Il gruppo della storica agenda e del marchio Zelig sull’orlo del fallimento: investimenti errati, stipendi d’oro e spese pazze hanno spolpato l’azienda. I debiti della creatura di Gino e Michele ammontano a 40 milioni. Dipendenti rimasti senza contributi.
Nuova beffa per Torino e gli altri siti della Penisola dopo il caso degli aumenti salariali inferiori a quelli francesi e lo spostamento in Algeria della produzione di alcuni marchi Fiat. I sindacati: assumete i nostri.
La Suprema corte conferma il regime di carcere duro per l’anarco-insurrezionalista in sciopero della fame: «È un soggetto pericoloso che non si è mai dissociato». E ora il bandito Graziano Mesina lo copia.