2020-07-09
I grillini tentati di scaricare Giuseppi
M5s furioso per il «tradimento» su una delle battaglie storiche del Movimento. «Lui sta lì grazie a noi, di questo passo potremmo anche cambiare presidente».«I comunicatori di Conte stanno dicendo in giro che il presidente non sapeva nulla della vicenda del ponte di Genova in concessione ad Autostrade per l'Italia. Siamo alle comiche finali»: il tono di voce del big del M5s, al telefono ieri mattina con la Verità, è tra il divertito e lo sbigottito. La vicenda dell'affidamento della gestione del nuovo ponte di Genova ai Benetton è una vera e propria bomba piazzata lungo il percorso del governo: ne sono convinti tutti, ma proprio tutti, i pentastellati. A Giuseppi Conte, in sostanza, è riuscita l'impresa di mettere d'accordo, per una volta, i 300 parlamentari grillini, i ministri, i militanti, i simpatizzanti: questa del ponte di Genova è la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'insofferenza del mondo pentastellato nei confronti del premier col ciuffo. «Conte», sibila al telefono un parlamentare M5s di lungo corso, «ha fatto decine di riunioni con tutti i nostri ministri in relazione alla vicenda Autostrade, e non ha mai, e dico mai, fatto il minimo cenno alla possibilità che il ponte fosse affidato ai Benetton. Uno schiaffo che non è possibile accettare: è evidente che il premier sta giocando a spaccare tutto, immaginando, anzi fantasticando, di essere lui l'unico collante della maggioranza. Conte», aggiunge la fonte, «non ha capito che sta lì solo e soltanto perché lo abbiamo difeso noi fino all'ultimo, ma il tempo delle sceneggiate è finito e adesso può crollare tutto».Il ragionamento dei big del M5s è chiaro, e viene ripetuto come un ritornello da tutti i grillini interpellati: Conte è ormai in preda a una sindrome di onnipotenza basata solo e soltanto sui (presunti) successi dal punto di vista della comunicazione. Illudendosi di essere l'unico in grado di poter tenere insieme Pd e M5s, Conte si considera intoccabile, ma la botola nella quale potrebbe scomparire dal punto di vista politico si avvicina: «Il presidente e i suoi comunicatori», rivela un senatore del M5s, «giocano a spaccare tutto per restare in piedi. Tentano di dividere il M5s sulla storia delle elezioni regionali, poi provano a mettere Pd e Movimento uno contro l'altro, poi corteggiano Forza Italia: non è questo il modo di tenere unita una coalizione. Tra l'altro, Conte non ha ben compreso, o finge di non aver compreso, che noi col Pd in Parlamento stiamo lavorando benissimo, e non è assolutamente escluso che in autunno rinsalderemo l'alleanza ma con un nuovo presidente del Consiglio».Già, un nuovo presidente del Consiglio: la Verità già alcuni mesi fa ha rivelato che Conte è tutt'altro che insostituibile, e che se in autunno, dopo le regionali, la maggioranza giallorossa attuale dovesse implodere, le elezioni anticipate non sono l'unica via di uscita dalla eventuale crisi di governo. Anzi, le urne restano al momento uno scenario assai improbabile, considerato che il referendum sul taglio dei parlamentari sarà molto probabilmente approvato e quindi saranno necessari almeno sei mesi per ridisegnare i collegi in base alla nuova legge elettorale che verrà approvata e al taglio di deputati e senatori. Dunque, a Conte potrebbero non tornare i conti: una buona parte del M5s non avrebbe nulla in contrario a sostenere un governo guidato da un esponente del Pd, purchè al termine di un percorso politico e programmatico ben definito e magari con un contestuale allargamento della maggioranza a Forza Italia o a un nutrito drappello di senatori e deputati fuoriusciti dal partito di Silvio Berlusconi. Partito che rischia seriamente di uscire definitivamente disintegrato dalle regionali del prossimo settembre.«Su Autostrade e sul ponte», aggiunge una fonte M5s di governo, «ci ha messo la faccia tutto il Movimento. Quello che è successo è veramente incredibile: Conte pensa solo ai cavoli suoi, a farsi bello con la stampa quando riesce a chiudere almeno un dossier, mentre sul resto, sulle mille questioni irrisolte, non fa altro che rinviare, glissare, giocare con le dichiarazioni ai giornali. E' ora di finirla: non abbiamo bisogno di questi giochini. Con i ministri del Pd abbiamo instaurato un ottimo rapporto, si lavora bene, se Conte pensa di essere insostituibile non ha capito che sta lì perché ce lo ha messo il M5s».Non è un caso se le fonti M5s interpellate tendano a mettere in chiaro che i rapporti con il Pd sono buoni: la grana rappresentata dalla vicenda del ponte di Genova, infatti, ha come primo effetto «scoperto» quello di minare le relazioni tra i due azionisti di maggioranza della coalizione giallorossa. E non è un caso neanche che l'ira funesta del M5s nei confronti del presidente del Consiglio abbia raggiunto vette inesplorate fino a questo momento: agli occhi degli elettori, quello di ieri appare come il più grave e inaccettabile dei tradimenti nei confronti della base, ma l'elemento più dirompente è che parlamentari e ministri pentastellati erano stati tenuti all'oscuro di tutto. I prossimi giorni saranno letteralmente incandescenti per il premier col ciuffo, la cui permanenza a palazzo Chigi appare sempre più provvisoria.