2018-05-17
Collezionisti di francobolli o inviati tv: la nuova attività dei «trombati» d’oro
Dopo anni in Parlamento tanti ex onorevoli sono tornati nel mondo reale. Nunzia De Girolamo ingaggiata da Massimo Giletti, Antonio Razzi da «Quelli che dopo il tg». Alessandro Di Battista si tuffa nell'editoria, Lorenza Bonaccorsi diventa assessore di Nicola Zingaretti e Francesco Saverio Garofani fa il consigliere del Quirinale.Nei giorni precedenti al 4 marzo, i corridoi di Montecitorio e Palazzo Madama pullulavano di onorevoli dalle facce scure. Parlamentari terrorizzati dal perdere il seggio, forse anche in crisi d'identità e preoccupati, soprattutto, per il lunario da sbarcare. Per qualcuno di loro la mancata candidatura è stata una scelta, come Gianni Cuperlo che ha rifiutato la proposta dem nel collegio di Sassuolo, per altri un'imposizione dal partito. Altri ancora ci hanno provato, ma non sono riusciti a convincere gli elettori.Su tutti comunque gravava lo spettro del ritorno alla vita normale. Quella dove si pagano i treni, i telefonini, i pranzi e non bastano cinque anni per aver diritto a un vitalizio. Quindi del ritorno al lavoro, magari dopo vent'anni consecutivi di aspettativa. C'è chi è riuscito a infilarsi in qualche ente locale e chi ha ripreso l'antica professione, ma ci sono anche molti convertiti alla televisione e al giornalismo. O altri che, avendo maturato un'ottima pensione, hanno deciso di godersi la vita, viaggiare o collezionare francobolli. È il caso, per esempio, di Carlo Giovanardi. Forte di 7 legislature e 315.000 euro di buonuscita, l'ex senatore di Identità e azione ha fatto sapere di volersi dedicare alla filatelia e di essere impegnato a curare una mostra dedicata al centenario del primo bollo stampato a Fiume, il 2 dicembre 1918. Si trastulla nel tempo libero anche Rosy Bindi. Dopo aver navigato lungo 6 legislature, l'ex ministro di Politiche per la famiglia e Sanità ha lasciato il Parlamento. Non prima di aver ricevuto un assegno da 252.000 euro, che si somma alla pensione già disponibile. Soldi che le servono per tornare ai suoi studi in teologia e per fare viaggi. Ma anche per assistere la mamma anziana. «Finalmente adesso sono felice», ha fatto sapere in una recente intervista. Decisamente di buonumore deve essere anche il ministro (quasi ex, ma per ora ancora in carica) di Giustizia, interni ed esteri, Angelino Alfano. Dopo non essersi ricandidato, ha aggiunto però di voler «fare politica fuori dai Palazzi». Proprio lui che fino a ieri in quei Palazzi ci aveva sempre vissuto, mettendo insieme una liquidazione da 168.000 euro e ottenendo un record unico nella storia del Paese: è riuscito a trascorrere oltre 3.000 giorni consecutivi al governo, diventando il ministro più longevo della Repubblica. Per prendere la pensione gli mancano però ancora 12 anni, nel frattempo continua a dedicarsi alla presidenza della Fondazione De Gasperi e alla professione di avvocato. Ha decisamente invertito rotta Nunzia De Girolamo. L'ex deputata di Forza Italia, sconfitta nel collegio di Bologna, ha puntato tutto sul piccolo schermo. Il suo debutto è avvenuto lo scorso 6 maggio, come inviata della trasmissione Non è l'arena condotta da Massimo Giletti. Un'esperienza che, secondo i bene informati, potrebbe avere un luminoso futuro. La tv piace anche ad Antonio Razzi. Sfrattato da Palazzo Madama, il senatore famoso per la caricatura inventata da Maurizio Crozza, è diventato un nuovo volto della trasmissione Quelli che dopo il tg, commentando i fatti della politica italiana. Di giornalismo si occupa anche un altro grande escluso dal nuovo corso. Nicola Latorre è rimasto fuori dai palazzi per diktat di Matteo Renzi, così ha cominciato a collaborare con il quotidiano Il Messaggero, scrivendo soprattutto di esteri. Contemporaneamente può contare su un assegno da 168.000 euro, messo in cassa grazie a 4 legislature. E poi c'è il grillino Alessandro Di Battista. Con compagna e figlioletto al seguito, sta per partire per un lungo tour nel continente americano. L'obiettivo? Scrivere reportage per Il Fatto Quotidiano. Rimanendo nel campo dell'editoria si incontra anche Denis Verdini. L'ex fedelissimo di Forza Italia, padre del Patto del Nazareno, è stato assunto come responsabile del ramo editoriale di Tosinvest. Ovvero la finanziaria della famiglia Angelucci che pubblica Libero, Il Tempo e diversi giornali locali. Ha comunque già incassato dallo Stato una buonuscita da 168.000 euro maturata grazie a 4 mandati, 3 alla Camera e una al Senato. Infine, fra chi ha deciso di dedicarsi alla scrittura, c'è anche Fabrizio Cicchitto. Nel corso di 6 legislature ha sviluppato una grande passione per la storia, e così si è applicato alla stesura di un libro. La protagonista? Sarebbe la stessa Forza Italia. Attendiamo di leggerlo.Fra gli esclusi eccellenti c'è anche l'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Si era candidato per Nci in tre collegi plurinominali: Milano, Monza-Brianza e Bergamo-Brescia. Non è riuscito a raggiungere la soglia del 3%, una batosta inattesa che lo ha messo fuori dalla porta della politica. Al momento non è dato sapere in che modo abbia deciso di impegnare il proprio tempo, pare stia riflettendo. Si dedica invece ai vini della sua tenuta La Madeleine, l'azienda di 15 ettari tra Narni e Otricoli, Massimo D'Alema, sconfitto nella «sua» Puglia. Poco più di 32.000 voti non sono bastati ad assicurargli uno scranno. Proprio come Giulio Tremonti, tornato alle vecchie abitudini dopo essere stato escluso dalle liste di Forza Italia. Ha intascato l'assegno da 252.000 euro e ha ripreso a lavorare a tempo pieno nel suo rinomato studio da tributarista. Un destino simile a quello di Ignazio Abrignani. Escluso dalla politica, l'ex verdiniano si è rituffato nella professione da giudice tributarista. La stessa cosa che ha deciso di fare Donatella Ferranti. Dopo aver passato 10 anni in Parlamento fra le file del Pd, l'ex deputata si è rimessa la toga, in qualità di giudice della Corte di Cassazione. Che la politica sia piena di magistrati, soprattutto di sinistra, non è certo una novità. E infatti il tribunale ha riaccolto al lavoro anche Stefano Dambruoso, attualmente in servizio alla Procura di Bologna. E lo stesso potrebbe succedere anche per Anna Maria Finocchiaro. Lei la Procura di Catania l'ha lasciata circa 30 anni fa per lanciarsi in politica. Adesso, dopo la bellezza di 8 legislature (5 alla Camera e 3 come senatrice), ha deciso di riprendere la carriera. Non come magistrato, però. Preferisce un incarico amministrativo al ministero della Giustizia. Che le consenta di godersi con una certa tranquillità anche la buonuscita di circa 336.000 euro. Ha ripreso invece a fare l'avvocato il dem Dario Ginefra. Dopo l'esclusione dalle Politiche ha fatto sapere di aver avviato una serie di consulenze fra Roma e Milano. «Il resto del tempo», ha aggiunto», lo dedico alla bambina e a mia moglie Laura Ravetto». Almeno lei è stata rieletta in Parlamento. Fra gli scomparsi nella nuova legislatura figura anche Vincenzo D'Anna. Per lui però il nuovo corso si sta rivelando ricco di soddisfazioni. Per una poltrona al Senato perduta, ne è arrivata infatti immediatamente un'altra come presidente dell'Ordine dei biologi. Alle elezioni dell'ente professionale la sua lista ha fatto il pieno di seggi: 9 su altrettanti disponibili. Di nuove poltrone, alcune anche pesanti, è fatta la quotidianità di molti altri ex parlamentari. Primo fra tutti Saverio Garofani. Nel corso delle tre legislature vissute fra le file del Pd ha stretto un rapporto di fiducia molto forte con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Fino a diventare consigliere politico del Quirinale. È andata piuttosto bene anche a Lorenza Bonaccorsi: l'ex deputata del Pd è entrata nella nuova giunta Zingaretti alla Regione Lazio, come assessore a Turismo e pari opportunità. Ha invece già lasciato la Capitale Franco Panizza. L'ex senatore autonomista è tornato nel suo verde Trentino. Dopo una lunga aspettativa ha ripreso il lavoro nel dipartimento Foreste, faune e agricoltura della Provincia autonoma di Trento. Mentre per Luciano Uras l'addio a Palazzo Madama è coinciso con un bel regalo da parte del presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru: un'ottima consulenza tecnico-politica nel suo gabinetto. Infine ci sono Ermete Realacci e Luigi Manconi. Il primo, dopo 4 legislature, è rimasto fermo ai box. E così ha deciso di concentrarsi sull'attività della Fondazione Symbola e sulla carica di presidente onorario di Legambiente. Per il paladino dei diritti civili Manconi, invece, rimane l'incarico da direttore dell'Ufficio nazionale antidiscriminazione. Inoltre ha già maturato e percepisce la sua brava pensione da senatore.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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