2022-07-17
Prima ti trattano da bambino, poi hanno paura dei «ribelli»
Massimo Recalcati, ex aedo del giovanilismo renziano, accusa i grillini: «Non sono adulti». Prima hanno promosso l’infantilizzazione, ora si irritano se i «bimbi» disobbediscono. Dunque, alla fine della fiera, si tratta semplicemente di una questione di brufoli in eccesso e ormoni in subbuglio. Alle radici della crisi politica in corso, spiega lo psicoguru Massimo Recalcati su Repubblica, c’è soltanto l’inguaribile adolescenza del Movimento 5 stelle, la sua incapacità di «evolvere verso la vita adulta». Una «cristallizzazione patologica» che ingabbia i bamboccioni in Parlamento e li spinge ad azioni sconsiderate di cui non vogliono assumersi le conseguenze.Non c’è dubbio: si tratta di una lettura estremamente interessante, soprattutto perché proviene da un’area politica che, storicamente, ha brigato in ogni modo per annientare simbolicamente il Padre e la sua autorità, e che da sempre utilizza gli infanti e gli adolescenti come simbolo di purezza, brandendoli senza esitazione contro i presunti «adulti corrotti» (tra gli ultimi casi, quello della giovane Greta Thunberg).Soprattutto, però, il discorso di Recalcati merita d’essere approfondito perché conferma - seppur involontariamente - l’esistenza di un processo di infantilizzazione degli italiani e dei loro rappresentanti. Apparentemente, l’editorialista di Repubblica vuole stigmatizzare il fenomeno, ma a ben vedere ciò che lo infastidisce non è l’immaturità dei 5 stelle (elemento su cui possiamo pure essere d’accordo). No, a irritare il nostro luminare è il fatto che essi abbiano messo in discussione Mario Draghi.Massimo Recalcati, se ricordate, si è guadagnato un posto di prestigio fra i commentatori politici nell’epoca in cui Matteo Renzi dettava legge. Egli ha supportato il Rottamatore, cioè il giovinastro per eccellenza, colui che voleva liberarsi dei vecchi arnesi e dell’aria viziata che impestava l’aula sorda e grigia. In quel caso, l’adolescenza arrogantella non gli dispiaceva. E, a dirla tutta, non lo disgustava nemmeno quella dei grillini, almeno fino a che essi si sono dimostrati utili strumenti della Cattedrale sanitaria e dei poteri che la alimentavano.L’area politica a cui il nostro fine intellettuale appartiene non ha mancato di mostrare apprezzamento per il percorso di crescita dei 5 stelle quando si rendevano disponibili a puntellare governi paratecnici e vagamente autoritari. C’erano applausi per gli ex sovvertitori del sistema convertiti alla servitù istituzionale. Quando votavano a favore del green pass e delle restrizioni, i grillini non venivano certo biasimati. Eppure sfidiamo chiunque a dimostrare che, in quelle occasioni, essi si siano assunti la responsabilità delle loro azioni distruttive nei confronti degli italiani.Oggi le motivazioni dell’ammutinamento di Conte sono certamente contestabili. Peggio: sono, evidentemente, un pretesto di cui i capoccia del Movimento si stanno servendo per tentare qualche manovra di bassa politica. Però questi sono esattamente i passatempi in cui indulgono i sedicenti «politici maturi», gli «adulti» che amano smorzare ogni idealismo in nome del realismo e che temperano ogni grande ideale con il cinismo. Insomma, i grillini non stanno facendo nulla di diverso da ciò che hanno compiuto tanti altri partiti: alle loro battaglie per la purezza hanno rinunciato tempo fa, e i più li hanno applauditi per questo. E siamo certissimi che verranno applauditi di nuovo, qualora decidano di tornare sui propri passi, o di mollare Conte per immolarsi al Duca Conte Mario Draghi. Il tradimento del partito e del mandato degli elettori - vedrete - nei prossimi giorni verrà presentato come segno di responsabilità.Ed eccoci al punto nodale: l’infantilizzazione va benissimo fintanto che il bambino è obbediente. Di più: la riduzione dell’elettore (e persino del politico) a bamboccione è auspicata e sostenuta con ogni mezzo dalle forze di governo. Niente di diverso è accaduto nei giorni più bui dell’emergenza pandemica. Gli italiani sono stati ripetutamente trattati come mocciosi incapaci di autogestirsi. I politici al potere - a partire da Giuseppe Conte, ora descritto come adolescente irrequieto - hanno imbrigliato la popolazione in un fitto reticolo di regole allucinanti e liberticide, con la scusa di agire «per il bene comune». E chi provava a ribellarsi veniva trattato - da Recalcati, tra gli altri - come uno gnomo riottoso, un adulto mancato, un individuo incapace di provvedere a sé stesso.Quando l’emergenza pandemica è stata soppiantata da quella bellica, il meccanismo si è rimesso in moto nello stesso, identico modo. Gli adulti, si è detto, si assumono il peso delle scelte «giuste» e sono pronti addirittura a soffrire pur di appoggiare Volodymyr Zelensky e gli ucraini. Ancora in queste ore, va di moda prendersela con gli europei viziati (bambocci!) che si sono «stancati della guerra» e non dedicano più tanta attenzione a quanto accade nei dintorni di Kiev. Di nuovo, le presunte «guide morali» dell’Occidente liberale si rivolgono a noi come a bambini capricciosi, come se il rifiuto della retorica bellica dipendesse da un nostro disturbo dell’attenzione e non dal fatto che i comuni cittadini hanno ben altri guai di cui occuparsi, e più urgenti.Quindi sì, Recalcati ha pienamente ragione quando nota un patologico prolungarsi dell’adolescenza. Egli dimentica di dire, però, che questo fenomeno è indotto. Del resto, è un tratto caratteristico dello gnosticismo rivoluzionario e di ogni regime autoritario: al popolo infantilizzato serve una figura genitoriale che faccia da guida. Stalin, non per nulla, era appellato «il Piccolo padre». Se il popolo è bambino, infatti, l’esercizio del potere è più semplice, almeno fino a quando il pargolo non decide di puntare i piedi. In quel caso, tocca al governante riservargli una punizione, possibilmente molto violenta.In gioco, in queste giornate convulse, non c’è la maturità, bensì l’obbedienza. E ciò che infastidisce i nostri prodi intellettuali non è la presenza di politici incapaci e inadeguati (il che è un dato di fatto), ma la generica insubordinazione agli sugar daddies che ci comandano. Anche se, in realtà, i nostri governanti non hanno nulla dei padri, che - nella loro migliore incarnazione - dettano le regole e stabiliscono i limiti, ma garantiscono pure la libertà personale. Essi, piuttosto, si fingono attenti e amorevoli, e poi opprimono e schiacciano i figli-sudditi. Sono, in fondo, Grandi Madri voraci e bizzose. Non a caso, per farsi reggere le sottane, si servono di intellettuali fin troppo simili a vecchie zie zitelle.