2021-01-01
Il caccia europeo Tempest avanza, l’Italia è ferma
True
Per l'aereo di sesta generazione, la Spagna si schiera con Airbus per lo Fcas, il progetto condiviso con la Germania, ma Roma ancora non finanzia il programma concorrente fatto con inglesi e svedesi. Cresce l'imbarazzo mentre la Difesa prende tempo. E rischiamo di essere fuori da entrambi i progetti senza sviluppare nuove tecnologie.Nei primi giorni di dicembre la componente spagnola di Airbus ha firmato il contratto quadro per poter partecipare alla fase dimostrativa del progetto Future Combat Air System (Fcas), ovvero il caccia di nuova generazione che dopo il 2030 dovrebbe sostituire l'Eurofighter Typhoon. Il coinvolgimento degli spagnoli, seppur atteso, di fatto rafforza il ruolo del colosso aerospaziale di Tolosa trasformandolo nel maggior appaltatore nell'ambito del futuro programma di difesa europeo, superando per dimensioni il gruppo di lavoro del concorrente Tempest formato da tra Bae, Mbda, Leonardo, AvioAero, Rolls-Royce, Gkn e Saab. Programma per il quale noi italiani avremmo dovuto stanziare fondi per poter quantificare la nostra partecipazione e le nostre commesse, decisione rimandata continuamente con non poco imbarazzo da parte delle aziende che invece stanno ghiò lavorando ai concetti del nuovo aereo. Ora il contratto spagnolo completa un processo iniziato dieci mesi fa e copre il lavoro iniziale sullo sviluppo dei dimostratori del programma e sulla maturazione di tecnologie all'avanguardia, con l'ambizione di iniziare i test di volo dimostrativi dei prototipi nella seconda metà del 2026. Alberto Gutiérrez, presidente di Airbus Spain, ha dichiarato: «Questa firma si basa sul ruolo riconosciuto di Airbus come principale appaltatore aerospaziale e della difesa in Spagna e garantisce che possiamo supportare i migliori interessi nazionali contribuendo con le nostre comprovate capacità di progettazione, industriali e tecniche, nonché la nostra esperienza in programmi sovrani europei di successo».Sul fronte franco-tedesco-spagnolo da questo momento può partire anche la valutazione dei risultati dell'iniziativa annunciata e finanziata nell'aprile 2020 dal Ministero della Difesa di Berlino e definita «Innovations for Fcas» che mirava a coinvolgere nel progetto e nello sviluppo del sistema d'arma attori non tradizionali della Difesa tra i quali startup, piccole e medie imprese e istituti di ricerca. Ma tutti rigorosamente teutonici.Dirk Hoke, ceo di Airbus difesa e spazio, ha recentemente spiegato: «L'iniziativa mostra che Fcas non è paragonabile ai precedenti progetti. Implementando il numero di soggetti giovani e innovativi, alcuni dei quali non sono mai stati in contatto con il settore della difesa, ci assicuriamo di sfruttare tutte le competenze disponibili per un programma high-tech rivoluzionario; lo Fcas promuoverà anche le ricadute tecnologiche tra il mondo militare e quello civile. La nostra ambizione è portare avanti l'iniziativa a partire dal 2021 rendendola una pietra miliare della strategia di innovazione». Finora, durante la fase pilota, sono stati sviluppati 14 progetti che coprono l'intera gamma di elementi che compongono lo Fcas: il cloud da combattimento, la connettività, le caratteristiche dei caccia di nuova generazione, il controllo remoto, i sistema complessi e i sensori di ultima generazione. Per realizzarli e declinarli verso l'impiego militare gli ingegneri Airbus hanno lavorato a stretto contatto con le Pmi e le startup costruendo, per esempio, un prototipo di drone, già approvato per test di volo, che viene portato in quota da un aereo da trasporto A-400M. Lo hanno fatto coinvolgendo la Geradts GmbH per il lanciatore e SFL GmbH di Stoccarda per l'integrazione, entrambe supportate dal centro di ricerche aerospaziali Dlr. Un approccio di progettazione e sviluppo agile ha consentito la prototipazione rapida e la disponibilità al volo in soli 6 mesi. Parallelamente è stato realizzato un dimostratore di servizi cloud sicuri per la Difesa che si basa sul trasferimento di sistemi operativi protetti in un ambiente remoto, esperimento fatto dalla Kernkonzept di Dresda insieme con Airbus Cyber Security. Le due realtà hanno dimostrato come anche il cloud possa essere utilizzato ai massimi requisiti di sicurezza per uso governativo. In arrivo c'è anche un dimostratore di intelligenza artificiale applicata all'analisi delle radiofrequenze progettato dalla Hellsicht GmbH di Monaco, che ha addestrato i propri algoritmi su quantità di dati forniti da Airbus, consentendo una capacità unica di rilevamento in tempo reale delle «impronte digitali» di determinate emissioni come i radar. Di fatto la capacità di riconoscere una minaccia dalle sue emissioni radio è tra le più efficaci per mantenere la supremazia in campo della difesa aerea e navale. Come grandi programmi di difesa europea per i prossimi decenni, lo Fcas e il Tempest mirano a incoraggiare l'innovazione tecnologica fino all'utilizzo di soluzioni dirompenti come l'intelligenza artificiale, il lavoro coordinato di un velivolo pilotato insieme con mezzi senza pilota e altro ancora. Per questi motivi è importante che l'Italia resti tra i protagonisti del programma, definendo una volta per tutte l'investimento iniziale anche dopo l'accordo che il Regno Unito ha ottenuto con Bruxelles riguardo la Brexit.Anche su questo tema era incentrato il colloquio avvenuto all'inizio di dicembre tra il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il suo collega inglese Ben Wallace, durante il quale l'italiano ha ribadito di voler comunque intensificare ulteriormente la cooperazione bilaterale, ma includendo oltre al Tempest anche le situazioni della Libia e del Mediterraneo. Come fossero più urgenti o pressanti e non, invece, tre temi certo differenti ma di assoluta attualità e urgenza.In quella occasione Guerini aveva detto: «Il progetto Tempest è di estremo valore strategico e può risultare determinante nel ridefinire a livello europeo e globale i futuri equilibri delle capacità militari e industriali nel settore aerospaziale (...) è essenziale che la cooperazione tra i nostri Paesi possa fare affidamento su un modello di collaborazione industriale tale da garantire la bilanciata condivisione delle tecnologie e del know-how, quale virtuosa innovazione delle esperienze maturate nell'ambito di altri programmi comuni».Parole importanti ma di fatto perfette per temporeggiare, come dimostra il fatto che nel Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2020-2022 pubblicato in autunno non appare alcuna cifra per il finanziamento del Tempest, mentre il peso del programma Fcas in seno alle nazioni più influenti dell'Unione è ormai tale che il fatto di essere nella squadra «avversaria» pone evidentemente il Governo in imbarazzo, poiché si troverebbe a finanziare la progettazione di un'arma e anche di una manovra non certo considerata europeista.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
Continua a leggereRiduci
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi