2022-02-22
I conflitti d’interessi del talebano Ricciardi
L’igienista fu consulente di diverse case farmaceutiche e partecipò ad eventi sponsorizzati dai colossi mentre era a capo dell’Iss. Situazioni sospette, denunciate anche dal Codacons e confermate dai giudici. Ora, invita i genitori a vaccinare i bimbi: come fidarsi?Nelle ultime settimane, Walter Ricciardi non si dà pace. Più il dibattito sulla fine del green pass e il ritorno alla vita s’infuoca, più il consulente del ministro Roberto Speranza si affanna a gridare che non bisogna riaprire, che il lasciapassare deve rimanere, che il sistema dei richiami deve durare il più a lungo possibile. I fatti lo smentiscono? Non importa, lui tira dritto. I cronisti smontato pezzo per pezzo le sue affermazioni? Poco male, tutto gli scivola addosso come acqua tiepida. Persino Mario Draghi parla di uscita dalla crisi? Niente da fare: Walter s’intigna e pesta i piedi. Ieri è uscita sulla Stampa l’ultima di una lunga serie di interviste. Dopo aver ribadito alcune bufale sulla situazione di Hong Kong, Ricciardi è tornato alla carica. Sintesi della conversazione: presto la quarta dose «sarà utile a tutti»; il green pass deve restare; i no vax impediscono «l’immunità di comunità prolungando la pandemia» e pesano sugli ospedali. Infine, la perla: secondo il luminare, la vaccinazione dei bambini va male perché «molti genitori» temono «erroneamente i vaccini», motivo per cui bisognerebbe seguire l’esempio della Puglia e organizzare la somministrazione nelle scuole («questa sarebbe una mossa da fare ovunque»).Leggendo l’intervista abbiamo una leggera sensazione di déjà vu. Le frasi che Ricciardi sparge oggi sembrano proprio le stesse che utilizzava anni fa, sfornate con lo stampino. Era il 2017, per dire, quando il nostro eroe, durante una puntata de La Gabbia, pronunciò le seguenti parole di fronte a una signora che gli chiedeva conto delle reazioni avverse: «Noi abbiamo il database di milioni di vaccinati e le posso dire con assoluta certezza che i vaccini non hanno mai causato alcuna malattia grave o morte in alcun soggetto italiano». Ecco, diciamo che sembrano affermazioni dettate dall’ideologia, più che dall’approfondimento scientifico: negare che gli effetti avversi ci siano è un po’ troppo anche per il più sfegatato dei talebani sanitari.Il punto è: quale valore di verità dovremmo attribuire a questo profluvio di dichiarazioni? Voi vi fareste consigliare sulla vaccinazione da un signore che ha lavorato per aziende farmaceutiche che producono vaccini? Sull’argomento è calata una coltre di silenzio, ma qualche riflessione sui conflitti d’interessi del nostro super consulente meriterebbe d’essere fatta, vista l’insistenza con cui batte sulla puntura anche per i più piccini.Nel 2017, Giulia Innocenzi pubblicò un libro inchiesta ricco d’informazioni intitolato Vacci-nazione (Baldini e Castoldi) in cui il nome di Ricciardi compariva diverse volte. A quell’epoca, il caro Walter era ancora presidente dell’Istituto superiore di sanità, un incarico che ha mantenuto fino alla fine del 2018. Molto gradito al ministro della Salute del tempo, Beatrice Lorenzin, Ricciardi aveva ottenuto il posto subito dopo essere stato, tra il 2014 e il 2015, commissario straordinario dell’Iss.La Innocenzi diede conto di un documento che lo stesso Ricciardi aveva presentato il 28 marzo del 2013 presso la Commissione europea. Si trattava di una «dichiarazione di interessi», in pratica una scheda in cui il professore, in procinto di occupare l’ennesima poltrona questa volta in Europa, dava conto dei suoi potenziali conflitti d’interessi. In quella carta, Ricciardi scriveva di avere «stilato gli Hta (Health Technology Assessment), cioè la valutazione dell’impatto sulla salute, di una serie di farmaci per le case farmaceutiche». Poi spiegava di avere «fatto da consulente per: Novartis per il vaccino MenB (2012), Menarini per il vaccino Nebivololo (2012), Menarini per il vaccino Remimazolam (2012), IBSA per il vaccino Fostimon (2012), GlaxoSmithKline per il vaccino Belimumab (2011), Pfizer per il vaccino Enbrell (2011), Pfizer per il vaccino PCV13 (2011), Astellas Pharma per il vaccino Mycamine (2010), Amgen Dompè per il vaccino Prolia (2010), Wyeth Lederle per il vaccino Prevenar (2009), Novartis per il vaccino Lucentis (2009), Sanofi Pasteur per il vaccino Gardasil (2008), GlaxoSmithKline per il vaccino Synflorix (2008), GlaxoSmithKline per il vaccino Lapatinib (2008), GlaxoSmithKline per il vaccino Hpv (2007)».Quando Giulia Innocenzi riportò queste notizie, la polemica esplose immediatamente. In difesa di Ricciardi intervenne addirittura Roberto Burioni, il quale - con la solita delicatezza - si scagliò contro la giornalista rimproverandole alcuni errori. «Peccato che questi vaccini», scrisse il castigatore di somari, «siano uno il nebivololo, che è un beta bloccante, farmaco contro l’ipertensione; il secondo (Remimazolam) una benzodiazepina, parente del Valium e del Lexotan; il terzo (Fostimon) addirittura un medicinale che si usa per indurre l’ovulazione nelle donne». Vero, solo 6 sul totale dei farmaci indicati erano davvero vaccini, gli altri erano prodotti di tipo diverso. Piccolo problema: a definirli tutti «vaccini» non era stata la Innocenzi, bensì lo stesso Ricciardi in un documento ufficiale.La sostanza, in ogni caso, non cambia. Come dichiarò all’epoca la giornalista scientifica Amelia Beltramini, il nocciolo della questione è che Ricciardi «ha fatto da consulente per le case farmaceutiche sui loro vaccini, e poi ha detto che sono utili per gli italiani». Interessante, no?«L’ultimo vaccino per cui ha fatto da consulente, quello contro il meningococco B, è stato poi inserito nel Piano nazionale sui vaccini, nonostante il parere contrario dei ricercatori dello stesso Istituto Superiore di Sanità di cui è oggi presidente», scrisse la Innocenzi. «Anzi, lui avrebbe voluto quel vaccino nella lista di quelli obbligatori. E ha fatto da consulente, inoltre, per i vaccini contro il papilloma virus di GlaxoSmithKline e di Sanofi Pasteur, che nel piano vaccinale è stato inserito anche per i maschi. Come anche è stato inserito nel piano nazionale sui vaccini cui ha partecipato l’antipneumococcico, per cui lui è stato consulente per la Pfizer e per la Wyeth Lederle”.Capite bene che i dubbi sui conflitti d’interessi ricciardiani non erano esattamente peregrini. Se li era posti anche il sempre attivissimo Codacons, nel 2016. «In occasione di un convegno sui vaccini», ricostruì la stessa associazione dei consumatori in un comunicato stampa, «il Codacons diffuse un volantino riportante i presunti conflitti di interessi in capo al presidente dell’Iss. Tra le situazioni sospette, il fatto che le iniziative in cui il professor Ricciardi avrebbe preso parte a vario titolo sarebbero state sponsorizzate da varie case farmaceutiche produttrici di vaccini mentre era a capo dell’Iss come commissario straordinario». Per tutta risposta, Ricciardi accusò Carlo Rienzi, presidente del Codacons, di averlo diffamato.La vicenda finì davanti al Tribunale di Roma che, con sentenza del 10 luglio 2018, diede ragione al Codacons. Il Gup di Roma, Giulia Proto, scrisse: «Emerge dagli atti che, almeno alla data del 28.5.2013, il Ricciardi aveva effettivamente svolto consulenze per diverse case farmaceutiche anche produttrici di vaccini». E aggiunse: «Che le varie iniziative siano state sponsorizzate dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini, vi è prova in atti: vi sono i contratti con i quali le case farmaceutiche hanno sponsorizzato i progetti di cui si parla nel volantino, stipulati con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, o le dichiarazioni dei legali rappresentanti delle case farmaceutiche che confermano il dato».Il Codacons chiese che Ricciardi lasciasse l’incarico, e che non assumesse più ruoli pubblici. In effetti, il professore si dimise dall’Iss nel dicembre del 2018 ma per giustificare la decisione fornì argomentazioni tutte politiche. In sostanza, disse che la collaborazione con l’allora governo Conte (Lega - 5 stelle) non funzionava e puntò il dito contro Matteo Salvini: «Quando un vicepremier dice che per lui, da padre, i vaccini sono troppi, inutili e dannosi, questo non è solo un approccio ascientifico. È antiscientifico».In pratica, le dimissioni sono state presentate come la rivolta di un tecnico contro i politici nemici della scienza. Peccato che, per essere un tecnico, Ricciardi di esperienza politica ne abbia fin troppa. Socio fondatore di Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo, il nostro si è candidato un po’ di tempo fa con Scelta civica di Mario Monti (ma è rimasto fuori dal Parlamento) e attualmente risulta ancora responsabile Sanità di Azione, il partito di Carlo Calenda.A maggior ragione, dunque, la domanda tocca porsela: voi accettereste un vaccino da quest’uomo?
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
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