2023-12-15
I difensori sotto accusa per il controinterrogatorio, rinviata la visione dei video
Antonella Cuccureddu (Ansa)
Prima dell’udienza i giornalisti presenti hanno chiesto conto al legale di un imputato delle contestazioni alla studentessa. Le immagini girate dai ragazzi in aula a gennaio. Continuerà il 31 gennaio il controesame di Silvia (il nome è di fantasia), la presunta vittima di stupro, per il quale sono a processo a Tempio Pausania Ciro Grillo (figlio del fondatore del M5s) e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, tutti imputati per violenza sessuale di gruppo ai danni di Silvia e di una sua amica, R., avvenuto, secondo l’ipotesi dell’accusa, nell’estate del 2019 a Porto Cervo, nella casa delle vacanze della famiglia Grillo, dove il gruppo si era recato dopo una serata trascorsa nella discoteca Bilionaire. Ieri mattina, nei corridoi del Tribunale, complice la possibilità che in aula venissero mostrati i 3 video da 11, 25 e 6 secondi, tutti girati dai quattro ragazzi durante il presunto stupro, la tensione era altissima. In una sorta di mondo sottosopra i giornalisti presenti hanno chiesto conto all’avvocato Antonella Cuccureddu delle domande fatte mercoledì in aula a Silvia, la presunta vittima, durante il controesame. La legale, che è nel pool della difesa di Corsiglia, si è quindi dovuta difendere dalle accuse di aver sottoposto Silvia a vittimizzazione secondaria. «Non mi faccio intimidire, continuerò a fare domande sui fatti, che ovviamente riguardano un processo per violenza sessuale e non un furto di borsette, ma esclusivamente sui fatti. Lo chiarirò col tribunale facendo presente cosa sta succedendo in questo processo, la pressione che stiamo subendo tutti è intollerabile, perché sono state stigmatizzate domande sul fatto e non sui sentimenti e le emozioni, né sulla vita pregressa della ragazza», ha dichiarato il legale, replicando alle affermazioni del collega di parte civile Dario Romano, che mercoledì aveva parlato di «domande da Medioevo», aggiungendo poi che «la teste ha detto chiaramente e in maniera precisa quello che è accaduto quella notte. Ha detto che c’è stato un momento in cui si è sentita una preda. Un racconto chiaro. Sulle difese degli imputati non aggiungo altro». Secondo la Cuccureddu però «Tutte le domande fatte ieri sono state vagliate e ammesse da un tribunale del 2023, che segue il sistema accusatorio che prevede il controesame, che riguarda non i pianti e i sentimenti della vittima ma solo i fatti». Poi il legale, ha accusato: «Mi intimidiscono scrivendo che ho fatto domande che non erano ammissibili o preistoriche o medievali riportando quello detto dalla parte civile, ho ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà e supporto». Tra le domande contestate alla Cuccureddu anche quella in cui chiedeva a Silvia come mai non si fosse difesa mordendo il pene dello stupratore. Un quesito che in realtà nasce dalle dichiarazioni messe a verbale da Silvia, che durante le indagini al procuratore Gregorio Capasso aveva detto: «Avevo il suo pene in bocca e non riuscivo a muovermi e mi teneva giù la testa tutto il tempo e quasi non respiravo, non so più che usare tipo i denti o comunque tirarmi su con le braccia non riuscivo». Dal controesame, come già accaduto mercoledì, sarebbero emerse una serie di contraddizioni, soprattutto relative alle ore successive al presunto stupro di gruppo da parte della ragazza italo-norvegese di 23 anni (19 all’epoca dei fatti). Sono due le situazioni sulle quali si è concentrato l’interrogatorio della Cuccureddu di ieri e che avrebbero messo in luce nuove incongruenze rispetto a quanto riferito dalla ragazza ai carabinieri di Milano e quanto poi riferito in aula. Uno riguarda i 14 messaggi inviati dalla presunta vittima, tra le 14:15 e le 14:45, del 17 luglio, quindi dopo aver subito la presunta violenza, secondo la sua ricostruzione, a varie persone, tra cui l’istruttore di kite surf MarcoG., chiedendogli di spostare l’appuntamento con la lezione al giorno successivo. La ragazza ha risposto a Cuccureddu dicendo che «non ricordava» nulla di quei momenti, ma nelle dichiarazioni spontanee rese ai carabinieri al momento della denuncia, aveva detto di aver dormito in quel lasso di tempo. La seconda contraddizione che sarebbe emersa riguarda il viaggio in taxi del pomeriggio del 17 luglio, dove la ragazza avrebbe risposto «ho riempito dei vuoti» davanti alla contestazione del difensore di Corsiglia, perché la ragazza aveva raccontato di aver preso un taxi da sola con l’amica R. fuori dalla casa di Grillo a Porto Cervo, per recarsi ad Arzachena; mentre vari testimoni, tra cui lo stesso tassista, rivelano come il taxi fosse stato preso ad Arzachena, con la ragazza che dopo la presunta violenza, sarebbe stata accompagnata in macchina da alcuni degli stessi imputati proprio ad Arzachena. E ad Arzachena, nell’ora in cui la ragazza raccontava di essere ancora a Porto Cervo, la collocherebbe soprattutto la cella del telefonino da cui aveva fatto una chiamata. Al termine dell’udienza, la ragazza avrebbe dichiarato: «Mi sento svuotata ed esausta ma resisto». L’avvocato Romano, che anche ieri ha sostituito in aula la collega Giulia Bongiorno che rappresenta Silvia, ha affermato: «Ancora una volta la nostra assistita ha ricostruito con grande sofferenza i fatti gravissimi di questo processo. È provata, è stanca e il calvario ancora non è terminato». Un riferimento chiaro alle prossime due udienze in calendario per il 31 gennaio e l’1 febbraio prossimi durante le quali proseguirà con il controesame (inizialmente previsto per oggi )di Silvia da parte di Gennaro Velle, altro legale difensore di Corsiglia, e poi continueranno le altre difese dei ragazzi. Quindi le eventuali controrepliche del pm e parte civile.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.