2020-09-16
I pm mollano la presa sui «famosi» 49 milioni
Nessuna domanda dei magistrati milanesi ai 2 commercialisti vicini alla Lega per il filone sulla Lombardia film commission durante gli interrogatori di garanzia. L'intercettazione col virus trojan: «L'assessore Filippo Del Corno non va d'accordo con Sala».Nessun accenno ai presunti 49 milioni di euro della Lega, ma solo domande sui due capi di imputazione di cui sono accusati sul caso Lombardia film commission, ovvero peculato e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente. Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due revisori contabili della Lega, si definiscono estranei alle accuse durante l'interrogatorio di garanzia nel tribunale di Milano, dopo gli arresti della scorsa settimana. «Confidano nella giustizia», spiega l'avvocato Piermaria Corso che nei prossimi giorni presenterà istanza di revoca dei domiciliari dei suoi assistiti. L'inchiesta sull'immobile di Cormano, acquistato dalla fondazione controllata da Regione Lombardia per 800.000 euro, segna quindi un nuovo colpo di scena. Se Manzoni, durante le dichiarazioni spontanee del 3 settembre, aveva parlato anche dei fondi scomparsi della gestione dell'ex tesoriere Francesco Belsito, ieri invece non è stato sentito sull'altro filone di indagine, in mano a Genova e Bergamo. Gli inquirenti quindi non hanno fatto nemmeno riferimento alla segnalazione della guardia di finanza sul bonifico di 19 milioni di euro che lo studio notarile Mauro Grandi - autore del rogito dei capannoni nell'hinterland milanese – aveva fatto in Svizzera, in favore della Balican, società di Cipro: questa segnalazione sembra slegata dalle indagini perché legata alla ricapitalizzazione della start up Prima assicurazioni. Dopo Di Rubba e Manzoni manca ancora all'appello per l'interrogatorio di garanzia il terzo indagato finito ai domiciliari, ovvero Michele Scilieri, il commercialista senior dei tre. L'avvocato Massimo Dinoia aveva chiesto qualche giorno di tempo per l'eccessiva pressione mediatica. Scilieri, unico tra gli indagati a cui gli inquirenti avevano installato un captatore informatico nel telefono, dovrà spiegare diverse cose rispetto all'affare Lombardia film commission. Scilieri non è un commercialista qualunque. A descriverlo con dovizia di particolari è Luca Sostegni, il suo factotum, ancora nel carcere di San Vittore, che in un interrogatorio del 18 luglio ricorda che «Scillieri è parente del banchiere svizzero Del Bue, di cui è cugino. So che Scillieri frequentava Lugano e aveva rapporti con Del Bue». Il riferimento è a Paolo Del Bue, persona conosciuta in procura di Milano, perché coinvolto in passato in diversi indagini, dalla Arner Bank di Lugano fino al processo su David Mills. Scillieri è un commercialista di lungo corso. Conosce bene la città. In una intercettazione del 29 maggio 2020 - un dialogo tra lui e Di Rubba intercettato dal trojan - i due discutono della situazione della fondazione cinematografica lombarda, al centro delle polemiche tra Regione e palazzo Marino. Citano anche l'assessore del comune di Milano Filippo Del Corno («Non penso vada d'accordo con Sala» dice Di Rubba) e proprio Scilieri ricorda che «il presidente del collegio sindacale è del comune». Del resto, l'operazione dell'acquisto dell'immobile di Cormano fu approvata anche dall'amministrazione comunale di centrosinistra, quando il presidente era Di Rubba. A spiegare la storia dell'acquisto del capannone di Cormano è Sabrina Samurri, ex direttore generale all'assessorato alla Cultura. Il 24 luglio 2020 di fronte alla guardia di finanza, il dirigente lombardo che seguì l'operazione di acquisto spiega come funziona Lombardia film commission. «La Regione non esercita direttamente poteri esclusivi di indirizzo; ma, al pari degli altri soci (cioè Comune e Camera di commercio ndr), partecipa alla gestione della Fondazione con un membro nominato all'interno del consiglio di amministrazione e in assemblea». Samurri spiega la situazione che si era venuta a creare prima del 2017. Mi consta che Lfc avesse in corso una procedura di sfratto dall'immobile del comune di Milano in via San Gottardo. La prima idea è stata quella di utilizzare come sede di Lfc la Manifattura Tabacchi, in viale Fulvio Testi su cui Regione Lombardia ha un diritto di superficie, aveva gli spazi per un cineporto, doveva essere un “polo cine audio-visuale"». E ancora «Un'altra idea era riutilizzare i vecchi padiglioni di Expo, partecipando alla gara, pero non è mai stata una opzione presa in seria considerazione perché richiedeva delle tempistiche troppo lunghe». Proprio Samurri ricorda che fu Del Corno, durante l'assemblea del 28 novembre del 2017, a chiedere «di condizionare il perfezionamento del rapporto contrattuale all'esecuzione dei lavori di ristrutturazione». Proprio sul costo di quel lavoro, a fronte dell'acquisto di 400.000 euro da parte degli indagati, effettuati dalla ditta di Francesco Barachetti (anche lui sotto indagine) si incentrano gli approfondimenti della procura di Milano. Intanto una nuova perizia del 5 agosto, richiesta da Lfc a una società esterna, ha certificato che il valore dell'immobile è di 820.000 euro, 20.000 euro in più di quanto pagato, un affare per i soci della fondazione cinematografica lombarda.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.