- Gli studenti si assembrano su gruppi e pagine online per chiedere a Lucia Azzolina di non lasciarli in balia di un «esame incompleto e superfluo»: «Valorizzare il triennio».
- «Manca il tempo per un concorso. La scuola rischia il disastro totale». Il presidente leghista della commissione Cultura del Senato Mario Pittoni: «Rimandare l'immissione in ruolo dei docenti porterà al caos in vista della ripartenza. Noi abbiamo già offerto la soluzione: assumere dalle graduatorie».
Gli studenti si assembrano su gruppi e pagine online per chiedere a Lucia Azzolina di non lasciarli in balia di un «esame incompleto e superfluo»: «Valorizzare il triennio».«Manca il tempo per un concorso. La scuola rischia il disastro totale». Il presidente leghista della commissione Cultura del Senato Mario Pittoni: «Rimandare l'immissione in ruolo dei docenti porterà al caos in vista della ripartenza. Noi abbiamo già offerto la soluzione: assumere dalle graduatorie».Lo speciale comprende due articoli.«Con lo svolgimento delle lezioni online molti studenti (circa il 63%) stanno avendo problemi con la Dad (didattica a distanza, ndr) data la totale assenza o inefficacia degli strumenti a loro disposizione». «Molti docenti, presi alla sprovvista, hanno cominciato il programma troppo tardi, velocizzando le lezioni e riempiendo gli studenti con compiti e interrogazioni». E ancora: «A oggi ci ritroviamo con gli insegnanti che continuano ad andare avanti con programmi e interrogazioni. Alcuni, addirittura, non hanno alcuna valutazione e pensano ancora ai recuperi del primo quadrimestre». Il tutto, a 22 giorni dal 17 giugno, data identificata dal ministro Lucia Azzolina per l'avvio degli esami di maturità. Il grido di rabbia arriva dai social network dove circa 50.000 maturandi si sono riuniti creando pagine e gruppi, il più famoso si trova su Instagram sotto il nome di @nomaturita2k20, nella speranza di far sentire la loro voce e di sospendere momentaneamente l'esame. Tra i punti contestati dai ragazzi c'è il fantomatico «6 politico», ovvero quei 60 crediti che come spiegato dal ministro all'Istruzione, verranno dati agli studenti per il percorso effettuato durante l'anno e a cui verranno sommati solo 40 punti provenienti dall'esame (e l'eventuale lode). Uno schiaffo, secondo gli studenti, a chi durante l'anno si è dato da fare e ha studiato duramente e che favorisce invece quelli che anche prima del 28 febbraio, giorno di sospensione delle lezioni in Italia, non avevano messo il benché minimo impegno nello studio. Secondo le indicazioni del ministro Azzolina, infatti, «i maturandi saranno tutti ammessi all'esame e nel caso di insufficienze, potranno recuperarle. Solo in due casi circoscritti non saranno ammessi: se il consiglio di classe non ha elementi per valutare lo studente perché nel primo periodo didattico non ha frequentato, quindi prima del coronavirus, e serve l'unanimità del consiglio di classe. E poi se lo studente ha ricevuto provvedimenti disciplinari gravi». Esclusi questi due casi, quindi, tutti - più o meno meritevoli - sosterranno l'esame di maturità 2020. Online, oltre ai social network, i maturandi hanno lanciato su change.org la petizione «Stop alla maturità 2020: non è più ora di scherzare» e con una lunga lettera si rivolgono al ministro dell'Istruzione chiedendo che, come avvenuto per le prove scritte, sia sospeso anche il colloquio orale e la valutazione venga effettuata sulla base della media degli ultimi tre anni con un bonus di 0-10 punti attribuito dalla commissione interna sulla base del percorso scolastico dello studente, il miglioramento e la partecipazione alla didattica a distanza.«È vero, #lascuolanonsiferma. Non facciamola fermare per un esame incompleto e superfluo», scrivono gli studenti. «Facciamo continuare l'istruzione, facciamo proseguire la didattica a distanza, costruiamo la nostra cultura invece di preoccuparci di verificarla nel modo sbagliato».La nuova normalità, quella con cui il Covid 19 ci sta costringendo a fare i conti, priverà i più giovani di quell'esame che è da anni considerato il punto di partenza per il proprio futuro. A loro verrà invece concesso un colloquio monco, un ibrido tra il virtuale di questi ultimi mesi e la volontà di voler provare a tornare alla vita prima del coronavirus. Con queste premesse - nessuna prova scritta e solo un colloquio orale sostenuto dietro un plexiglass con tanto di guanti e mascherine per proteggersi dal virus - per la prima volta sarà profetica la storica frase di Notte prima degli esami, la canzone di Antonello Venditti che da generazioni segna il passaggio dalla giovinezza all'età adulta: «Maturità, t'avessi preso prima». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/i-maturandi-bocciano-il-ministro-2646093828.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="manca-il-tempo-per-un-concorso-la-scuola-rischia-il-disastro-totale" data-post-id="2646093828" data-published-at="1590519298" data-use-pagination="False"> «Manca il tempo per un concorso. La scuola rischia il disastro totale» Dopo la spaccatura del governo sugli assistenti civici, alias spioni, arriva quella sul decreto Scuola, che approda in Senato oggi e sul quale è prevedibile che domani verrà posta la fiducia. In particolare la maggioranza è divisa sul concorsone per la stabilizzazione di 32.000 precari. Insomma, l'intesa trovata, con la mediazione del premier Giuseppe Conte, non è durata neanche 24 ore. «Il Pd punta i piedi dopo che lo stesso Matteo Orfini aveva lanciato un messaggio alla ministra Lucia Azzolina per modificare le modalità e con il senatore Francesco Verducci che ha presentato un emendamento che chiede l'assunzione dei precari per soli titoli e servizi». Il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione della Lega, assiste alla battaglia tra Pd e Leu contro M5s e parte dello stesso Pd, mentre prefigura quello che potrebbe succedere. Pittoni è convinto, infatti, che si debba puntare su numeri consistenti e che sia necessaria una procedura velocizzata per non rischiare di finire fuori tempo massimo mentre il ministro dell'Istruzione punta sul concorso tradizionale e numeri più contenuti. Cosa succederà se si procrastina il concorso straordinario? «Sarà un disastro assoluto. Il governo di fatto rinuncia alle assunzioni lasciando nel caos la riapertura delle scuole. Significa zero stabilizzazioni per il prossimo anno scolastico; anzi, 30.000 precari in più a seguito dei pensionamenti, che porteranno il totale dei supplenti a 200.000. Il risultato dell'accordo di maggioranza è l'esatto opposto dell'impegno su nostra sollecitazione preso, a parole, dalla quasi totalità delle forze politiche di garantire tutti gli insegnanti titolari in cattedra il prossimo settembre, per affrontare con la dovuta efficacia la crisi pandemica, a partire dalla necessità di sdoppiare le classi. È evidente che non c'erano (non ci sono mai stati) i tempi tecnici per espletare un concorso in piena estate e con tutte le limitazioni da emergenza sanitaria». E invece? «La soluzione è peggiore del male: migliaia di docenti restano precari e andranno al lavoro a settembre consapevoli che potrebbe essere l'ultimo anno di lavoro (non da precari, ma proprio di lavoro). Chi impedirà, infatti, ai neovincitori dell'ennesima prova scritta per valutare il merito, di scalzare coloro che non la supereranno o si porranno in posizione meno utile nelle nuove graduatorie concorsuali?». Un rischio? «Dall'incubo delle crocette si passa all'angoscia di continuare a essere un “paria" del sistema formativo, destinato solo a tenere caldo il posto per qualcun altro... E dire che il modo per uscire dal bailamme c'è e sta nella nostra proposta di assunzione da graduatorie». Quale meccanismo ha proposto nel suo emendamento? «Le graduatorie possono essere permanenti (tuttora attive per il reclutamento del personale Ata e un tempo attive pure per il reclutamento dei docenti) oppure ad esaurimento. Lo strumento graduatoria pertanto è pienamente legittimo, ha pari dignità rispetto al concorso ordinario ed è anche tutelato, dal momento che la Suprema corte ha sancito che ad essa va assegnato il 50% dei posti annualmente disponibili, percentuale pure aumentabile nel caso di esaurimento di parallele graduatorie concorsuali». In ogni caso? «Situazioni particolari come l'attuale legittimano l'istituzione di uno strumento aggiuntivo, subordinato a quelli preesistenti, il solo a poter garantire in tempo utile l'assegnazione dei docenti alle classi con la creazione di una maxi graduatoria finalizzata alle immissioni in ruolo, che utilizzi solo ed esclusivamente i punteggi con cui gli aspiranti sono inclusi nelle rispettive liste». La task force che affianca la Azzolina pensa alla riapertura delle scuole primaria e medie, non delle superiori. Che ne pensa? «Aspetterei di vedere l'intera proposta prima di fare considerazioni, perché finora ognuno dice la sua creando confusione. Del resto è inevitabile visto che al Miur non ci sono più i veri tecnici, mandati via per piazzare gli amici. E poi servono le task force». Si prevedono aule sdoppiate per consentire la distanza di sicurezza. «Appunto, serve sveltire il concorso per l'assunzione dei precari». Per le superiori invece si ripartirà con la didattica a distanza e poi classi divise in gruppi che alterneranno online e presenza fisica. «La didattica a distanza va bene in condizioni di crisi e quindi limitata nel tempo. La scuola online non deve uccidere la scuola normale. Nel futuro bisogna tornare alla scuola in presenza».
Ansa
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Beatrice Venezi (Imagoeconomica)
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