2020-05-18
I capricci d’amore portano solo alla violenza
Ritratto di Enrico VIII (Ansa)
Sedotto dall'ambiziosa Anna Bolena, Enrico VIII ripudiò la moglie, fece uccidere l'amico Tommaso Moro, provocò uno scisma proclamandosi Papa e re. È sempre così: quando ubbidiamo agli umori del cuore, anziché alla pietà, diventiamo dei tiranni.La regina d'Inghilterra per antonomasia è Anna Bolena. Per lei è stato fatto uno scisma. La gente si è svegliata al mattino e ha scoperto che il capo della sua chiesa non era più il Papa, ma un re mediocre e malvagio. Tutti quelli che hanno espresso la loro perplessità sono stati squartati vivi dopo averli strattonati in un'impiccagione parziale interrotta prima della morte. Le inevitabili rivolte furono soffocate nel sangue. Enrico VIII, che era partito benino, grazie a lei e per lei è diventato uno dei più sanguinari tiranni.Quanta gente è morta per Anna Bolena? Fu la seconda moglie di Enrico VIII Tudor e regina consorte d'Inghilterra e Irlanda. Nacque nei primissimi anni del '500 e morì decapitata presso la Torre di Londra, il 19 maggio 1536. Enrico VIII salì al trono diciassettenne nel 1509 alla morte del padre Enrico VII. Sposò Caterina d'Aragona secondo un matrimonio che non era veramente dinastico, e fu probabilmente un matrimonio d'amore. Caterina era la vedova del fratello maggiore di Enrico VIII, Arturo Tudor, morto nel 1502. Rimasta vedova, Caterina rimase in Inghilterra senza un ruolo preciso, addirittura in povertà. Essere la vedova del fratello rendeva il matrimonio problematico, eppure Enrico si ostinò a sposarla. Enrico era un giovane con un carattere estroverso, ma sembra che fosse senza una forte personalità e che si facesse influenzare facilmente dai consiglieri. Era un cattolico fervente e seguiva fino a cinque messe al giorno. Scrisse un violento libello contro Martin Lutero e a favore del Papa, un evento notevole per uno che passerà alla storia per lo scisma d'Inghilterra. Caterina non riuscì ad assicurare un erede maschio al marito, essendo l'unico figlio maschio morto infante. Questo destava molta preoccupazione in Enrico, che arrivò a pensare che fosse una punizione divina per aver sposato la vedova del fratello maggiore. Ed è a questo punto che entra in scena Anna Bolena, donna intelligente e raffinata, pare non bellissima, educata nei Paesi Bassi e in Francia, più giovane di Enrico. Anna iniziò a frequentare la corte nel 1522 e ben presto venne notata dal re Enrico che voleva farne la propria amante, ma lei era più ambiziosa e non voleva essere solo una delle tante amanti del re. Lo teneva sulla corda facendolo infatuare di lei e spingendolo a prendere la decisione di ripudiare la moglie facendo dichiarare nullo il matrimonio. Il processo durò anni, vi erano passi della Bibbia che si contraddicevano sulla possibilità di sposare la vedova di un proprio fratello e gli intrighi all'interno della corte e le divisioni tra i vescovi non aiutavano a dirimere la questione. Caterina d'Aragona resistette a tutte le pressioni e il re, esasperato, cacciò dal palazzo la moglie e diede le sue stanze alla Bolena, che, insieme alla sua famiglia, diventava sempre più potente nel regno. I due poi si sposarono segretamente in due diverse cerimonie private fino a che la Bolena non fu incoronata regina consorte d'Inghilterra e Irlanda. Caterina fece ricorso a Roma ma ormai lo strappo era fatto. Il matrimonio tra Enrico ed Anna Bolena fu tempestoso e la Bolena gli diede solo una figlia femmina, la futura Elisabetta I. Così il suo astro iniziò a scendere. Anna Bolena è l'esempio della potenza della seduzione: negandosi e qualche volta cedendo, irretisce il re. Esaspera il suo narcisismo: perché dipendere dal Papa, perché non diventare lui stesso capo della Chiesa di Inghilterra? Enrico, accecato da un'ambizione immensa, diventa un tiranno crudele e impara la crudeltà. Chiunque si opponga al suo delirio, finisce ammazzato in maniera atroce. Il re fa uccidere anche Tommaso Moro, suo fraterno amico. Enrico VIII perde ogni senso dell'equilibrio, diventa una belva. Annienta il suo stesso popolo. Fa ridurre in macerie i magnifici monasteri inglesi. Decapita i suoi amici. Anna promette il paradiso, promette figli maschi, felicità e gloria. Esaminiamo lo schema della seduzione. È spiegato con chiarezza in un bizzarro libro, dal titolo Ingegneria della seduzione, di Massimo Taramasco. La seduzione funziona promettendo e negando. Ognuno ha un suo coefficiente di seduzione, che non può superare o perde tutto. Grazie al suo gioco di concedere e non concedere, promettere e fare capricci, Anna ha un coefficiente di seduzione altissimo, causa addirittura uno scisma, l'allontanamento di persone amate, Caterina di Aragona e di sua figlia Maria, la morte di persone amate, in primis Tommaso Moro. Nel momento in cui non mantiene le promesse, però, il suo coefficiente di seduzione crolla sotto zero. Anna mette al mondo una figlia femmina. Seguiranno due aborti di feti maschi. Invece che nella gloria, il re è sommerso nello scontento, nell'odio e anche nel ridicolo, perché Anna è considerata una sgualdrinella alla corte inglese e, soprattutto, nelle corti straniere. Insopportabile per chiunque, ma soprattutto per una personalità narcisa. Quel narcisismo e quella crudeltà che Anna ha alimentato ora diventano una trappola per lei. Anna ha promesso la felicità ma si permette scene di gelosia, dopo aver messo al mondo una femmina e avere abortito due volte. Enrico la odia. Grazie a lei Enrico è diventato estremamente crudele. La crudeltà è un'abitudine. Calpestare la giustizia è un'abitudine. Sottoporre innocenti a supplizi atroci è un'abitudine. Il cervello umano è basato sulle abitudini. Enrico si è abituato. Inoltre Caterina d'Aragona, la prima moglie, è morta. Enrico è di nuovo libero. Molti hanno dubbi sul matrimonio di Anna e considerano la sua bambina, Elisabetta, una bastarda. Ora il re potrebbe sposare una donna con una matrimonio riconosciuto valido in tutte le corti europee, una donna che gli dia il figlio maschio. Il re si invaghisce di Jane Seymour. Per Anna, che fa isteriche scene di gelosia, è la fine. Anna è scortese e sferzante con le sue damigelle: qualcuna disposta a dichiarare che è infedele si trova. È sferzante anche con la moglie del fratello, di alta nobiltà, mentre i Bolena sono di una nobiltà più bassa. L'astiosa cognata dichiarerà che si è congiunta col suo stesso fratello. Sono accusati di essere suoi amanti personaggi non nobili, che possono essere torturati e quindi accusano altri, e personaggi nobili tra cui il suo stesso fratello. Tutti saranno uccisi e alla fine morirà lei. Un'intera nazione allo sbando e in rivolta, trasformata in una teocrazia grazie a un bagno di sangue. Uno dei pochi libri che racconta questa terrificante storia con tutta l'onestà necessaria è L'ira del re è morte: Enrico VIII e lo scisma che divise il mondo, di Elisabetta Sala. In genere quando a essere perseguitati ingiustamente sono i cattolici, il concetto si perde un po'. Spesso è raccontata come una storia piccante, in realtà è atroce. Sotto Enrico VIII i carnefici moltiplicarono il loro lavoro all'ennesima potenza. Quello per Anna Bolena fu il capriccio per cui fu versato il maggior quantitativo di sangue. Il termine amore è errato. Chi ama non tortura e non uccide. Chi ama non causa scismi che distruggeranno il suo stesso popolo, perché l'amore per qualcuno diventa tenerezza per il mondo. E come nelle antiche leggende, chi ha risvegliato il mostro ne rimane vittima. Pur di vincere, Anna aveva insegnato a Enrico a non ascoltare mai né la pietà né la giustizia e fu condannata senza pietà per un tradimento che non aveva commesso dopo aver causato il supplizio di migliaia di innocenti.
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