2024-07-20
«Helgoland 513», la nuova serie distopica in onda su Sky
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«Helgoland 513» (Sky Atlantic)
L’anno è il 2034. Un domani vicino, figlio di premesse che potrebbero essere nostre. Il mondo, quel mondo che l’uomo credeva essere ai suoi piedi, è cambiato, sconquassato da una pandemia che gli è stata fatale. Gran parte della popolazione è morta, le città sono precipitate nel caos. L’isola di Helgoland, nel mezzo del Mare del Nord, è diventato l’ultimo baluardo di civiltà, l’ultimo rifugio sicuro dell'umanità. O, quanto meno, della parte di questa che sull’isola è riuscita a trovare spazio.Per tutelare la sopravvivenza degli abitanti, per garantirne il sostentamento e, insieme, la sostenibilità dell’insediamento, a Helgoland è stata istituita una società totalitaria. È un regime, quello di Helgoland, finalizzato a controllare che gli abitanti dell’isola non superino le 513 unità. Né più né meno. Helgoland deve vivere di quegli uomini e di quelle donne, di un’intricata rete di crediti sociali, necessari a loro volta a stabilire chi possa restare e chi, invece, debba andare. Soprattutto, nel caso di nuove nascite. Di avventi come quello che, nella serie televisiva tedesca, disponibile su Sky Atlantic a partire da venerdì 19 luglio, minaccia di sovvertire l’ordine istituito.Helgoland 513, che in Germania è andata in onda nella primavera scorsa, usa poche premesse prima di arrivare al suo cuore. Alla miccia di una rivoluzione, una sommossa popolare. Sono le nuove generazioni contro le più vecchie: genitori decisi a proteggere un neonato. Il piccolo è venuto al mondo a Helgoland, all’interno di un tessuto sociale complesso. L’isola non può ospitarlo, a meno che qualcun altro non scelga di cedergli il posto. Ma chi costringere ad andarsene? Chi sostituire a quel bambino? Helgoland è in stallo, la sua popolazione freme. Una guerra intestina sta per scoppiare, mentre fuori dai confini dell’isola il male incombe. È un male senza nome, non la pandemia, ma una forza sinistra, decisa a conquistare quella società così rigida. Gli abitanti ne ignorano l’esistenza, convinti che l’unica minaccia dalla quale proteggersi sia il virus, ancora senza cura. Un medico, Marek, è deputato alla ricerca di un vaccino, per salvare il mondo e suo figlio, ma il tempo stringe e Helgoland 513 procede, ansiogena e involuta come solo le serie tedesche sanno essere.Helgoland 513, le cui premesse potrebbero sembrare identiche a quelle di tante, troppe serie televisive, ha la capacità di affrontare temi arcinoti come un guizzo (semi)inedito. Non è (solo) la pandemia, le congetture su una potenziale fine del mondo ad animarla. Non sono zombie, nè scenari post-apocalittici. C’è altro, qualcosa di più: il tentativo di arrivare alla radice della natura umana e interrogarsi (interrogando) su cosa sia necessario per formare una società sana, funzionante, un sistema civile, fuori dal tempo e perciò universale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.