2021-10-05
«I social della Lega non hanno mai ucciso. Indecenti i paragoni coi killer comunisti»
Concita De Gregorio (Ansa)
Potito Perruggini, nipote di un poliziotto assassinato dai terroristi, risponde a Concita De Gregorio e a Umberto Galimberti: soccorso rosso è sempre attivo«Non è paragonabile in alcun modo, con nessun tipo di linguaggio il terrorismo di destra e di sinistra alla macchina organizzativa denominata la “Bestia" di Matteo Salvini. Sono cose lontane anni luce, siamo lontani migliaia di chilometri». Potito Perruggini, presidente dell'Osservatorio nazionale per la Verità storica “Anni di Piombo" e nipote di Giuseppe Ciotta, il poliziotto ucciso nel 1977 in un agguato terroristico, commenta così alla Verità la trasmissione televisiva In Onda di sabato scorso. «Non mi pare che la gestione socialmediatica di Salvini e Morisi abbia ucciso poliziotti, magistrati o semplici cittadini...» continua Perruggini, secondo cui invece bisognerebbe semmai ricordare come «a distanza di anni non abbiamo ancora i fascicoli completi per l'estradizione dei terroristi in Francia. Mettere a confronto un gruppo sovversivo politicizzato come il terrorismo degli anni di piombo a una macchina organizzativa denominata la “Bestia" mi sembra veramente un'enormità, una esagerazione di cui non sentivamo proprio il bisogno». Sabato scorso, nel salotto della televisione di Urbano Cairo con la conduzione di Concita De Gregorio e David Parenzo, sono andate in onda frasi che hanno lasciato di stucco molti telespettatori. Sui social media sono stati in tanti a riportare le frasi del filosofo Umberto Galimberti, della stessa De Gregorio come di altri ospiti, sul parallelismo tra il terrorismo e la violenza social della Lega. «Non giustifico gli anni Settanta, ma avevano una ideologia alle spalle e per quanto esecrabile avevano un supporto di pensiero, o qualcosa che ci somigliava» ha spiegato Galimberti. Poi De Gregorio ha aggiunto anche: «Nel corpo a corpo si gioca non dico ad armi pari, perché uno era armato e l'altro no ma anche il terrorista rischia di morire. L'aggressione anonima sul web è un po' come il drone, io non rischio di morire a meno che non arrivi la nemesi». Per Perruggini sono frasi assolutamente senza senso. «Per quanto ne sappia» ricorda alla Verità «quando Salvini era ministro uno di questi, Enrico Galmozzi, che è stato l'assassino di mio zio e di Enrico Pedenovi si permetteva di usare i social media per scrivere che i proiettili lui non li mandava per posta ma li consegnava personalmente…». Galmozzi, infatti, pensò bene di scrivere su Facebook all'allora ministro dell'Interno una frase di questo tipo. «Giù la testa, coglione. Non fare il cinema che ti va di culo: una volta invece di spedirli li consegnavamo di persona…». Ci fu un'indagine ma non accadde nulla. Ricorda ancora Perruggini. «Ebbene, per queste minacce la Procura di Locri e il gip di Locri hanno usato procedimento a dir poco discutibile e hanno proceduto all'archiviazione di questo pluriomicida». Come mai? «Sostenevano ci fosse bisogno di ulteriori indagini. In pratica le Procure non avrebbero avuto abbastanza tempo per agire». Il problema è un altro, secondo Perruggini. «Perché soccorso rosso è sempre attivo. Alcune procure e alcuni organi di polizia giudiziaria non agiscono con la stessa tempestività se si parla di destra o di sinistra. Non si può confrontare il terrorismo degli anni di piombo con una macchina organizzativa denominata la “Bestia". Per di più ci sono partiti e movimenti con organizzazioni similari se non più perfomarmanti. Basta pensare ai 5 stelle, capaci di scatenare tempeste social mediatiche molto più violente della “Bestia" di Salvini». E ancora. «Non mi dicano quelli del Pd che la loro organizzazione socialmediatica è meno potente e forte di quella della Lega. Non facciano le vittime nel momento in cui sono andati a guardare dal buco della serratura la vita privata di Luca Morisi che sinceramente ho incrociato una volta nella mia vita e mi è sembrata una persona riservata e tranquilla». Insomma, ideologia o meno, spiegazioni filosofiche o meno, il paragone tra terrorismo e leghismo social non regge. «Di creature come quella di Morisi ce ne sono di molte peggiori. E non posso fare a meno di dimenticare che, sempre a proposito di soccorso rosso, il deputato europeo Roberto Gualtieri si è recato più volte in Sud America a omaggiare Lula che proteggeva Cesare Battisti, altro pluriomicida rosso. Sono cose che si dimenticano troppo facilmente. E che vanno ricordate». E mentre su La7 si discute su insensati parallelismi, durante la trasmissione anche altri ospiti hanno concordato con Galimberti e De Gregorio -(«Non per sminuire gli anni di piombo, ma lì si trattava di azioni criminali con un tempo e luogo definito, e che comunque rischiavano la vita» si è anche sentito) - restano in Francia ancora 10 terroristi in attesa dell'estradizione. «Il 29 settembre scorso la Corte d'appello di Parigi ha richiesto ulteriori documenti al governo italiano. Per questo è stato rinviato tutto al prossimo 5 dicembre. Mi sembra evidente che il ministero di Giustizia, quello degli Esteri e degli Interni, non hanno ascoltato le mie richieste di sollecito. Hanno preso altro tempo», osserva Perruggini. A muoversi dovrebbe essere soprattutto il ministro Marta Cartabia. «È il ministero della Giustizia ad avere in mano il fascicolo. Ma è evidente che in questo coordinamento ci sono soggetti a mio avviso in malafede che hanno reso il fascicolo incompleto. Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, soccorso rosso è sempre presente e attivo, non ha mai smesso di lavorare per tutelare gli esecutori di disegni criminosi contro lo stato italiano. Non esistono solo i peccati di azione ma anche quelli di omissione».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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