2020-12-22
I grillini falliscono pure su Whirlpool. Operai licenziati dal prossimo aprile
Le trattative di Stefano Patuanelli e Luigi Di Maio naufragano: lavoratori in Cig i primi 3 mesi del 2021L'amministratore delegato di Whirlpool per l'Italia, Luigi La Morgia, ha confermato ieri che l'azienda garantirà la piena retribuzione per i lavoratori della sede di Napoli fino alla fine di quest'anno. Lo si è appreso ieri da alcuni partecipanti al tavolo delle trattative che si è tenuto ieri in videoconferenza con alcuni esponenti del ministero dello Sviluppo economico (non il ministro Patuanelli, impegnato a Palazzo Chigi) e da Romolo de Camillis direttore generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del ministero del Lavoro. Visto il blocco dei licenziamenti imposto dal governo con la pandemia del Covid-19, la Whirlpool dal primo gennaio prossimo farà richiesta di ammortizzatori sociali e avrebbe dato la sua disponibilità ad anticipare la cassa integrazione per il personale. Questo fino alla fine di marzo, poi sarà avviato il licenziamento collettivo. Ma la situazione dello stabilimento Whirlpool di Napoli è un fallimento prima di tutto politico e pentastellato. Non si contano le volte in cui un qualche esponente del governo, primo tra tutti Luigi Di Maio, ex titolare dello Sviluppo economico, affermava di aver trovato la soluzione al problema della Whirlpool di Napoli. Era il 30 ottobre del 2018 quando Luigi Di Maio, scriveva su Facebook che «Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia». Nulla di più falso. A fine ottobre 2020 la Whirlpool ha annunciato che avrebbe alzato i tacchi dal mercato italiano lasciando in braghe di tela 350 lavoratori, più tutti quelli dell'indotto. «Abbiamo cesellato tutti gli strumenti che potevamo costruire per incentivare la permanenza di Whirlpool a Napoli», ha aggiunto il ministro Stefano Patuanelli. «Prendere atto che dopo tutto questo la decisione non è cambiata ci porta a essere in sofferenza e difficoltà per quei lavoratori. Io personalmente ero convinto che ci fossero le condizioni per continuare, prendiamo atto che così non è». La verità è che, sebbene la pandemia in corso ci abbia di certo messo lo zampino, ad aver fallito sono state le politiche industriali volute negli anni dai governi. Costi troppo alti per le aziende hanno determinato una sempre meno crescente propensione ad assumere in Italia, preferendo sempre più mercati dove la manodopera ha ben altri costi. Il caso della Whirlpool di Napoli non fa eccezione. Il numero uno Luigi La Morgia a fine ottobre aveva spiegato che la decisione di chiudere lo stabilimento era dovuta al drastico crollo nella domanda globale per Omnia, il modello di lavatrici di alta gamma che viene prodotto nel sito campano. In dettaglio, la società aveva dichiarato che le sue vendite avevano mostrato un calo dell'1,6% nel terzo trimestre in Nord America a causa delle interruzioni operative dovute alla pandemia. Inoltre, la società aveva osservato anche che gli ordini in arretrato erano molto al di sopra dei livelli tradizionali. La situazione sembra ormai arrivata alla fine e le speranze per i dipendenti dello stabilimento campano paiono essersi esaurite. Tuttavia, ieri la sottosegretaria al Mise. Alessandra Todde, ha affermato di non accetta la resa, ribadendo che il governo si assume la responsabilità per soluzioni alternative per garantire produzione e occupazione.Non resta che stare a vedere. Ormai mancano pochi giorni, poco più di una settimana, e le serrande dello stabilimento verranno abbassate per sempre dopo mesi di battaglie che non hanno prodotto alcun risultato.