente architetto fiorentino Gino Coppedè la professionalità giusta per realizzare la sua nuova dimora. Quest’ultimo era figlio d’arte di uno degli ebanisti più quotati dell’epoca, Mariano Coppedé. I lavori di costruzione del capolavoro dell’eclettismo tipico degli anni a cavallo tra i secoli XIX e XX iniziarono nel 1897 per concludersi 9 anni più tardi, nel 1906. Il castello, che cambiò la prospettiva dalla vicina piazza Manin, era un capolavoro di arte ispirata al Medioevo ed al Rinascimento. La torre principale ricordava quella di Palazzo Vecchio a Firenze, mentre mura, nicchie torrette e merletti, compresi i fossati e i ponti, facevano pensare ai manieri medievali. All’interno dominava la boiserie della bottega Coppedé, nelle oltre 80 stanze della dimora. Non mancava un tocco di modernità nell’impianto di riscaldamento centralizzato e nell’acqua calda disponibile in tutta la casa. Il palazzo ospitava anche una piscina riscaldata ed un ascensore di grande capienza. Nei sotterranei erano state ricavate grotte scenografiche, ispirate alla Grotta Azzurra di Capri, con statue mitologiche e giochi d’acqua, e non mancava un luogo dedicato alla preghiera, una cappella in stile neogotico con vetrate artistiche, ed una immensa biblioteca dove erano conservate le edizioni più preziose della Commedia dantesca. Il castello fu abitato dalla famiglia fino alla morte del proprietario avvenuta nel 1935. La figlia di Ewan, Isa Mackenzie, la cedette poco dopo ad una società immobiliare. Dopo l’8 settembre 1943 fu requisito dai tedeschi e scampò per miracolo ai pesantissimi bombardamenti sulla città. Nel dopoguerra fu brevemente occupato dagli Alleati prima di essere destinato a diventare una stazione dei Carabinieri, che rimasero fino al 1956 quando il castello fu dichiarato monumento nazionale. In seguito fu adibito a sede di una società sportiva, la Società Ginnastica Rubattino, e dagli anni Sessanta andò incontro ad un declino durato per tutto il decennio successivo. Solo negli anni seguenti la dimora da sogno di Mackenzie poté essere recuperata al suo splendore originario. Nel 1986 il magnate e collezionista d’arte americano Mitchell Wolfson Jr. rilevò il castello ed iniziò un complesso restauro a partire dal 1991 prima di cederlo a sua volta a Marcello Cambi, famoso restauratore toscano e patron dell’omonima casa d’aste della quale il castello divenne la sede, dopo un’ulteriore restauro da parte del grande architetto genovese Gianfranco Franchini, tra i progettisti assieme a Renzo Piano e Richard Rogers del Centro Georges Pompidou di Parigi.
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