2025-10-10
I giudici bocciano i conti dell’Ue che però rifila a noi la doccia gelata
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Corte denuncia errori nei bilanci, specie su Pnrr, soldi a Kiev e Green deal. Che potrebbe far schizzare i costi dell’acqua calda.La baronessa Ursula von der Leyen era molto impegnata ieri col pallottoliere per contare i voti dell’Eurocamera. Dopo aver «salvato» Ilaria Salis il Ppe non poteva sacrificare la sua presidente dalla Commissione, che però un avvertimento, da un’altra aula, lo ha ricevuto. Ed è di quelli che pesano.Se gli eurodeputati hanno respinto (378 voti contrari, 179 voti favorevoli e 37 astenuti) la mozione di sfiducia presentata dai «Patrioti» (vi aderisce anche la Lega) e quella della Sinistra (383 i voti contrari, 133 i favorevoli, 78 gli astenuti), alla Von der Leyen è andata malissimo davanti alla Corte dei conti europea. I giudici di Lussemburgo scrivono che i bilanci sono disordinati, che c’ è una forte preoccupazione per i debiti crescenti e che ci sono troppe incognite contabili connesse al Next generation Ue, agli aiuti concessi all’Ucraina e alle misure per il Green deal. Per consolarsi la baronessa, sempre per effetto delle misure verdi, non può concedersi neppure una doccia calda, salvo cadere di nuovo in una fastidiosa contraddizione.Una serie di regolamenti che stanno per entrare in vigore renderanno infatti più caro riscaldare l’acqua. È il combinato disposto dell’abolizione delle caldaie a gas (a partire dal 2040, ma già da quest’anno è vietato qualsiasi contributo per questi impianti) con la messa al bando di alcune sostanze come l’afnio e lo zirconio, che entrano nella costruzione di sanitari e scaldabagni e che renderanno questi elettrodomestici molto più cari. La direttiva è quella sull’acqua potabile, che si sovrappone a quella sul risparmio energetico e a quella sulla gestione delle acque. Insomma, per l’Ue la doccia è un lusso e anche un nemico dell’ambiente. Da qui in avanti, scriveremo sui passaporti, come cittadini europei: «Segni particolari: puzzano».C’è invece odore d’imbroglio nei conti di Bruxelles che - lo dice la relazione dei revisori pubblicata ieri - continuano a essere afflitti da un livello di irregolarità «rilevante e pervasivo». Secondo i giudici contabili il margine di errore nel redigere i bilanci è ancora troppo elevato (3,6% quest’anno, in calo dal 5,6 del precedente esercizio, ma lontano dalla soglia massima di tolleranza che è di due punti) e per la sesta volta consecutiva dicono alla baronessa: «Una quota troppo alta dei fondi non è utilizzata secondo le regole».Nel mirino delle verifiche ci sono due «capitoli» di cui però è andata assai fiera la presidente dell’Ue. Il primo è il piano di Ripresa e resilienza, dove ci sono 6 irregolarità su 28 pagamenti a fondo perduto con evidenti anomalie nella definizione degli obbiettivi. La Corte cita il caso della Polonia, a cui non sono state convalidate due rate del Pnrr perché restano sospetti sull’indipendenza dei tribunali di Varsavia. I giudici di Lussemburgo sentenziano che da qui in avanti l’Ue deve impostare i bilanci pluriennali pensando a come i Paesi restituiranno i debiti che sono stati contratti dopo la pandemia (Pnrr per intenderci) ma che vengono anche evocati per il riarmo (il programma Safe). C’è anche in questa relazione una nota positiva per l’Italia, che è la più puntuale nella rendicontazione del Pnrr, mentre si segnalano almeno 19 casi gravi di frode (alcuni riguardano anche la Germania).Il secondo capitolo indigesto è il Safe, che la Von der Leyen vuole finanziare con debito comune. Peccato che l’attenzione contabile sia tutta sull’esposizione debitoria.Per fortuna che Bruxelles era la patria del rigore. Nel 2027 i prestiti in essere contratti dall’Unione europea potrebbero superare i 900 miliardi di euro, quasi 10 volte il livello del 2020 prima del varo dello strumento di ripresa post-pandemia. Così esplodono i costi per gli interessi: i 30 miliardi di questo bilancio possono arrivare a 74 miliardi nel conto economico 2028-2034. L’esposizione complessiva dell’Europa già oggi è pari a 342 miliardi (più 14,8%) ma i giudici di Lussemburgo fanno previsioni funeste: potrebbe raggiungere i 567 miliardi entro due anni. Se ne ricava che la Commissione ha sbagliato tutti i conti: per esempio incasserà dalla restituzione dei fondi Next generation Ue 2,37 miliardi all’anno a fronte di 31 miliardi a fondo perduto concessi.Una delle voci che più preoccupa sono i prestiti e i sostegni concessi all’Ucraina dall’inizio del conflitto: 130 miliardi (altri 2,5 miliardi sono stati spesi nel 2024 per sostegno a vari paesi di cui 237 milioni per Gaza).Se uno dei capitoli più problematici restano le «risorse naturali e ambiente» Pac compresa, la spesa più rilevante è quella per la transizione ecologica, che ha assorbito il 34% delle risorse. Per salvare l’ambiente la Von der Leyen ricorre così alla doccia gelata. Gli alberghi non possono avere sifoni che erogano più di 8 litri al minuto, gli elettrodomestici quando sono in stand by non devono consumare (lo scaldabagno elettrico di fatto resta spento). La commissaria all’Ambiente, Jessika Roswall, ha dichiarato al Financial Times: «Entro il 2030 va ridotto del 10% il consumo di acqua: quando facciamo la doccia dobbiamo pensarci, forse metteremo limitazioni alle piscine». Resta in vigore la raccomandazione energetica che risale al conflitto in Ucraina (riscaldamenti non oltre i 19 gradi, condizionatori limitati, docce brevi e tiepide) ma ora - rivela il Financial Times - con la direttiva acqua potabile dal prossimo anno si vietano sostanze che servono a costruire impianti efficienti ed economici per scaldare l’acqua. Per rifarsi della gelata sui conti la Commissione offre agli europei la doccia fredda. E non è una metafora.
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