2019-06-27
I pirati dell’immigrazione rompono il blocco navale e attraccano a Lampedusa
Sea Watch, dopo che anche la Corte europea le ha dato torto, infrange i divieti ed entra in acque italiane. Il Viminale: «La capitana è una sbruffoncella, non sbarca nessuno». Anche con la nave in porto il ministro dell'Interno Matteo Salvini è fermo: «Io non autorizzo lo sbarco». E si chiede come mai, dopo due reati commessi uno dietro l'altro in mare, nessuno si preoccupi di emettere un ordine d'arresto. Il tentativo politico di far saltare i nervi al governo forzando il blocco navale e sfidando il decreto sicurezza bis alla fine è stato messo in atto. La Sea Watch 3, nave della Ong tedesca - però batte bandiera olandese - che nei 14 giorni di stallo in acque territoriali internazionali (ma con un occhio sempre rivolto verso l'Italia) avrebbe potuto raggiungere l'Olanda o qualsiasi altro porto sicuro, ora è a Lampedusa. L'avvertimento l'aveva lanciato su Twitter il capitano Carola Rackete: «Ho deciso di entrare in porto. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo». Una scusa. Perché agli immigrati è stata garantita dall'Italia tutta l'assistenza necessaria per una permanenza umana sulla nave. L'Ong tedesca ha valutato come impossibile una «soluzione politica e giuridica» dopo il rigetto del ricorso con il quale gli immigrati si erano rivolti alla Corte europea dei diritti dell'uomo. E siccome si sentono abbandonati dall'Europa, o per dire meglio, non hanno digerito il boccone amaro della decisione dei giudici di Strasburgo, hanno tirato fuori questa giustificazione: «La nostra comandante non ha scelta». Con il tweet successivo hanno messo le mani avanti: «Basta, entriamo. Non per provocazione, ma per necessità, per responsabilità».Una motovedetta della Guardia di finanza e una della Guardia costiera hanno raggiunto la nave per intimare l'alt al capitano. Ordine non rispettato. Le autorità sono quindi salite a bordo e hanno controllato documenti e passaporti. E così, per la prima volta, scattano le misure contenute nel decreto sicurezza bis. La Sea Watch 3, stando al decreto, è considerata una nave non inoffensiva. Quindi, stando all'articolo 2 del decreto, si applica al comandante e - ove possibile - all'armatore e al proprietario della nave, la sanzione amministrativa tra i 10.000 e i 50.000 euro. In caso di reiterazione commessa con la stessa nave, si applica anche la sanzione accessoria della confisca, procedendo immediatamente a sequestro cautelare. Ora tocca al prefetto di Agrigento, Dario Caputo, prendere provvedimenti. L'Europa nel frattempo fa finta di essere al lavoro per trovare una soluzione: «L'altra sera la Commissione ha ricevuto una richiesta di sostenere proattivamente gli Stati membri, cercando delle soluzioni di ricollocamento per le persone a bordo della Sea Watch una volta che saranno sbarcate», ha detto un portavoce. L'Ue sarebbe quindi incartata nel tentativo di capire come ricollocare gli immigrati dopo lo sbarco. Per il resto assume una posizione ponziopilatesca: «È una decisione che non compete alla Commissione, quindi non siamo nella posizione di designare un porto per lo sbarco ma quello che possiamo fare, e che stiamo facendo, è organizzare il seguito, cioè cosa fare una volta che lo sbarco verrà deciso». Stop. Poi però avvia azioni di pressing sull'Italia: «Nell'attuale situazione si dovrebbe dare il permesso alla Sea Watch di far sbarcare le persone senza conseguenze per il capitano, l'equipaggio e l'armatore». Sono le parole di Dunja Mijatovic, commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa. Secondo il commissario la nave è stata lasciata in una situazione impossibile, dovendo decidere tra l'obbedire alle istruzioni dell'Italia e adempiere al suo compito umanitario». Il governo italiano, secondo il commissario, si dovrebbe accontentare di una cambiale in bianco, accettando il «cercheremo di trovare una soluzione» dell'Ue.Sul molo, però, come annunciato dal ministro dell'Interno, si è concentrato subito uno schieramento di polizia e carabinieri. «Per un giochino politico», ha detto il vicepremier, stanno mettendo a rischio gli immigrati. Useremo ogni mezzo legalmente lecito e necessario per bloccare questo scempio del diritto. L'Italia non può essere punto di approdo per i complici dei trafficanti di esseri umani. L'autorizzazione non la darò mai. Pretendiamo dignità e rispetto. Questo vale anche per i preti che dicono «ci penso io». Poi, rivolgendosi al comandante della Sea Watch 3, ha aggiunto: «L'Italia non è più disposta ad accogliere i clandestini. Il comandante, il governo olandese, le autorità tedesche e i vertici dell'Unione europea risponderanno di questo. Non sbarca nessuno, mi sono rotto le palle. Lo sappia quella sbruffoncella». Nel pomeriggio per via diplomatica forse c'è stato qualche movimento. La Farnesina ha confermato che, su indicazione del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, sono state date istruzioni all'ambasciatore d'Italia all'Aja per fare «immediatamente» un passo formale presso il governo dei Paesi Bassi. E infatti Salvini ha annunciato: «Avevo già scritto al mio omologo olandese e ora sono soddisfatto che l'ambasciatore d'Italia all'Aja stia facendo un passo formale. Ci aspettiamo che l'Olanda si faccia carico degli immigrati». Per alzare ancora un po' il tiro nei confronti dell'Europa ha ipotizzato provvedimenti estremi, come far sbarcare i migranti senza procedere all'identificazione: «Non inseriremo più nessun dato anagrafico di nessun immigrato nelle banche dati, così che se ne possano tranquillamente andare in altri Paesi europei, oppure chi a Mykonos, chi a Ibiza, così, visto che comincia la stagione delle feste, in base alla Ong di provenienza, si decida dove portare a far vacanza gli pseudo rifugiati».
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