
Politici, sportivi, giornalisti e persino pregiudicati annunciano sconsolati di avere il Covid. Ma la «socializzazione» della propria salute rischia di diffondere ancora di più il panico.Mi si nota di più se, essendo contagiato, lo dico, oppure se faccio finta di nulla? Ecce Covid, il dilemma alla Nanni Moretti di Ecce Bombo (1978), rivisitato ai tempi del virus. Lungi da me qualsiasi ironia sul subdolo Bastardo che non fa sconti.Ma c'è un aspetto su cui già alla fine di settembre avevo lanciato una provocazione dai microfoni di Virgin Radio, interrogandomi su un possibile «esibizionismo social di ritorno». Spiego. Durante il lockdown primaverile, a un certo punto non ne potevo più: attaccato tutto il giorno al computer, ero inondato da notifiche che mi segnalavano dirette sul web di Tizio che faceva i rigatoni, Sempronio ginnastica, Caio un concertino, o leggeva i sonetti di Shakespeare, o raccontava barzellette.Nulla di male, ovvio: libero chiunque di appalesarsi in Rete con lo streaming, libero io di seguirlo o meno. Ma davvero era uno stillicidio, che alla fine ti faceva quasi sentire inadeguato se ti chiamavi fuori dal rito ecumenico del villaggio globale.Ora stiamo assistendo a un fenomeno simile, che se da un lato ricopre una certa qual funzione «pubblica», dall'altro rischia di esporre i protagonisti a una serie di rilievi, in qualche caso non del tutto campati in aria: rendere noto o no di essere risultati positivi al Covid?Perché tra gli effetti collaterali della pandemia c'è anche questo: la «socializzazione» del proprio stato di salute.Nella fase 1, ricordo la notizia data da Nicola Zingaretti in diretta Facebook, e quella divulgata da Mediaset su Nicola Porro per spiegare la mancata messa in onda di Quarta Repubblica, con contestuale video postato dallo stesso Porro per offrire maggiori ragguagli. Nonché, uscendo dall'Italia, l'annuncio di Tom Hanks con la moglie Rita Wilson, entrambi positivi su un set in Australia (con battute nei late show americani che qui farebbero invocare la pena di morte: «Quando ho visto in tendenza il nome di Tom e della moglie mi è venuto un colpo: avranno mica divorziato?!? Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho scoperto che si trattava solo di coronavirus"). Con la risalita dei contagi, politici, sportivi, giornalisti, cantanti, perfino pregiudicati hanno iniziato a scapicollarsi per informare urbi et orbi di essere in guerra con l'ospite indesiderato.Nelle ultime due settimane abbiamo visto, sentito, letto le dichiarazioni di Beatrice Lorenzin, Mariastella Gelmini, Ferruccio Sansa, Massimo Giannini, Valentino Rossi, Federica Pellegrini, Fabrizio Corona, Nina Zilli (la sua diretta Instagram è di ieri, lunedì) e Antonio Ricci, il padre padrone di Striscia la notizia, di cui la famiglia ha confermato all'agenzia Ansa il ricovero «per ragioni precauzionali» (a tutti loro, come a chiunque sia alle prese con questa o con altra patologia, i più sinceri auguri per una rapida, quanto senza strascichi, uscita dal tunnel).Tale sollecitudine può essere perfino doverosa, se si è persone o personaggi entrati in contatto diretto e prolungato (per il ruolo o l'incarico ricoperto, o per le mansioni svolte) con altri soggetti, magari ignorando chi essi siano, in tutto o in parte, e quindi con la comprensibile esigenza di metterli sull'avviso pubblicamente.Ma negli altri casi?Sussistevano, per usare un linguaggio giuridico, i requisiti della necessità e dell'urgenza? Andando perfino oltre il coming out, cioè l'autodenuncia: a Ballando con le stelle sabato sera su Rai 1, si è arrivati all'outing, lo «spiattellamento» -che diamo per scontato sia avvenuto con il consenso dell'interessato- di Tullio Solenghi che ha dedicato la performance all'altro componente del celebre trio (con la scomparsa Anna Marchesini), Massimo Lopez: «Che è a casa con il Covid. Dopo un primo momento di difficoltà, adesso sta molto bene». Luca Bizzarri, alla guida di Quelli che il calcio su Rai 2 con Paolo Kessisoglu, il 5 ottobre ha twittato: «Magari sbaglierò, ma il fatto che ogni due o tre giorni ci sia qualcuno che si sente in obbligo di comunicarci con un video la propria positività al virus è obbligatorio? Non rischia di sembrare più, come dire, nel migliore dei casi, un'inspiegabile mitomania?». Perfino il Franti che è in me non riesce a essere così abrasivo. In rete gli immancabili haters hanno coniato un feroce neologismo per stigmatizzare tali esternazioni, con tanto di hashtag: #CoVip. Che hanno sicuramente un pregio: ricordarci che i negazionisti sono irresponsabili e che il virus è tutt'altro che defunto ed è democratico, colpendo chiunque e ovunque, «tu, io, Cristiano Ronaldo, Ibra...Questo virus ci vede benissimo! Ed ha alzato il tiro: solo atleti top!», come ha ironizzato Rossi in un sms a Federica Pellegrini.Ma anche un limite: contribuire, anche involontariamente, al diffondersi della psicosi, per cui non ci sono più né speranza né adeguate contromisure per contrastare il dilagare del contagio. Anche perché spesso l'autodenuncia è sconsolata: «Sono stato super attento a rispettare il protocollo. Ciò nonostante...».(Ps: per non chiamarmi fuori dall'andazzo, faccio coming out anch'io: nel 1998 ho rimediato una bruttissima broncopolmonite batterica, che mi costrinse a casa in isolamento per tre settimane e che curai con una «bomba» antibiotica che mi lasciò a lungo sfiancato e prostrato. A che serve tale confessione postuma? Non solo al mio ego: anche a non dimenticare che dalle infezioni gravi si può guarire, sia pur a fatica. E che per stare ancora più tranquilli, è meglio evitarle del tutto. Ma questo non credo abbiate necessità di scoprirlo grazie a me).
Franco Zanellato
Lo stilista Franco Zanellato: «Il futuro? Evolvere senza snaturarsi e non inseguire il rumore, ma puntare su qualità e coerenza. Nel 2024 abbiamo rinnovato il marchio partendo dal Dna. Il digitale non è più soltanto un canale di vendita».
C’è un’eleganza silenziosa nel successo di Zanellato. In un panorama della moda che cambia rapidamente, tra nuove sensibilità e mercati in evoluzione, il brand fondato da Franco Zanellato continua a crescere con coerenza e autenticità, restando fedele ai valori del Made in Italy e a un’idea di lusso discreto e consapevole. Partito da Vicenza, ha saputo trasformare l’azienda di guanti di famiglia, in un luxury brand conosciuto in tutto il mondo. L’iconica Postina, simbolo di una femminilità raffinata e senza tempo, oggi dialoga con tre nuove borse che ampliano l’universo creativo della maison, interpretando con linguaggio contemporaneo il concetto di «Arte e mestieri» che da sempre ne definisce l’identità. Una visione che piace e convince. A trainare questa crescita, il mercato italiano e la piattaforma e-commerce, ma soprattutto una strategia che mette al centro la ricerca, l’equilibrio tra tradizione e innovazione, e un dialogo sempre più diretto con le donne che scelgono Zanellato per ciò che rappresenta: autenticità, bellezza, rispetto dei tempi e dei gesti, una filosofia che unisce artigianalità e design contemporaneo sempre vincente. Ne abbiamo parlato con Franco Zanellato per capire come si spiega questo successo e quale direzione prenderà l’azienda nei prossimi anni.
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Proviene dal «maiale degli alberi»: dalle foglie alla corteccia, non si butta niente. E i suoi frutti finiscono nelle opere d’arte.
Due sabati fa abbiamo lasciato la castagna in bocca a Plinio il Vecchio e al fior fiore dell’intellighenzia latina, Catone, Varrone, Virgilio, Ovidio, Apicio, Marziale, i quali hanno lodato e cantato il «pane dei poveri», titolo ampiamente meritato dal frutto che nel corso dei secoli ha sfamato intere popolazioni di contadini e montanari.
Albert Bourla (Ansa)
Il colosso guidato da Bourla vende una quota della sua partecipazione nella casa tedesca. Un’operazione da 508 milioni di dollari che mette la parola fine sull’alleanza che ha dettato legge sui vaccini anti Covid.
Pfizer Inc vende una quota della sua partecipazione nella casa farmaceutica tedesca Biontech Se. Il colosso statunitense offre circa 4,55 milioni di American depositary receipts (Adr) tramite un collocamento accelerato, con un prezzo compreso tra 108 e 111,70 dollari per azione. L’operazione porterebbe a Pfizer circa 508 milioni di dollari, segnala la piattaforma di dati finanziari MarketScreener.
Da sinistra, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Maurizio Landini (Ansa)
Secondo uno studio, solo nel 2024 hanno assicurato all’erario ben 51,2 miliardi di euro.
A sinistra c’è gente come Maurizio Landini, Elly Schlein o l’immancabile duo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni che si sgola per denunciare il presunto squilibrio della pressione fiscale che grava sui cittadini e chiede a gran voce che i ricchi paghino di più, perché hanno più soldi. In parole povere: vogliono la patrimoniale. E sono tornati a chiederla a gran voce, negli ultimi giorni, come se fosse l’estrema ancora di salvataggio per il Paese.






