«I gioielli su misura sono vero lusso e democrazia»
- Il direttore creativo di Richemont: «Sono un ribelle intellettuale. Progettando auto ho imparato a disegnare collane e orologi».
- Il nuovo brand Romano diamonds punta su ecommerce e certificazioni internazionali.
- Giorgio Armani ha compiuto 85 anni l'11 luglio. A 45 diceva: «Non sono vecchio ma non ho tempo di godermi la vita».
- Il salone tessile tenutosi a Fiera Milano ha visto il passaggio di oltre 6.000 rappresentanti di aziende.
- Homi dà il via a un evento dedicato all'outdoor. Un mercato che solo in Italia vale 5 miliardi.
Lo speciale contiene quattro articoli e due gallery
La straordinaria capacità di disegnare, l'abitudine al bello che viene da una mamma che amava la cultura e l'antiquariato, la passione per la musica come compagna indispensabile della giornata, uno spiccato senso dello stile. Mixate il tutto e voilà, ecco Giampiero Bodino, direttore creativo da due decenni di Richemont. Che già a dirlo si ha la certezza di un lavoro immane, di un impegno senza sosta vista la quantità di marchi del gruppo che spazia dai gioielli, agli orologi, alla pelletteria di lusso, nome famoso in tutto il mondo creato da Anton Rupert, sudafricano, imprenditore nel campo del tabacco e delle estrazioni minerarie che negli anni Settanta inizia a interessarsi alle maison del lusso acquistando Cartier per poi proseguire senza sosta.
Come si arriva a un ruolo tanto importante?
«Vengo da una famiglia normalissima di commercianti di Torino, città bella tosta, chiusa, sabauda. Tutto ciò mi stava stretto, ma ero un ribelle intellettuale. Disegnavo sempre su grandi fogli. In pratica, appena ho iniziato a usare le mani ho iniziato a disegnare, un legame immediato e fortissimo».
Come convogliare questa passione, questo bisogno?
«Liceo artistico prima. Architettura e design di automobili, poi. Per questo ho trovato immediatamente lavoro da Giorgetto Giugiaro. Di giorno andavo a lavorare e la sera studiavo. È stata una palestra straordinaria e grazie al disegno dell'automobile ho imparato da subito ad avere un pensiero tridimensionale. Non ho mai avuto un'idea che non fosse realizzabile, perché pensando già nel volume è tutto fattibile, un grande vantaggio».
Le auto furono solo un passaggio, però.
«Sì. Poi arrivò Gianni Bulgari, uno dei fratelli della famiglia. Voleva rinnovare, negli anni Ottanta, lo studio di design a Roma e da persona intelligente e geniale qual è, non voleva designer di gioielli. Appassionato di automobili, ha guardato nel mondo dell'auto. Vide i miei disegni e mi propose di andare a Roma a lavorare per lui. Accettai subito. Avevo 21 anni. Mollai amici, casa, famiglia per trasferirmi nella Capitale a lavorare da Bulgari. Iniziai a vedere pietre su pietre, a disegnare gioielli, orologi e tutti gli oggetti del mondo Bulgari».
Le piacque subito?
«Moltissimo. Questa vita è durata otto anni. Poi Gianni Bulgari fu estromesso dai fratelli che presero il sopravvento, lo liquidarono e iniziò quella nuova stagione Bulgari che arriverà fino alla vendita del marchio al gruppo Lvmh. Ma estromesso lui io diedi le dimissioni, scattò il Savoia che è in me. Non ci ho pensato due minuti e me ne sono andato. Ho iniziato a fare il freelance. Grazie a un lavoro che avevo avuto da Swarovski, che voleva uscire dal cliché degli animaletti di cristallo, ebbi un minimo di tranquillità economica tale da consentirmi di venire a Milano. Roma, città straordinaria, era impossibile per un designer».
Non facile trovare lavoro a Milano.
«Accadde una cosa incredibile. L'agente immobiliare con il quale stavo cercando casa e al quale avevo parlato del mio lavoro da Bulgari mi organizzò un appuntamento da Cartier, dove andai con il portfolio dei miei disegni. Uscii da lì con un: “Le faremo sapere". La mattina dopo mi telefonarono per dirmi che mi aspettavano già il lunedì per cominciare».
Quello che lei fece vedere aveva evidentemente una marcia diversa.
«Ci vogliono capacità ma anche fortuna. E ho iniziato a disegnare per la filiale italiana di Cartier, Baume & Mercier e tanti altri marchi del gruppo. Era il 1989. Rimasi come dipendente per tre anni e nel 1992 aprii il mio ufficio di design continuando ma come collaboratore. Arrivarono Gucci con Tom Ford, per il quale disegnai il famoso orologio Gwatch, e Versace, con gioielli e decorazioni per la casa. Mi sono buttato nella moda ma negli oggetti di design, non negli abiti. Nel 1996 Richemont acquista Panerai e me lo affida, quindi dal primo giorno me ne sono occupato con un progetto che ha avuto un successo pazzesco. Ho tutto nei miei archivi, i primi disegni, è stata un'esperienza bellissima. Poi Montblanc per cui ho disegnato questa nuova penna e con cui ho fatto partire il progetto Starwalker che dopo 20 anni resta un pilastro delle penne Montblanc. E poi ancora orologi, pelletteria, borse».
Non ci si può confondere tra tanti nomi importanti da seguire?
«No, perché non ho mai imposto un mio gusto ma ho sempre cercato di immedesimarmi in quello che è il processo evolutivo del singolo marchio, guardando alle radici e alla storia. Non avevo difficoltà a lavorare per più brand contemporaneamente. Nel 2002 Johann Rupert, figlio del fondatore e proprietario del gruppo Richemont, ha deciso di darmi questa carica e farmi entrare a tempo pieno. Ho lasciato tutti i miei clienti e sono rientrato a pieno ritmo in Richemont e con una supervisione su tutte le marche del gruppo».
Nel 2013 Johann Rupert decide di lanciare una maison di alta gioielleria con il suo nome a Villa Mozart, a Milano.
«Si tratta di una storia particolare, della capsule collection Giampiero Bodino voluta da Johann che appartiene al gruppo ma ha una logica non commerciale. Non è un brand che ha intenzione di aprire negozi nel mondo o che pensa a investimenti pubblicitari e promozionali. Chi conosce il gruppo o conosce me ha la possibilità di esser accolto in un ambiente molto speciale. Trattiamo solo pezzi unici che disegno su commissione».
Il massimo del lusso.
«E il massimo della democrazia. Abbiamo una regola ferrea perché noi trattiamo tutti allo steso modo, per cui metto a punto l'anello da fidanzamento con le stesse modalità con cui realizzo la collana da 1 milione di euro. Dedicandomi alla creazione metto tutto sullo stesso piano e lo faccio con lo stesso amore».
Armani compie 85 anni, ha rivoluzionato il concetto di eleganza
E 'facile cadere nel banale parlando del compleanno di Giorgio Armani. Ha compiuto 85 anni l'11 luglio. Il re della moda italiana e, a ogni sfilata, si comprende come lavori ancora, quanta passione ci metta, quanto sia attento a controllare il particolare che fa la differenza. Cos'è cambiato dall'inizio? Tutto e niente. Perché lui è sempre lui. A 45 anni diceva: «Non sono vecchio ma non ho tempo di godermi la vita. Questo però non mi piace perché è il mio lavoro». E così è stato. Il lavoro sopra ogni cosa.
Ha rivoluzionato il concetto di eleganza, con le sue giacche distrutte, con le scarpe basse con gli abiti da sera, con quel colore tra il grigio e il beige diventato tinta, il greige. E ancora oggi, tra rimedi e aggiunte, cambiando un dettaglio, accorciando un orlo o virando su una sfumatura particolare, si modifica il look di una intera collezione, sbalordendo per la contemporaneità. Armani non dimentica, e invita tutte le storiche giornaliste, quelle che cercano durante questi anni di successo, presentano e orgogliose di aver contribuito, anche in minima parte, a renderlo famoso nel mondo. Educazione, rigore, signorilità, hanno contraddistinto la sua moda e la sua vita. Senza sbavature, senza eccessi, senza forzature. In compenso ha dato il suo valore e la sua forza con il mega evento a Linate, dove organizzato la festa della moda più intensa e completa che si sia mai vista.
Fatti e non chiacchiere. Concretezza e mai fuffa. Questo è Giorgio Armani, capace anche di arrabbiarsi quando le cose non gli piacciono, quando il gioco della moda s'involgarisce per mancanza di idee. Alle ultime sfilate uomo ha accolto i suoi ospiti nel suo antico palazzo milanese. Una sfilata intima, a casa sua. Tutti amici, anche seduti sui gradini pur di esserci. Al termine, ha riunito gli indossatori in un semicerchio, lui al centro, come una pietra rara. E cosa non è Armani, se non una pietra rara? Maestro Auguri
Paola Bulbarelli
«Quest’estate scegliete micro bijoux. Le pietre tornino protagoniste»
Il gioiello dell'estate? «È micro», spiega Marco Romano, ideatore e fondatore del nuovo brand Romano diamonds, «e assomiglia molto a un accessorio moda, da collezionare e indossare nella sua molteplicità di proposta: dagli anelli, da portare tutti su un'unica mano, ai pendenti, fino agli orecchini. Tutti insieme appassionatamente come i tanti flirt dell'estate». La collezione Zip segue la tendenza dell'estate di mettere insieme, contemporaneamente, tanti gioielli. Con un prezzo base di 908 per l'anello in oro bianco con diamante singolo da 0,12 carati, questa linea si può acquistare online, con consegna entro sette giorni lavorativi e spedizione assicurata e gratuita anche in caso di reso.
«Il nostro brand nasce dalla volontà di creare un marchio di alta gioielleria. Proveniamo dal mondo dei diamanti, siamo importatori diretti, specializzati nell'acquisto e nella vendita di diamanti di alta caratura», continua Romano, sempre a stretto contatto con la Borsa di Tel Aviv e gli intagliatori di Anversa. L'obiettivo è quello di realizzare un marchio che metta al centro il diamante, unico protagonista per la sua forma e la sua bellezza. «Spesso i gioielli vanno a nascondere la pietra perché devono coprire tagli non perfetti. Noi invece vogliamo lavorare con pietre di alto profilo. Quello che molti non sanno quando si va ad acquistare un anello con diamante è che se il diamante è tagliato bene riflette molto la luce».
Ora c'è anche una parte fashion partita con la designer Monica Bonzano. Romano diamonds si avvale di uno staff di collaboratori specializzati ed esperti gemmologi. «Vogliamo essere il primo marchio di alta gioielleria a vendere online un prodotto internazionale». Un percorso all'inverso perché prevede di arrivare prima nelle gioiellerie importanti e solo successivamente aprire delle boutique monomarca. «Puntiamo sul profilo dell'alta qualità e del design italiano, molto apprezzato in tutto il mondo. Realizzare un gioiello in Italia è un valore aggiunto ma, al contempo, dicono che gli italiani non utilizzino belle pietre. Vogliamo sfatare questa convinzione. Inseriremo più avanti diamanti colorati che in Italia si utilizzano molto raramente perché si conoscono poco. Parlo di diamanti gialli, rosa, verdi. Hanno valori molto più elevati».
Andranno a esaurirsi i diamanti? È già avviato un percorso di chiusura delle più importanti miniere che dovranno essere dismesse entro il 2035. Questo sta portando a una forte domanda a livello internazionale delle pietre e a una produzione in continuo calo. Infatti si sta sviluppando la fabbricazione di diamanti sintetici che si trovano pure in alcune gioiellerie .
In questo settore è necessario stare attenti alla qualità di ciò che si compra. «Bisogna acquistare solo pietre certificate da enti riconosciuti internazionalmente. Per questo c'è sempre più formazione sui diamanti. Tutte le nostre pietre sopra ai 30 punti, sono montate sui gioielli di nostra produzione, certificate e verificate». Punti di forza di Romano diamonds sono il design innovativo, l'eccellenza orafa - la produzione è realizzata esclusivamente a Valenza - e, cosa più importante, l'offerta esclusiva di pietre certificate con sistema di classificazione internazionale dei diamanti denominato «4C» (Cut, clarity, color, carat, ovvero taglio, trasparenza, colore e carati), che garantisce una selezione di diamanti di qualità certa il cui valore rimane immutato nel tempo.
Per consentire infatti un'immediata verifica dell'autenticità del diamante e garantire un alto livello di trasparenza, tutti i gioielli Romano diamonds che abbiano un diamante solitario di oltre 0,3 carati riportano incisa sia sull'anello sia sul diamante la certificazione internazionale di almeno uno dei tre enti riconosciuti a livello mondiale: G.i.a (Stati Uniti), H.r.d (Anversa, Belgio), I.g.i. (Anversa, Belgio).
Milano Unica è alla sua ventinovesima edizione
«Alla vigilia di questa edizione ero preoccupato per i mercati finanziari, nei primi mesi dell'anno, e dall'andamento delle fiere che ci hanno anticipato» ha riportato Ercole Botto Poala, presidente di Milano Unica «la risposta delle presenze e, la lettura di tutti gli espositori sentiti hanno dissolto i timori e ha verificato la correttezza della data di luglio». Il salone tessile tenutosi dal 9 all'11 luglio a Fieramilano Rho ha visto il passaggio di oltre 6.000 rappresentanti di aziende: stabili gli italiani, + 2,6% gli stranieri. In crescita i mercati India da India (+ 13,7%), Hong Kong (+ 13%), Gran Bretagna (+ 11%), Francia (+ 10 %%), Spagna (+ 9,5%) e Olanda (+ 8,7%). In crescita anche gli americani (+ 3,5%), mentre scendono tedeschi (-14,7%) e cinesi (-13,7%). Questi ultimi sono stati fatti in Italia all'appuntamento di Shanghai, dal 25 al 27 settembre.
«I contatti, soprattutto esteri, sono di qualità e di buon auspicio per gli ordinativi. Milano Unica continua felicemente uno stupore, dimostrando di essere davvero un appuntamento imperdibile». L'edizione numero 29 ha presentato i tessuti e gli accessori per l'autunno-inverno 2020/2021 di 465 marchi espositrici, in linea con l'edizione di luglio 2018, un cui passo aggiunte altre 143 realtà organizzate dagli dimostrando di essere davvero un appuntamento imperdibile ». L'edizione numero 29 ha presentato i tessuti e gli accessori per l'autunno-inverno 2020/2021 di 465 marchi espositrici, in linea con l'edizione di luglio 2018, un cui passo aggiunte altre 143 realtà organizzate dagli dimostrando di essere davvero un appuntamento imperdibile.
L'edizione numero 29 ha presentato i tessuti e gli accessori per l'autunno-inverno 2020/2021 di 465 marchi espositrici, in linea con l'edizione di luglio 2018, un cui passo aggiunte altre 143 realtà organizzate dagli Osservatori Giappone e Corea e da Origine, passione e credo , il salone che promuove i fornitori di prodotti artigianali del made in Italy di qualità. Milano Unica ha scelto la sostenibilità come parola chiave e principio guida per lo sviluppo e la crescita dell'industria tessile-abbigliamento. Il Progetto sostenibilità si propone di valorizzare gli espositori di Milano Unica che propone principi e innovazioni sostenibili nella produzione e interazione tra tutti gli attori della filiera, per favorire un avanzamento collettivo, di sistema. Milano Unica è un protagonista in prima persona in ambito industriale, che è molto importante per lui. Il percorso è iniziato a ottobre 2017 con il tema "Save the Planet", Un primo evento in occasione delle Tendenze 2019 ed è proseguito nell'edizione di febbraio 2018 all'interno della manifestazione, per la prima volta, con l'introduzione alla presentazione di tessuti e accessori con prestazioni di sostenibilità.
Diversi i marchi che al loro interno spingono sul tema ambientale. Il gruppo Canepa vive un momento di rinascita totale e la nuova collezione esprime tutta la nuova energia creativa e si compone di due differenti aree: tessuti serici di grande pregio come crêpe satin, i motivi cimati, i matelassé; tessuti tecnici, innovativi prodotti per nuovi stati di abbigliamento "Canepa Green lab" ha sviluppato una nuova collezione con una forte vocazione verde colomba e filati spaziano dalle sete ei cotoni certificati. Sono jacquard e tessuti stampati, nati nel rispetto in ogni fase di produzione. La responsabilità quotidiana che Marzotto dimostra verso l'uomo moderno in termini di comfort e stile si completano con uno sguardo attento a tutto quello che circonda: il tema dell'organico per uno sviluppo sostenibile è alla base della politica del marchio come sottolinea il Ceo di Marzotto Lana Manufacturing, Giorgio Todesco: «L'impegno verso un mondo più ecosostenibile ed attento alle future future è per noi fondamentale, "Progetto organico è una ricerca nelle versioni 100% lana e lana / cotone, che racconta l'impegno presenti nel territorio, il benessere degli animali e sensibilizzare tutti i protagonisti del processo produttivo. L'obiettivo è rispettare i più alti standard ambientali internazionali, siano essi obbligatori o volontari. Una collezione di altissima qualità ed eco-sostenibilità composta da tessuti certificati dai più affidabili enti internazionali. Tutti i tessuti progetto biologico sono certificati Gots - Global Organic Textile Standard, il più stringente standard internazionale per la produzione sostenibile di prodotti
Paola Bulbarelli
Apre Homi Outdoor & Dehors, la fiera dedicata all'arredo da esterni
È il momento ideale per godersi l'estate in giardino o sui terrazzi sempre più arredati e perfetti come l'interno della casa. L'attenzione all'arredo esterno è ormai paragonabile a quella che si pone quando ci si occupa della propria abitazione, chiusa tra le pareti domestiche. Trasformare spazi aperti anche solo con una tenda elegante e raffinata, abbellirli con vasi e ciotole dalle varie forme, anfore dal gusto antico che giocano con i riflessi di luce sulla loro superficie ruvida, bicchieri sagomati come fossero costruiti di foglie intrecciate o ricavati da eleganti riccioli di radicchio rosso, divanetti e tavoli come piante, oggetti come frutti, lampade come pietre ornamentali. È ormai diventato un gioco intrigante che nel nostro paese vale la bellezza di 5 miliardi di euro e 1430 imprese che si occupano del settore. Questi i numeri usciti da uno studio nei comparti dell'outdoor dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi: la Lombardia pesa per il 16% con 1,8 miliardi di euro di giro d'affari, seguita da Veneto, Campania, Toscana e Sicilia. Milano in pole position con 488 milioni di euro di fatturato, seguita da Bergamo con 404 milioni e Brescia con 377 milioni. Tra le altre città più rappresentative anche Udine (388 milioni di euro) e Pesaro Urbino (307 milioni di euro).
Napoli guida la classifica per la più alta concentrazione di imprese del settore, oltre 800, seguita da Roma e Milano con circa 700, Padova e Torino con quasi 600. Sarà Homi Outdoor Home & Dehors, il nuovo format indipendente dedicato esclusivamente alla casa, sia all'interno che all'esterno, in calendario dal 13 al 16 settembre a Rho Fiera Milano, a occuparsi di un mondo che sta avendo un notevole successo e che vedrà protagoniste le nuove soluzioni di complemento di arredo e le decorazioni per ogni spazio della casa, compresi terrazzi e balconi, aree sempre più al centro di una vera rivoluzione dell'abitare: non più spazi secondari, ma stanze vere e proprie, da arredare e decorare, che spesso diventano un modello di armonia anche per le altre aree dell' abitazione.





