2021-07-23
I prof inseguiti dall’obbligo. E cresce il pressing per immunizzare gli alunni
Patrizio Bianchi (Getty images)
Salvo dal vincolo di green pass, per ora, il personale scolastico. Figliuolo auspica almeno il 60% di studenti vaccinati a settembre per tornare alle lezioni in presenzaNel nuovo decreto Covid non c’è l’obbligo di vaccinazione per i docenti e i dipendenti scolastici. «Sono rimaste fuori la scuola, il lavoro e il trasporto», precisava ieri il premier Mario Draghi, assicurando che le questioni «saranno affrontate molto rapidamente. La prossima settimana, o tra quindici giorni». L’impressione è però chiara: una categoria alla volta, per vie traverse si arriverà a stabilire l’obbligo vaccinale generalizzato. Dopo il personale sanitario, mentre viene agitato lo spauracchio della Dad così da convincere gli studenti, e i rispettivi genitori, sull’opportunità di una punturina anche se i figli sono minorenni e non a rischio in caso di contagio, adesso vengono presi di mira i docenti. Due giorni fa, il commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ha inviato alle Regioni una circolare in cui ribadisce la necessità di ottenere «la massima copertura vaccinale del personale scolastico attraverso un coinvolgimento attivo», quantificando e comunicando le mancate adesioni entro il prossimo 20 agosto. Il suo intento, spiegava ieri, è che venga superato l’85% degli attuali vaccinati nella scuola. La struttura del commissario ha dovuto precisare che non si tratta di un «elenco» ma di una generica «quantificazione» delle mancate adesioni a fini statistici. Il generale al momento non vuole nomi e cognomi, però il documento è un ordine. Chiede di sapere quanti professori, amministrativi, bidelli ancora non si sono fatti una dose e forse mai se la faranno, probabilmente perché la prossima mossa sarà l’obbligo al vaccino così come è già accaduto per medici, infermieri o veterinari. Figliuolo incalza le amministrazioni locali anche perché «provvedano a porre in essere le azioni necessarie a dare priorità alle somministrazioni nei confronti degli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni». L’obiettivo, ha detto ieri pomeriggio «è avere entro la prima decade di settembre il 60% dei ragazzi vaccinati per poter tornare in presenza o con pochissime limitazioni». Li vuole vaccinati tutti ma siccome è un militare, non uno scienziato, riporta quanto indicato dal Cts nel verbale dello scorso 12 luglio, ovvero che «la vaccinazione costituisce, ad oggi, la misura di prevenzione pubblica fondamentale per contenere dal diffusione del virus». Anche secondo molti dirigenti scolastici, i professori e i bidelli devono farsi iniettare il farmaco, volenti o nolenti. «Qualora non si riuscisse a ottenere la vaccinazione, si potrebbe valutare una forma di obbligo, che deve valere per tutti coloro che sono a contatto con l’utenza. Dunque per i non vaccinati non si avrebbe l’accesso a un determinato tipo di attività», ha detto Antonello Giannelli, presidente Anp, l’associazione nazionale presidi, riferendosi chiaramente anche agli insegnanti. Ogni appello a «buon senso» o al rigore morale torna utile in questa alzata di scudi contro il diritto di scegliere di non vaccinarsi pur rispettando l’obbligo della mascherina e del distanziamento. Così abbiamo sentito l’epidemiologa Stefania Salmaso dichiarare nella trasmissione Agorà Estate su Rai3 che «un insegnante, ma in generale tutto il personale scolastico», avrebbe il dovere di «insegnare il senso civico del vivere sociale» e del fare «una cosa che serve a sé stessi e alla comunità». Nella circolare alle scuole, pure il capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, Stefano Versari, scrive che è «eticamente doverosa la vaccinazione» del personale scolastico. Se non la pensano così, mandiamo i professori al confino? Dipendesse dall’infettivologo Matteo Bassetti, sembra proprio di sì. «Sono d’accordissimo sull’obbligo vaccinale per gli insegnanti. È l’unico modo per avere una scuola sicura a settembre», ha dichiarato il primario all’ospedale San Martino di Genova, fautore di una decisione immediata senza «traccheggiare più». Come il professore la pensano in molti. Una bella vaccinazione di massa dei prof, così togliamo il disturbo al governo di risolvere l’insufficienza di aule, la mancanza di mezzi pubblici per far circolare studenti e lavoratori senza pericolosi assembramenti, poco diversi da quelli che si sono visti in occasione dei festeggiamenti per gli Europei, o la scarsa ventilazione negli edifici scolastici prevedendo impianti di ventilazione meccanica anti Covid. Nella nota di accompagnamento delle disposizioni del Cts, inviata alle scuole, si legge che «l’obiettivo primario è quello di realizzare le condizioni atte ad assicurare la didattica in presenza a scuola» e tra le priorità viene ribadita quella di estendere la copertura vaccinale. Con il vaccino, dicono, tutto si mette a posto. Non sarà così, possiamo esserne certi perché a ogni nuova variante scatteranno restrizioni, si svuoteranno le scuole ritornando alla didattica a distanza. Comunque l’obbligatorietà è sbagliata, in quanto discriminatoria. L’ha ribadito Matteo Salvini: «Io sono per la spiegazione, la convinzione, l’educazione mai per la costrizione, i licenziamenti, le multe».
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)